Fra Usa e Cina Ue vaso di coccio - QdS

Fra Usa e Cina Ue vaso di coccio

Carlo Alberto Tregua

Fra Usa e Cina Ue vaso di coccio

martedì 06 Dicembre 2022

Sacrificato il Popolo ucraino

Torniamo sulla tremenda guerra russo-ucraina, che costa a quel popolo una vita grama, piena di sacrifici, quasi inumana. Senza energia, senza riscaldamento, senza acqua, senza lavoro, senza scuola: ma che vita è questa?
La questione prospettata dovrebbe essere messa al primo posto da tutti i protagonisti di questa insana vicenda, senza tentare l’iniquo scaricabarile da uno all’altro, che ha come vittima il popolo ucraino.

Le parti in causa non si rendono conto della gravità della situazione, che, con l’arrivo del “generale Inverno”, aumenta fortemente. Per cui non si può parlare semplicemente di disagi, ma di una situazione insostenibile che va fatta cessare “ieri e non domani”, perché non è consentito a nessuno, proprio a nessuno, di tenere venti milioni di persone nella condizione in cui sono quelle ucraine.
Ci vuole senso di responsabilità e di umanità per far ritornare alla vita normale questa gente. Bisogna sacrificare qualunque cosa, a cominciare dallo stupido interesse e dall’ancor più stupido orgoglio personale.

Pian piano emerge una triste verità, conseguenza della guerra, e cioè che l’Unione europea risulta essere il vaso di coccio fra Stati Uniti e Cina. L’abbiamo scritto più volte: i due colossi economici, col primo e secondo Pil del mondo, non hanno nessun interesse a che emerga fortemente il terzo competitore, che sarebbe l’unione euro-asiatica fra il Vecchio Continente e quella parte di Asia al di là degli Urali che fa parte della Federazione Russa.

Cosicché, è stato messo un detonatore per fare deflagrare il rapporto fra Ue e la stessa Federazione, i cui elementi economici stavano crescendo molto bene.
Non c’era un’altra mina per interrompere la loro crescita economica, se non piazzare una “magnifica guerra” al fine di attivare uno scontro e interrompere la collaborazione importante che stava crescendo continuamente.
A noi sembra del tutto pacifico questo scenario, che viene confortato da persone di grande ingegno intellettuale che lo condividono.

Gli Stati Uniti, da un canto, hanno avuto il grande vantaggio di alimentare le proprie industrie delle armi e le proprie industrie di energia. Hanno rassicurato l’Europa affermando che le esigenze di gas europee sarebbero state da loro soddisfatte, anche senza il gas russo.
Bella scoperta! È vero che hanno mandato il gas in Europa, ma a un prezzo sei o sette volte superiore a quello che l’Europa pagava alla Russia. Insomma, un business immondo di tipo energetico-armifero, che sta facendo guadagnare montagne di denaro alle industrie statunitensi.

Dall’altra parte, la Cina – che per la verità non è intervenuta direttamente, ma si è sempre astenuta sulle sanzioni proposte dall’Occidente nei confronti della Russia – trae anch’essa vantaggi dalla rottura del rapporto fra Unione europea e Federazione Russa, per le stesse ragioni che abbiamo prima elencato.
Cosicché, i due colossi, probabilmente senza alcun accordo preventivo, si sono trovati d’accordo nel vedere nascere la guerra centro-europea e con soddisfazione le sanzioni dell’Ue alla Russia.

In questa vicenda, come prima si scriveva, il popolo ucraino è la vittima sacrificale. Non si capisce perché, se veramente l’umanità avesse a cuore la sua sopravvivenza, non si possa mettere mano al tavolo della pace.

Per la verità, Papa Francesco più volte ha dichiarato la sua disponibilità per aprire una stanza ove fare confluire i contendenti, al fine di cercare il punto di incontro che consenta di far cessare questa guerra. E per la stessa verità, il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha dichiarato che è pronto a entrare in questa stanza.

Non si capisce perché il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non sia anch’egli pronto a entrare in quella stanza per discutere quale sia il punto di incontro da raggiungere rapidamente in modo da far cessare questo stato inumano in cui vive metà del suo popolo (neanche l’altra metà sta bene), oltre che ricominciare quella ricostruzione che probabilmente durerà trent’anni.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017