Fiamme e violenza: a Gela è di nuovo allarme - QdS

Fiamme e violenza: a Gela è di nuovo allarme

Liliana Blanco

Fiamme e violenza: a Gela è di nuovo allarme

giovedì 09 Marzo 2023

I recenti episodi verificatisi in città hanno fatto crescere la preoccupazione dei cittadini. Ma dalla Questura nissena hanno chiarito che non si tratta di fatti legati la criminalità organizzata

GELA (CL) – Tre mezzi bruciati all’Aias; sei bruciati veicoli della Icaro Ecology dati alle fiamme; un imprenditore pestato a sangue e spedito in ospedale con commozione cerebrale. Sono soltanto gli ultimi tre episodi verificatisi in una città che sembra avere perso il controllo.

Un calcolo cui si aggiungono anche molti altri casi, tra cui quelli dell’estate scorsa quando è stato ridotto in fin di vita un uomo che tentava di sedare una lite in un locale. Una cronaca spietata che trascina Gela alla ribalta per motivi tutt’altro che positivi.

Le forze sociali e politiche hanno chiesto aiuto e il sindaco Lucio Greco ha sollecitato l’attivazione della videosorveglianza entro massimo due o tre mesi, come anche confermato dalle rassicurazioni dei dirigenti comunali e della Ghelas Multiservizi. “In una prima fase – ha spiegato il primo cittadino – verranno attivate le telecamere nelle principali aree della città, in corrispondenza alla dorsale della fibra ottica già attiva. Il progetto sarà completato in maniera ancor più capillare nelle settimane successive, non appena Open Fiber completerà la rete”.

Le forze di opposizione hanno sollecitato l’installazione e l’attivazione degli occhi elettronici, evidenziando i ritardi del Comune, mentre Sicindustria Caltanissetta, con il suo presidente Domenico Lorefice, si è detta pronta e disponibile a lavorare in modo sinergico con le autorità locali per creare, con azioni concrete, una cultura della sicurezza che allontani il malaffare ed eviti che questo si infiltri e inquini il tessuto industriale locale.

Dalla Confcommercio gelese, intanto, il presidente Trainito ha lanciato un appello a tutti gli associati per “denunciare e segnalare episodi illeciti così da essere maggiormente di aiuto alle Forze dell’ordine, senza chiudersi in silenzi omertosi. Bisogna utilizzare il numero unico di emergenza 112 nel momento in cui si sospetti che si stia per commettere qualunque reato, affinché si manifestino il meno possibile episodi e incontri sbagliati tra le vie e le piazze”.

Un caso, quello di Gela, che ha ormai attirato anche l’attenzione a livello regionale. “Come componente della Commissione di vigilanza sul fenomeno mafioso – ha affermato il deputato Ars Michele Mancuso – mi farò promotore di un incontro con il prefetto, le Forze dell’ordine e il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Dobbiamo dire basta a questo continuo depauperamento delle tante cose positive di Gela. I cittadini hanno il diritto di vivere in una città normale”.

Infine, sulla questione è intervenuto anche il questore di Caltanissetta Emanuele Ricifari, il quale ha voluto rassicurare la cittadinanza rispetto agli allarmi di connessione degli episodi verificatisi in città con il mondo della criminalità organizzata: “In relazione all’attività investigativa finora svolta – ha affermato – e all’analisi delle modalità di esecuzione, si possono già escludere tentativi indebiti di pressione della criminalità organizzata sulle vittime, ancorché appartenenti ad associazioni varie. È per la verità sorprendente che taluni commentatori o membri di associazioni estranei alle vicende mostrino certezze su elementi non scaturiti da parte delle vittime e frattanto già esclusi dalle puntuali verifiche investigative nelle quali non entro perché note solo agli inquirenti e coperte da segreto istruttorio”.

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