Il giudice Livatino e la lotta in difesa dell’ambiente - QdS

Il giudice Livatino e la lotta in difesa dell’ambiente

redazione

Il giudice Livatino e la lotta in difesa dell’ambiente

martedì 05 Settembre 2023

Lo scorso fine settimana, all’interno dell’evento denominato Gabbara, si è svolto un partecipato incontro pensato per raccontare l’impegno giudiziario in favore del territorio

CALTANISSETTA – “Il Giudice Livatino ambientalista-L’attività di contrasto ai reati ambientali ieri e oggi” è il titolo di un partecipato incontro che si è svolto nei giorni scorsi all’interno della Tamtam Farm di Trabona, azienda agricola bene confiscato alla mafia gestita dall’Impresa sociale Tam Tam con attività di inclusione di persone appartenenti a categorie svantaggiate.

L’incontro ha avuto lo scopo di raccontare l’impegno ambientalista del Giudice Livatino, assassinato dalla Stidda nel 1990: un aspetto inedito e poco conosciuto dell’attività del magistrato agrigentino che indagava – con perizia e grande passione – anche contro abusi edilizi e incendi boschivi.

Nel decennio dal 29 settembre 1979 al 20 agosto 1989, come sostituto procuratore della Repubblica, Livatino si occupò delle più delicate indagini antimafia, di criminalità comune ma anche, nel 1985, di quella che poi negli anni Novanta sarebbe scoppiata come la “Tangentopoli siciliana”. Il servizio che, dal 21 agosto 1989 al 21 settembre 1990, prestò nel Tribunale di Agrigento fu quello di giudice a latere nella sezione penale e in quanto tale, si dedicò in modo a speciale alle misure di prevenzione, incluse quelle patrimoniali. La sua attività professionale è documentata nel volume di Mantovano-Airoma-Ronco, “Un giudice come Dio comanda-Rosario Livatino, la toga e il martirio”, edito da Il Timone, Milano 2021.

Rosario Livatino fu ucciso la mattina del 21 settembre 1990 sul viadotto Gasena lungo la Ss 640 Agrigento-Caltanissetta mentre, alla guida della propria auto, si recava in Tribunale. Per la sua morte sono stati individuati, grazie al testimone oculare Pietro Nava, i componenti del gruppo omicida e i mandanti, e tutti sono stati condannati, in tre differenti tronconi processuali.

Oltre a ricordarne le indagini contro i reati ambientali di Livatino, l’appuntamento della Tamtam Farm è servito a fare il punto su alcuni casi di inquinamento ambientale e crimini contro la natura che interessano il nisseno anche ai giorni nostri e sulle attuali dinamiche di contrasto all’ecocriminalità. Tra gli intervenuti Ennio Bonfanti, presidente di Wwf Sicilia centrale Odv e Coordinatore regionale delle Guardie ambientali Wwf; Domenico Bruno, commissario del Corpo forestale in quiescenza e collaboratore del giudice Livatino, attuale presidente del Conalpa Beato Rosario Livatino di Agrigento; Salvatore Patrì, avvocato, responsabile dell’Ufficio legale di Wwf Sicilia centrale Odv.

Il dibattito dedicato alla figura di Livatino è stato organizzato all’interno dell’evento denominato Gabbara (a n’antra banna) che si è concluso lo scorso 3 settembre con un week-end di incontri, concerti, cibo, socialità e solidarietà.

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