Giovani in fuga, migliaia via dalla provincia - QdS

Giovani in fuga, migliaia via dalla provincia

Vincenza Grimaudo

Giovani in fuga, migliaia via dalla provincia

sabato 16 Settembre 2023

Oltre 12 mila in meno negli ultimi dieci anni. Macaddino (Uil Trapani) commenta i dati del report della Cgia di Mestre: “Indispensabile legare università e lavoro per contrastare l’esodo”

TRAPANI – La provincia di Trapani sta diventando sempre più vecchia, mentre i giovani continuano a fuggire da questo territorio che offre sempre meno possibilità di un futuro stabile e sereno.
“Un dato allarmante, che deve fare riflettere i nostri rappresentanti istituzionali e politici su quali siano le misure urgenti da adottare nell’immediato per arginare l’emorragia di giovani dalla provincia trapanese”.

Sono queste le parole del segretario generale della Uil di Trapani, Tommaso Macaddino, a commento dei dati pubblicati dalla Cgia di Mestre. Nel rapporto “Giovani e lavoro” emerge come nel 2013 nel Trapanese i giovani tra i 15 e i 34 anni erano 102.948, mentre nel 2023 sono appena 90.297. In soli dieci anni, la variazione percentuale è stata del 12,3%. “Sono i dati di un esodo allarmante – aggiunge Macaddino – che ci consegnano un territorio sempre più vecchio e impoverito di quello che dovrebbero essere le nuove energie vitali di questa provincia. Questi numeri siano, invece, punto di partenza affinché si possano mettere in atto politiche mirate a favore della popolazione giovanile”.

L’unica soluzione, secondo la Uil, è di lavorare per una offerta accademica ancora più ricca. Nonostante negli ultimi anni il numero di corsi disponibili presso il polo didattico trapanese sia aumentato, secondo il sindacalista c’è ancora un ampio margine di miglioramento. “Bisogna pensare a percorsi universitari – sostiene Macaddino – che possano agevolmente collegarsi con i principali settori economici del territorio, in modo da innescare un circolo virtuoso tra università e lavoro”. Il futuro della provincia è indissolubilmente legato a quello dei propri giovani, ed è necessario dare loro gli strumenti necessari affinché possano realizzare le loro aspettative e progetti di vita e di lavoro. “E in tal senso – conclude Macaddino – un ingranaggio indispensabile del meccanismo deve essere costituito da quelle imprese del territorio che operano in maniera seria, creando lavoro vero, legale e sicuro, le quali devono fare la loro parte per attrarre le nuove generazioni in modo che quest’ultime possano dare valore aggiunto a questa terra tramite le loro competenze anziché esportarle in altri luoghi”.

L’esodo continuo di giovani non riguarda solo la provincia di Trapani, ma l’intera regione. Si parla di 200 mila giovani, tra i 15 e i 34 anni, tra il 2013 e il 2023, il 15,3% in meno, oltre il doppio rispetto alla media nazionale, che si ferma al -7,7%. A livello provinciale, tra le prime venti si trovano Messina (-19%), Enna (-18%), Caltanissetta (-17%) e Siracusa (-16,8%). Poco sotto Agrigento e Palermo (entrambe a -16%), Catania (-13,8%) e quindi Trapani (-12,3%). Se si guarda ai numeri assoluti, Palermo, con una riduzione di circa 50 mila giovani, sale al secondo posto nazionale dopo Napoli.

Il report della Cgia di Mestre si concentra sulla denatalità, ma in Sicilia questo elemento potrebbe non essere determinante, considerato che, secondo l’Istat, la Sicilia continua ad avere un tasso di fecondità dell’1,35 figli per donna, contro la media nazionale che si ferma a 1,24. L’ammanco, quindi, sembrerebbe essere dovuto più alla fuga di cervelli verso il resto della penisola o addirittura all’estero. Molto spesso, infatti, i giovani vanno a studiare fuori dai confini regionali e lì rimangono, dove il tessuto imprenditoriale riesce a creare connessioni con le sedi di studio tali da inserire subito nelle aziende i soggetti più preparati e competenti.

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