Riad e non Roma amara sconfitta - QdS

Riad e non Roma amara sconfitta

Carlo Alberto Tregua

Riad e non Roma amara sconfitta

sabato 02 Dicembre 2023

Perduta Expo 2030

Il Bureau international des Expositions (Bie) di Parigi ha messo in votazione le tre città selezionate come candidate per l’Expo 2030. Le tre città erano Riad in Arabia Saudita, Busan in Corea del Sud, e Roma in Italia.

I partecipanti e le partecipanti al voto erano 165 e per la prima votazione occorreva la maggioranza assoluta. Essa ha dato i seguenti risultati: Riad 119, Busan 29 e Roma solo 17. Cosicché, la Città saudita è stata nominata a prima votazione, avendo superato il quorum, ma anche se ciò non fosse accaduto, Roma sarebbe stata esclusa comunque perché al ballottaggio ci sarebbero state le prime due città.
Riad ha messo in gioco per questa selezione ben 190 milioni di dollari, la Città coreana 160 milioni e Roma solo 30 milioni. Ora, non vogliamo pensare che le somme stanziate potevano cambiare l’esito, ma non c’è dubbio che quando vi sono queste competizioni, più risorse sono messe a disposizione e più vi sono possibilità di ottenere il successo sperato.

La candidatura non è stata posta da questo Governo, ma da quello precedente. Forse questo spiega la timidezza della presidente Meloni al riguardo, anche perché si potrebbe sospettare sottotraccia che Roma sia guidata da Roberto Gualtieri, cioé da un esponente del Partito democratico. Essa è pur sempre la capitale d’Italia, però non sempre si riesce a distinguere l’interesse generale da quello di parte.
Cosicché “alea iacta est”, per cui non c’è più nulla da fare. Si può pensare di riproporre la candidatura per il turno successivo.

Si tratta di una perdita in termini di immagine, ma anche in termini economici perché, come è accaduto a Milano, l’Expo internazionale attrae risorse e muove un volume di denaro di decine di miliardi, molto vicini ai sessanta/settanta.

In questo vorticoso giro finanziario sono coinvolte tutte le imprese e le istituzioni, nonché il Paese ospitante che si avvantaggia, ripetiamo, di un’immagine mondiale, come avvenne a Milano quando arrivarono più di 21 milioni di visitatori/trici e vennero create nuove occupazioni per decine e decine di migliaia di posti di lavoro.

Appare del tutto evidente come Riad non sia Roma: si assomigliano solo per la prima lettera, R.
Una città con una storia di 2700 anni, Roma, e l’altra che invece era un villaggio in quella data. Dunque, non si possono fare paragoni.

Ma, si obietterà, che oggi contano i meccanismi della nomina e non la storia delle città candidate. In effetti accade sempre così in una competizione mondiale, per cui i responsabili delle candidature devono muovere tutte le pedine per ottenere i consensi, anche blandendo i partecipanti o promettendo mari e monti e, in qualche caso, erogando risorse finanziarie.

Pare che l’Arabia Saudita abbia promesso interventi finanziari per cinquecento miliardi di dollari; enormi cifre di cui dispone nei propri forzieri a causa dello sfruttamento per decine e decine di anni delle risorse petrolifere.
Si trattava di “convincere” i delegati africani, quelli del Sud e Centro America e altri a votare per Riad e dal risultato possiamo dire che ci sono riusciti.

Questa vicenda dovrebbe servire da insegnamento alle nostre istituzioni e ai nostri governi, secondo cui delle due l’una: o non si partecipa a una competizione oppure, quando si decide di entrare nel vivo, bisogna adottare tutti i mezzi (leciti) per tentare di vincere. In questo caso, non solo Roma ha perso, non solo è arrivata nella terza posizione escludendo quindi la possibilità del ballottaggio, ma ha raccolto appena 17 consensi su 165.

Si può anche perdere, ma non in maniera così clamorosa. Forse sarebbe stato più dignitoso ritirarsi prima delle votazioni, dichiarando il proprio disinteresse alla competizione ed evitare questa enorme sconfitta, anche di immagine.

È sempre una questione di metodo, secondo il quale bisogna decidere prima non solo cosa fare, ma come farlo per raggiungere l’obiettivo oppure saggiamente rinunziarvi e voltare pagina. Per cui, dopo avervi brevemente esposto la questione, anche noi voltiamo pagina.

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