Fase 3, calano i contagi, 53 ieri i morti in tutt'Italia - QdS

Fase 3, calano i contagi, 53 ieri i morti in tutt’Italia

redazione web

Fase 3, calano i contagi, 53 ieri i morti in tutt’Italia

lunedì 08 Giugno 2020

Il viceministro della Salute Sileri (M5s), "Siamo usciti dalla fase acuta, si apre una fase di convivenza". E apre al Mes. Giallo sui numeri di Veneto e Piemonte. Il commissario Arcuri, "saremo fuori dall'emergenza soltanto con il vaccino"

Dopo l’impennata di venerdì, continua il calo dei nuovi contagiati dal coronavirus in Italia: ieri i nuovi casi registrati sono stati 197, una settantina meno del giorno precedente, ed è calato anche l’incremento delle vittime: 53 in più: un dato così basso non si registrava dal due marzo.

“Siamo usciti dalla fase acuta – conferma il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri – Quella come l’abbiamo vissuta fino ai primi di maggio non c’è più e ora siamo in una fase di convivenza con il covid 19, con una situazione che è molto sotto controllo grazie alle misure adottate”.

Ma ciò, come ricorda il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, non significa che l’emergenza è finita: “se ne esce solo quando avremo il vaccino”.

I numeri sono comunque positivi, anche se bisogna considerare che ieri, rispetto a venerdì sono stati fatti 23mila tamponi in meno: 615 attualmente positivi meno di sabato, altri sei ricoveri in meno in terapia intensiva che fanno scendere il totale a 287 pazienti, i ricoverati con sintomi che per la prima volta dal nove marzo tornano sotto i cinquemila e ora sono 4.864.

Ancora, 759 guariti e dimessi in più rispetto a sabato, con il totale che è arrivato a 165.837, sei regioni con zero nuovi casi e ben dieci senza vittime: Marche, Campania, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Basilicata e Molise.

Non c’è tra queste il Veneto nonostante il bollettino locale indichi zero morti.

Secondo la Regione le vittime sono 1.954, lo stesso numero di sabato. Ma dal bollettino diffuso dalla Protezione Civile, che riporta gli stessi dati che le Regioni inviano al ministero della Salute entro le 17, le vittime sono sì 1.954, ma si tratta di cinque in più di sabato, quando erano 1.949. Non solo: stando ai numeri “statali”, c’è un nuovo caso in Veneto (da 19.182 a 19.183) mentre la Regione prima ha sostenuto di non avere nuovi contagiati e poi, correggendo, ha parlato di tre casi, portando il totale a 19.186 sostenendo che si tratta di “dati che verranno inviati al ministero della Salute”.

Ma la confusione sui numeri è confermata anche dai dati di altre Regioni: il Piemonte, per esempio, indica sette nuove vittime ma nel bollettino regionale parla di zero morti nelle ultime 24 (dunque un riconteggio).

L’Umbria, invece, nei dati diffusi a livello regionale parla di 1319 guariti e 37 attualmente positivi mentre nei dati nazionali ci sono 1.327 guariti e 29 positivi.

L’incremento dei nuovi contagiati è in calo anche in Lombardia, ma se la Regione continua a fare una corsa a sé: dei 197 casi totali ce ne sono 125, il 63,4% del totale. E ci sono 21 dei 53 nuovi morti, il 39,6% di tutte le vittime in Italia.

“Non vedo un problema Lombardia – dice però Sileri – anzi vedo numeri in calo, con terapie intensive vuote. I focolai possono essere ovunque e, nel caso, andranno prese misure di contenimento chirurgiche e mirate. Il viceministro pentastellato della Salute ha poi aperto al Mes.

“In campo sanitario servono “venticinque miliardi rapidi per riforme strutturali, a partire dal personale, alzando gli stipendi” e dunque, se i soldi del Mes sono “senza vincoli e vantaggiosi, e arrivano anche in tempi rapidi. Allora va bene”.

Quel che è certo è che vanno risolti velocemente “i difetti e le carenze che negli ultimi anni hanno aggravato il servizio sanitario nazionale”. Di questo ha parlato anche Arcuri, ricordando che in ottanta giorni l’Italia ha più che raddoppiato i posti di terapia intensiva, aggiungendone altri 6.948 ai 5.179 pre-Covid.

Ma il Commissario ha ribadito che l’emergenza non è affatto finita e che in una fase come questa in cui si è riaperta la mobilità tra le regioni è fondamentale “accelerare la caccia agli asintomatici, con una strategia nazionale”.

“L’emergenza finirà solo quando verrà scoperto il vaccino e quando sarà prodotto in maniera sufficiente per rendere immuni tutti i cittadini che devono esserlo”.

Ecco perché, dice ancora Arcuri, “bisogna continuare ad essere responsabili: gli italiani sono stati straordinari in questi mesi e con i loro comportamenti hanno permesso di uscire dal lockdown e di iniziare una nuova fase. Ora dobbiamo continuare su questa strada”.

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