Da Panarea a Lipari, le isole dell'arcipelago sono piene di cartelli "vendesi". E intanto il costo della vita rispetto alla terraferma è sempre più caro
Terminata la crisi pandemica legata alla diffusione del Coronavirus, il settore turistico in Sicilia, spera in una rinascita. Ma le tensioni internazionali causate la perdurare della guerra in Ucraina, e gli aumenti dei costi dei carburanti, dell’energia e delle materie prime non sembrano frenare l’emergenza per tutto il comparto.
Intanto, la crisi economica colpisce anche le isole Eolie. Molte le case finite all’asta nell’arcipelago.
Boom di case all’asta alle Eolie, in vendita hotel di lusso
A Panarea per una villa la base parte da 5 milioni e 800 mila euro. Ma a Lipari, un rudere si può acquistare anche a 22 mila euro. Le vie di Lipari, e delle altre sei isole sono piene di cartelli con le scritte vendesi e affittasi. In vendita anche una decina di alberghi come un hotel di lusso valutato in 9 milioni e mezzo e un residence del valore di un milione e 600 mila euro.
Gli isolani: “Il costo della vita rispetto alla terraferma è molto più caro”
“Il costo della vita rispetto alla terraferma -si lamentano gli abitanti – è molto più caro, la benzina, l’energia e il gas sono alle stelle, e l’ospedale è agonizzante per mancanza di medici, lo stabilimento termale di San Calogero è in rovina da oltre 40 anni, il laghetto termale di Vulcano è sequestrato da due anni, il tribunale è a rischio, la carenza di porti adeguati rende difficoltosi i collegamenti nella stagione invernale e spesso soprattutto le isole minori rimangono senza corse di linea per giorni“.
Assoturismo: “Ripartenza si, ma ancora -16 mln pernottamenti”
Il turismo riparte, ma caro-energia e tensioni internazionali rimandano a data da destinarsi il ritorno ai livelli pre-pandemia. Nel primo trimestre di quest’anno si stimano complessivamente 12,1 milioni di arrivi turistici, e 41 milioni di pernottamenti, ancora circa 16 milioni in meno (-28%) rispetto allo stesso periodo del 2019, l’ultimo senza restrizioni. È quanto emerge dalle stime elaborate da Assoturismo Confesercenti. Una ripartenza, dunque, secondo l’associazione, sotto le attese degli operatori: nonostante la crescita rispetto ai primi tre mesi del 2021 – che però erano stati quasi azzerati da chiusure, zone rosse e restrizioni – il differenziale con i livelli pre-pandemia resta purtroppo ancora significativo.
All’appello mancano gli extra-eruopei
A pesare è soprattutto l’affievolirsi della ripresa degli stranieri: nei primi tre mesi dell’anno i pernottamenti di italiani si sono assestati sul -18% rispetto al pre-covid, quelli dei turisti esteri sul -38%, circa 10 milioni in meno.
A mancare all’appello gli extra-europei, per il trascinamento dell’incertezza da pandemia e per l’impatto del caro-carburanti sui voli di lungo raggio; ma la crisi russo-ucraina ha fatto crollare da fine febbraio anche le prenotazioni dall’Europa dell’est. Sotto la media pure le presenze Usa, mentre resistono quelle da Francia, Germania e Spagna.
Stando ancora alle stime elaborate da Assoturismo Confesercenti, nei primi tre mesi del 2022 le località di interesse storico e artistico hanno intercettato circa il 34% del movimento complessivo, quota simile a quella della montagna. Il 10% circa ha scelto la costa, mentre il 4,3% campagna e collina. Nel confronto con il 2019, però, il bilancio è negativo per tutti i prodotti, soprattutto dove la quota straniera è di solito rilevante. Continuano le difficoltà per città d’arte (-39% di presenze sotto i livelli pre-pandemia) costa (-24%) e montagna (-21%), che ha scontato la mancanza di neve. Resistono invece meglio campagna e collina (-9%), dove il turismo italiano è predominante.
Assoturismo-Confesercenti: “Le prospettive per Pasqua e primavera non sono buone”
“Eravamo convinti che nel 2022, superata la fase critica, si potesse rilanciare il turismo ritornando almeno ai livelli pre-covid”, commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. “Purtroppo – sottolinea- le tensioni internazionali pesano sulla ripresa della domanda straniera, e la stangata su carburanti, luce e gas su quella italiana. Anche le prospettive per Pasqua e primavera non sono delle migliori, con numerose disdette per aprile e maggio. Bollette e preoccupazione per la guerra rischiano di condizionare i viaggiatori più del rischio pandemia, che ormai fa meno paura”.
“È quindi ancora necessario sostenere il comparto: subito con promozioni, grandi eventi e misure per il lavoro; sul medio-periodo con investimenti in digitalizzazione e ecosostenibilità, per modernizzare il sistema ricettivo ed intercettare nuove tendenze di consumo. Gli operatori della filiera turistica hanno già dato testimonianza della loro capacità di resilienza: ora sta al Governo fare il possibile per sostenere questa parte fondamentale per il Pil e per l’occupazione del Paese” conclude Messina