Mazzola: "L’antibiotico-resistenza è la sfida del secolo" - QdS

Mazzola: “L’antibiotico-resistenza è la sfida del secolo”

Angela Ganci

Mazzola: “L’antibiotico-resistenza è la sfida del secolo”

martedì 20 Febbraio 2024

Priorità urgente secondo l’Oms, che richiede un approccio intersezionale per evitare gravi rischi. Al QdS il direttore dell’Uoc di Malattie Infettive del S. Elia, Mazzola: “I batteri resistenti una pandemia strisciante”

CALTANISSETTA – Secondo il sito ufficiale del ministero della Salute, la resistenza agli antibiotici, o antibiotico-resistenza, è un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico, che è generalmente sufficiente a inibire o uccidere microrganismi della stessa specie.

In cosa consiste tale fenomeno, quali le cause e le conseguenze e come è possibile prevenirlo? Lo abbiamo chiesto al dottore Giovanni Mazzola, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive dell’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.

Dottore Mazzola, in cosa consiste l’antibiotico-resistenza?

“L’antibiotico-resistenza oggi rappresenta uno dei principali rischi per la salute umana ed è stata indicata dall’Oms tra le priorità mondiali richiedenti urgenti azioni su molteplici campi. I batteri resistenti agli antibiotici rappresentano una vera e propria pandemia strisciante e sono una delle prime sfide della sanità. Oggi si parla di una vera e propria emergenza anche in Italia con oltre 390.000 infezioni e oltre 11.000 morti, con un terzo dei casi registrati in Europa. L’Italia è al primo posto per le resistenze alle diverse classi di antibiotici comprese le cefalosporine e i carbapenemi”.

Quali sono le cause e gli effetti sull’organismo?

“Principale responsabile dell’insorgenza e della diffusione dell’antibiotico-resistenza (Amr) è l’utilizzo eccessivo e improprio degli antibiotici. L’ultimo rapporto di sorveglianza europeo ha evidenziato una massiva diffusione di batteri resistenti in diversi Paesi dell’Europa. Queste infezioni rappresentano un’enorme sfida a causa della disponibilità molto limitata delle scelte terapeutiche. Gli effetti sull’organismo sono quelli di determinare malattie con grave compromissione generale come le setticemie o dei singoli organi come per esempio le polmoniti e le infezioni gravi delle vie urinarie”.

Esistono differenze di genere o etniche?

“Il fenomeno dell’antibiotico resistenza riguarda principalmente le popolazioni in cui l’utilizzo degli antibiotici avviene in maniera inappropriata, indipendentemente dal genere o dall’estrazione etnica. Tuttavia, i Paesi che sono maggiormente sviluppati, in cui l’accesso e la prescrizione dei farmaci avviene in maniera agevolata, il rischio di contrarre malattie infettive resistenti agli antibiotici è più elevato”.

Si tratterà, a suo avviso, della patologia del secolo?

“Indubbiamente dopo la pandemia da Covid-19 che ha colpito centinaia di milioni di individui, le malattie provocate da super batteri resistenti a tutte le classi degli antibiotici, sono la vera sfida del secolo in quanto sarà necessario porre in essere una serie di strategie e di approcci One Health con il coinvolgimento dei settori ambientale, veterinario, comunitario e sanitario ospedaliero ed extraospedaliero”.

Come è possibile prevenirla?

“Il contrasto al fenomeno dell’antibiotico-resistenza passa attraverso una serie di obiettivi strategici con l’utilizzo coordinato di azioni che abbiano come fine la riduzione e l’incidenza dell’impatto delle infezione Amr. In particolare, rafforzare l’approccio One Health anche attraverso lo sviluppo di una sorveglianza nazionale, prevenendo la diffusione della resistenza degli antibiotici dell’ambiente. Inoltre, sarà necessario rafforzare la prevenzione e la sorveglianza delle infezione correlate all’assistenza in ambito ospedaliero e territoriale e promuovere l’uso appropriato degli antibiotici. Di rilevante importanza è la promozione dell’attività di ricerca per nuove metodiche diagnostiche e nuovi approcci terapeutici sempre più mirati. Infine, è di assoluta priorità migliorare la consapevolezza nella popolazione e promuovere le attività formative degli operatori sanitari e di coloro i quali lavorano nell’ambiente”.

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