Di Sarcina: «Visione di sviluppo moderna e integrata con l’idea di città» - QdS

Di Sarcina: «Visione di sviluppo moderna e integrata con l’idea di città»

Chiara Borzi

Di Sarcina: «Visione di sviluppo moderna e integrata con l’idea di città»

sabato 15 Luglio 2023

Forum con Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare della Sicilia orientale

Intervistato dal vice direttore Raffaella Tregua, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia orientale, Francesco Di Sarcina, risponde alle domande del QdS.

Nel corso della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Catania molti candidati, compreso quello che poi è stato eletto sindaco, hanno parlato della necessità di aprire maggiormente il porto alla città. Lei cosa ne pensa?
“Penso sia assolutamente giusto nel piano teorico, ma difficile da realizzare. Nel mio ruolo di amministratore di un porto commerciale, penso sia necessario fare tutto ciò che serve in termini di condivisione con la città, in una visione moderna del porto di Catania, ma senza che ciò costituisca un danno per le attività commerciali del porto. Come si fa? Intanto formandosi un’idea seria, costruendo modelli di sviluppo sostenibile e realizzandoli nel modo giusto, in modo da giungere ai risultati voluti nel tempo giusto. Dobbiamo cercare, prima cosa, di completare la ristrutturazione della darsena traghetti. Per fare il primo passo in avanti nei confronti dell’apertura del porto alla città, dobbiamo fare sì che i traghetti che oggi sono distribuiti in giro per il porto, possano tornare alla darsena. Appena insediato ho dato subito il via ai lavori, che sono iniziati a luglio 2022. I tempi per la riparazione, nella peggiore delle ipotesi, sono fine 2024. A quel punto potremo prendere non dico tutte, ma una buona parte delle navi traghetto e spostarle alla darsena. Questo vuol dire che i mezzi che percorrono la parte storica del porto quasi si azzereranno, quasi perché permarrà ancora la necessità di uso dello sporgente centrale che forse non si potrà del tutto eliminare nel medio termine, ma che vedremo di gestire al meglio”.

A questo proposito, ritiene possibile l’ipotesi, ventilata da più parti, di spostare tutto il traffico merci ad Augusta, lasciando a Catania soltanto la funzione di scalo crocieristico?
“È totalmente escluso, se non per la parte container. Questa è anche la seconda soluzione che potremmo adottare per aprire il porto alla città. A Catania esistono in questo momento diverse tipologie di traffico. Principalmente, però, lo scalo etneo è vocato ai traghetti e questa componente non si può spostare ad Augusta per carenza di infrastrutture e per evidenti complessità che colpirebbero tutti gli operatori del settore. Le compagnie, infatti, impiegherebbero due ore in più di navigazione all’andata ed al ritorno con tempi e costi aggiuntivi insostenibili alle attuali tariffe. Le linee rischierebbero di andare fuori mercato, costringendo gli operatori a rivolgersi altrove, con evidenti e gravissimi danni economici che non intendiamo minimamente correre per il bene della economia del porto e degli operatori catanesi tutti. I containers si possono invece spostare senza rischi perché il porto di Augusta è maggiormente infrastrutturato per questo tipo di traffico e questi servizi non avrebbero, come i traghetti, controindicazioni dannose per gli operatori ma, anzi, benefici. Questo però non deve far pensare che si possano ricavare ampie aree a disposizione della città all’interno del porto di Catania, perché l’enorme appetibilità che ha il porto nei collegamenti per traghetti fa sì che sia richiesto sempre più spazio per questo traffico. Il porto etneo è leader in Italia per il traffico traghetti, e ciò va tutelato. Recentemente, ad esempio, altre compagnie leader del mercato, oltre Grimaldi, hanno chiesto spazi per scalare Catania, dando l’opportunità ai cittadini di imbarcarsi in auto verso la Penisola. Dal 2024 dovrebbe partire questo nuovo servizio, per il quale abbiamo bisogno di giusti spazi a terra in porto. Come facciamo a garantire che nello sviluppo del porto ci sia una speranza per l’apertura del porto alla città? Lo snodo, come già detto, sta nella conclusione dei lavori sulla darsena entro il 2024. Solo così potremo avviare un processo virtuoso di riqualificazione urbana assieme al Comune, che offra spazi del porto aperti a tutti”.

Quali sono le vostre previsioni per la stagione crocieristica?
“È tornata la Royal Caribbean, che mancava da Catania da molto tempo e stiamo avendo le dovute interlocuzioni con altri operatori leader come MSC. Da Catania sono andati via in troppi in passato. Riconoscendo questo, accettando di ammettere gli errori fatti, possiamo risolvere le cose. Vorrei partire dall’avere quanto prima una stazione marittima seria, nuova e fatta bene, da usare anche quando le navi non ci sono, aprendola ad usi pubblici. Averla servirà a fidelizzare le compagnie di navigazione. Per questo spero di avviare i lavori di costruzione prima della conclusione del mio mandato. Dobbiamo capire, però, che non basta solo quello: va migliorato il livello complessivo del servizio offerto dal porto ai passeggeri ed alle navi, perché le compagnie di navigazione vanno dove trovano servizi e dove vogliono i loro clienti. Dobbiamo poi sfruttare la presenza dell’aeroporto, che può dare un valore aggiunto alle crociere. Attualmente, anche nei momenti migliori, Catania non ha superato i 180 mila passeggeri annui. Vogliamo puntare, con queste migliorie, ai 500 mila passeggeri nel volgere di alcuni anni”.

