Il progetto al centro della gara d'appalto – il cui valore al lordo dei ribassi d'asta era di oltre 2,7 milioni di euro – prevede la realizzazione di di 421 posti auto
Con qualche mese di ritardo rispetto a quanto previsto, ma alla fine la gara per la realizzazione di un nuovo parcheggio al servizio dell’aeroporto di Catania si è conclusa. Il provvedimento di aggiudicazione definitiva della procedura indetta dalla Sac – la società che gestisce lo scalo Vincenzo Bellini – è arrivato nei giorni scorsi e ha visto vincitrice l’impresa Costruire srl, con sede a Maletto.
Si tratta di un esito condizionato dall’intervento della giustizia amministrativa che, a fine dello scorso anno, aveva stabilito la commissione di un errore da parte della stazione appaltante nel calcolo di quale fosse l’offerta prima in graduatoria.
Più di quattrocento posti
Il progetto al centro della gara d’appalto – il cui valore al lordo dei ribassi d’asta era di oltre 2,7 milioni di euro – prevede la realizzazione di di 421 posti auto, più altri 23 dedicati a soggetti diversamente abili e a donne in gravidanza. L’area in cui il parcheggio sarà costruito si trova attigua alla via Fontanarossa ed è di proprietà del Demanio.
“La realizzazione è strategica per l’economia di scala della società che gestisce lo scalo aeroportuale catanese”, si legge nella relazione generale allegata al progetto, che prevede anche la realizzazione dell’impianto di illuminazione e la rete di smaltimento delle acque meteoriche. Una centralità motivata anche dalla futura realizzazione della stazione della metropolitana.
La disputa legale
Alla gara d’appalto, svoltasi con la formula della procedura aperta e il criterio del minor prezzo, hanno partecipato 242 imprese. Il lavoro della commissione sembrava essersi concluso già in autunno, con la pubblicazione del provvedimento di aggiudicazione a favore delle società Concordia Appalti e Palumbo Costruzioni, a fronte di un ribasso offerto del 31,788 per cento.
Tuttavia, il contratto tra la stazione appaltante e le due imprese non è mai stato firmato in seguito al ricorso al Tar presentato da altre tre ditte che avevano presentato un ribasso più alto di appena un millesimo. Costruirle srl, Consorzio progettisti costruttori e Bc Costruzioni srl avevano indicato nelle rispettive buste un’offerta contenente lo sconto del 31,789 per cento.
Un dettaglio da niente potrebbe sembrare, ma in questa storia i dettagli sono dirimenti.
All’origine della decisione delle tre imprese di chiedere al Tribunale amministrativo di annullare l’aggiudicazione disposta da Sac c’è stata la messa in discussione della cosiddetta soglia d’anomalia. Si tratta della percentuale – calcolata con una serie di intricate operazioni aritmetiche previste dal codice degli appalti – che viene individuata come spartiacque per determinare quali offerte abbiano potenzialmente carattere anomalo e dunque siano da considerare anti-economiche. Una condizione a cui segue l’esclusione dalla gara e, di conseguenza, l’affidamento dell’appalto all’impresa che offre il ribasso che maggiormente si avvicina, per difetto, alla stessa soglia.
Va tenuto a mente un fatto: la soglia di anomalia è frutto di calcoli che risentono della media dei ribassi presentati dai singoli concorrenti e dunque non segue una valutazione di merito sulle capacità delle singole ditte di riuscire a portare a compimento il lavoro alle condizioni offerte.
Il troncamento
A differenza di quanto accadeva in passato, il compito di calcolare la soglia di anomalia oggi viene affidato alle piattaforme informatiche. Tenendo conto dei singoli ribassi proposti dai 242 partecipanti, il software ha determinato che la percentuale da ritenere anomala era del 31,789633146597 per cento.
La commissione di gara a quel punto ha deciso di troncare – ma le cose non sarebbero cambiate se si fosse proceduto con un arrotondamento – la stessa percentuale alla terza cifra decimale. Una scelta che in qualche modo ha seguito anche quanto richiesto nel bando di gara agli operatori economici: formulare i ribassi con al massimo tre cifre dopo la virgola.
Tuttavia, le tre ditte ricorrenti hanno segnalato come nel codice degli appalti, nella parte relativa al calcolo della soglia di anomalia, non si faccia mai cenno a operazioni come il troncamento e o l’arrotondamento. Di conseguenza, la soglia si sarebbe dovuta tenere così com’era, con dodici cifre dopo la virgola. Un fatto non da poco, in quanto, così facendo, il ribasso che più si sarebbe avvicinato a essa sarebbe stato di 31,789 per cento e non quello di 31,788 presentato da Concordia Appalti e Palumbo Costruzioni.
Una tesi che è stata accolta dai giudici amministrativi che, riprendendo passati pronunciamenti della giurisprudenza, hanno chiarito che “ove il bando stabilisca quanti decimali indicare nella formulazione dell’offerta economica, ma non rechi analoga disposizione per ciò che attiene alla fase di calcolo della soglia di anomalia, la stazione appaltante non può applicare analogicamente la regola dettata per la formulazione dell’offerta al calcolo della soglia”.
Il sorteggio
Preso atto della sentenza, è stato necessario riaprire nuovamente la procedura di gara. Per arrivare all’aggiudicazione non è bastato far scorrere la graduatoria, ma effettuare un sorteggio tra le tre imprese ricorrenti – tutte partecipanti con lo stesso ribasso al millesimo – che ha sorriso alla Costruirle srl di Maletto, ditta di proprietà Giuseppe Capizzi, omonimo e parente del sindaco del piccolo centro pedemontano, quest’ultimo partecipante alla gara con il Consorzio progettisti costruttori.