Incendio tra le baracche di Fondo Pugliatti: rischio per le famiglie

FOTO | Messina, incendio tra le baracche di Fondo Pugliatti: a rischio diverse famiglie

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FOTO | Messina, incendio tra le baracche di Fondo Pugliatti: a rischio diverse famiglie

Hermes Carbone  |
sabato 03 Febbraio 2024

La situazione porta con sé solo paura e distruzione, mettendo in una condizione di grave disagio circa 3.000 messinesi.

Sarebbe potuta essere una tragedia. L’incendio di giovedì sera tra le baracche di Fondo Pugliatti ha riacceso i riflettori sulla situazione di grave disagio nella quale vivono ancora 3 mila messinesi. 18 adesso le persone a essere rimaste anche senza baracca, bruciata tra le fiamme.

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La paura a causa dell’incendio a Fondo Pugliatti

Momenti di paura giovedì sera a Fondo Pugliatti, uno dei quartieri popolari della città nel quale un incendio ha messo a rischio la vita di una 84enne e costretto a lasciare le proprie abitazioni. Sono diciotto adesso le persone rimaste senza neppure una baracca sul tetto.

La signora Provvidenza si è salvata grazie ai suoi vicini di casa, sono stati loro a convincerla a lasciare la sua abitazione da dove avevano avuto origine le fiamme. La donna ha tentato di spegnere l’incendio partito dalla sua stufa e per questo è stata portata in ospedale dal 118 per le ustioni riportate alle mani e al volto.

Il fuoco le ha anche bruciato i capelli prima che il signor Nino Iaria la prendesse di peso e la portasse fuori dalla sua baracca. La signora abita a Fondo Pugliatti dal 1979. Qui la sua casetta di via del Proto, con il tetto in legno e amianto come tutte le baracche di Messina, è stata da sempre un punto di riferimento per tutto il vicinato. Di quel posto, adesso, non resta più nulla.

La distruzione che l’incendio ha portato con sé

A bruciare, prima dell’intervento dei vigili del Fuoco, anche la vicina abitazione dove viveva il signor Boemi con le sue due figlie e la moglie. Distrutte poi anche le casette di altre due famiglie. In tutto sono adesso diciotto le persone che da giovedì sera hanno perso tutto: niente più vestiti, niente più ricordi. A loro non è rimasto nulla se non la paura di non sapere adesso dove andare. In questi primi giorni si stanno arrangiando a casa di alcuni familiari, in attesa però che il Comune prenda posizione per tentare di trovare una soluzione tampone rispetto a dove potranno recarsi.

C’è chi tra loro si trova in graduatoria da anni per avere un alloggio popolare, ma la precedenza nelle fasi di risanamento delle baraccopoli presenti ancora in città è stata data alle famiglie con disabili gravissimi a carico. Nei giorni scorsi, anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Libero Gioveni, era intervenuto per chiedere una nuova mappatura delle baracche e delle famiglie con disabili e situazioni disperate non ancora censite.

L’aggravamento della situazione

Il problema però resta e continuerà a protrarsi adesso, addirittura in una situazione più grave della precedente. Anche per la signora Enza, che dimessa dall’ospedale “Piemonte”, dove le hanno curato le ustioni riportate nell’incendio, si è fatta accompagnare a vedere cosa restasse della sua casetta. Insieme a lei, sul luogo dell’incendio anche i vicini, tutti impegnati nella ricerca sotto le macerie di quel che rimane della loro vita.

Abitazioni costruite sopra un ricovero antiaereo della seconda Guerra Mondiale nelle quali non si sentono al sicuro. Davanti a quelle abitazioni andate a fuoco c’erano cinque bombole del gas, una delle quali è stata raggiunta dalle fiamme poi spente dai vigili del fuoco impegnati fino a tarda notte. L’area è adesso stata messa in sicurezza, in attesa che lo siano anche gli oltre 3.000 messinesi che negli anni continuano ad aumentare e che si tramandano di generazione in generazione una baracca sopra la testa.

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