Formazione, dubbi sul primo avviso dell'era Schifani e pagamenti in ritardo: enti in agitazione

Formazione, dubbi sul primo avviso dell’era Schifani e pagamenti in ritardo: enti in agitazione

Daniele D'Alessandro

Formazione, dubbi sul primo avviso dell’era Schifani e pagamenti in ritardo: enti in agitazione

Salvo Catalano  |
giovedì 11 Maggio 2023

I big del settore potrebbero essere favoriti dai nuovi parametri, mentre i "piccoli" rischiano di essere tagliati fuori

Pochi giorni fa il dipartimento regionale all’Istruzione ha pubblicato un avviso rivolto agli enti di formazione per organizzare i corsi di quarto anno per under 23 fuoriusciti dal classico iter scolastico e che hanno affrontato un percorso professionale a cui manca un tassello per conseguire un Diploma professionale Tecnico. L’avviso riguarda l’anno 2023/24. E si aspettava da due anni. Lo aspettavano i ragazzi che hanno preso una qualifica professionale di terzo anno e che volevano arrivare al diploma. Nell’ultimo biennio gli è stato impedito, perché la Regione i corsi di quarto anno non li ha proprio attivati. Finalmente da settembre ci dovrebbe essere questa possibilità.

È il primo avviso che riguarda l’istruzione e la formazione professionale pubblicato dal governo Schifani. Eppure nonostante dovesse essere una buona notizia, qualcosa non va.  Per come è stato strutturato, infatti, il rischio è che concentri una torta da 16,7 milioni di euro nelle mani di tre, quattro grandi enti della formazione. Lasciando le briciole agli altri che per tutta risposta hanno dichiarato lo stato di agitazione e vogliono organizzare una grande manifestazione di protesta a Palermo, come non se ne vedono dai tempi di Crocetta.

Le cause dello stato di agitazione

L’agitazione proclamata dalle associazioni datoriali Federterziario Sicilia, Forma Sicilia, Cenfop, Forma.Re, Asef, A.N.FO.P Sicilia ha molteplici cause. I corsi del programma Gol – garanzia di occupabilità per i lavoratori, il mega progetto nazionale da 4,4 miliardi – in Sicilia non sono partiti, a differenza di altre Regioni. Uno stallo inconcepibile se si pensa che tra i principali beneficiari ci sono i percettori di reddito di cittadinanza che da agosto rimarranno in gran parte senza sussidio. Ma le associazioni allargano il campo e puntano il dito soprattutto contro i mancati pagamenti. “Il settore della Formazione Professionale in Sicilia – scrivono – non è più in grado di sostenere gli impegni assunti con i lavoratori del settore ed afferenti ai Centri di Formazione Professionale. La causa principale di questa anomalia sta nella mancata possibilità di comunicazione tra le parti sociali che rappresentano il comparto e la politica non predisposta all’ascolto”.

Un attacco frontale a governo Schifani e in particolare all’assessore all’Istruzione Girolamo Turano, il cui posto in giunta traballa non tanto per il flop finora registrato nel suo settore, ma a causa delle sue posizioni non in linea col centrodestra alle Amministrative di Trapani. Una sfiducia che rischia di pesare sul funzionamento del suo assessorato. Gli enti di formazione ricordano come “ormai da diversi anni non vengono più finanziate intere tipologie formative, soprattutto quelle destinate ai neet, ai disoccupati di lunga durata e all’utenza speciale (FAS) e quei pochi percorsi non ricevono nei tempi pattuiti le somme dovute causando grave nocumento alla filiera che si trova obbligata a pagare onerose polizze fidejussorie per decenni, ad arricchimento delle compagnie assicurative”.

Dipendenti senza stipendi da 6 mesi, iniziati licenziamenti e cassa integrazione

Il blocco di interi capitoli di spesa del Bilancio regionale a causa delle mancate procedure di riaccertamento ha impedito i pagamenti degli enti di formazione che si dicono ora incapaci di “onorare gli stipendi elle migliaia di lavoratori, né tantomeno di sostenere i costi di gestione”. Ci sono dipendenti del settore della formazione che non prendono stipendi da sei mesi, sono iniziati licenziamenti e cassa integrazione, i laboratori dei corsi attivi vanno a singhiozzo. Per fare un esempio: mancherebbe persino la liquidità per compare le derrate alimentari necessarie ai corsi di cucina.

L’ultimo episodio, come detto, è stata la pubblicazione da parte del dipartimento dell’Istruzione dell’avviso per i corsi di quarto anno. In questo caso il problema sta in una percentuale inserita nel bando: il 30%. La Regione ha infatti stabilito che un singolo ente di formazione può accaparrarsi fino al 30 per cento di tutta la dotazione finanziaria. Parliamo di 16,7 milioni di euro. A tanto ammonta il valore dell’avviso finalizzato a realizzare 180 corsi di quarta annualità in tutta la Sicilia, con il coinvolgimento di un numero di destinatari compreso tra 2.700 e 4.500. Nel dettaglio, 12,5 milioni sono destinati a 135 percorsi per il conseguimento di un diploma tecnico; altri 4,2 milioni sono riservati a 45 corsi, realizzati dagli enti di formazione accreditati insieme agli istituti professionali statali. Ecco, con il tetto del 30 per cento il rischio è che pochi grossi enti possano accaparrarsi tutta la torta. Nei fatti sono quattro gli enti di formazione più grandi, che hanno sedi dislocate in tutte le province e quindi possono accaparrarsi più corsi come già fatto in passato: Eris, Euroform, Ars e Cirs.

Questo scenario da una parte andrebbe contro la legge regionale che individua come interesse pubblico da tutelare la più ampia partecipazione degli operatori di settore e la più ampia diversificazione dell’offerta formativa, e dall’altro rischia di diminuire la qualità dell’offerta. Abbassare questo tetto al 5 per cento è la proposta degli enti. Che chiedono soprattutto certezza nei pagamenti e dialogo.

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