Francesco Di Sarcina presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia orientale

Piano regolatore portuale presentazione a settembre

È possibile immaginare un arretramento della linea di recinzione tra porto e via Colombo, per congiungere con un attraversamento pedonale e ciclabile il centro storico e il lungomare della Plaia?
“C’è una cesura tra la Plaia e la città. Ho chiarito al primo cittadino Enrico Trantino che oggi ci sarebbe in senso astratto la possibilità di farlo per buona parte dello sviluppo di via Domenico Tempio, ma ci sono dei punti dove il percorso è talmente stretto dentro il porto da non poter cedere neppure un millimetro. Ho suggerito di lavorare su via Tempio per restringere lo spartitraffico centrale e ridurre il marciapiede lato monte, in modo da guadagnare spazio per un passaggio lato mare più ampio e ospitare una ciclabile. è un piano medio tempore. Quando avremo la possibilità, invece, arretreremo noi la recinzione del porto consentendo la realizzazione di pista e marciapiede. Ma questo intervento sarà possibile solo dopo aver fatto il nuovo Piano regolatore del porto ed aver spostato alcune attività oggi insistenti in quell’area. Il PRP lo abbiamo già disegnato e prevede il completamento di questa riorganizzazione generale e lo spostamento delle attività che oggi fanno da collo di bottiglia. Auspico che con questo Piano l’intera città abbia ampi benefici, come merita. Il futuro dei singoli non comprometterà il futuro della collettività. Il Prp è per me un cavallo di battaglia. Lo presenteremo a settembre. Farò fare inoltre uno studio ad una Società qualificata per spiegare quali ricadute positive avrà il nuovo porto sul Pil della città”.

Francesco Di Sarcina presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia orientale

Verso la riconversione in un sistema green ma i tempi di realizzazione saranno lunghi

Qual è lo stato dell’arte dell’area dove una volta sorgeva l’ex cementificio e che ora è in stato di abbandono? Quale ritiene sia la soluzione migliore per risanare quella ferita urbana?
“L’Autorità di Sistema è pronta sempre a dialogare con il sindaco, se il primo cittadino riterrà che l’Autorità debba fare la propria parte all’interno di un processo di riqualificazione di qualità. Ciò detto, non credo che quell’area debba appartenere al porto. Il porto non deve invadere la città, ma deve semmai usare intensivamente le proprie aree. Se l’ex cementificio diventasse porto dovremmo recintarlo e mettere tutto sotto un regime di security che oggi esiste in porto. Dovremo estrometterlo dalla città e questo vuol dire che la via Domenico Tempio dovrebbe passare sotto l’attuale sede stradale, con costi, tempi e impatto enormi sulla città. Ho spiegato il mio punto di vista al sindaco col quale ho avviato un proficuo dialogo. Dico molto sinceramente: perché quell’area diventi di interesse del porto, è necessario che da essa sia consentito l’imbarco dei mezzi senza la loro immissione nel traffico urbano, altrimenti sarebbe un errore profondo. Non ci sarebbe alcun vantaggio per nessuno”.

Come procedono i lavori per il Molo di levante? Si riuscirà a rispettare la scadenza prevista?
“La progettazione esecutiva è approdata a un ottimo punto, subito dopo l’estate sarà consegnata a noi e a ottobre inizieranno i lavori. La costruzione dei massi si farà ad Augusta e via mare i massi verranno portati a Catania, per questo i primi tempi non si vedrà nulla a Catania. Si svilupperanno per concludersi nei primi mesi del 2026. A quel punto avremo realizzato il progetto di riqualificazione della passeggiata e affideremo i lavori alla stessa ditta che sta facendo gli interventi sul Molo di levante, per velocizzare. Prima di marzo 2026 desidero inaugurare la passeggiata. Altri interventi riguarderanno l’elettrificazione delle banchine. Il nostro obiettivo è essere un porto a impatto zero, che non comprometta l’ambiente circostante. Da questo punto di vista abbiamo un grande aiuto da Grimaldi, che ha navi “eco” che manovrano in porto in modalità totalmente elettrica. Noi cercheremo nei prossimi anni di alimentare le navi non equipaggiate come Grimaldi, con energia elettrica erogata da terra, così da far loro spegnere i generatori diesel di bordo. Una cosa molto importante per le navi da crociera, che consumano tanto, e un po’ meno per le altre. I tempi per realizzare un porto green saranno comunque lunghi. Serve un cambio totale di mentalità. La maniera più rapida per risolvere è comprare energia dalla rete, pagandola un po’ di più perché prodotta da fonte green. Vedremo col tempo. Noi abbiamo fatto un Piano energetico così come previsto dalla legge, abbiamo calcolato il valore di carbon footprint ed ogni volta cercheremo di ridurre questo valore fino ad azzerarlo appena ve ne saranno le condizioni. È un obiettivo di umanità, sensibilità e rispetto dell’ambiente”.

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