Il governo inciampa sulle province, si rischia una crisi sfiancante

Il governo inciampa sulle province, si rischia una crisi sfiancante

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Il governo inciampa sulle province, si rischia una crisi sfiancante

Antonio Giordano  |
lunedì 12 Febbraio 2024

Cancellate in diretta tv dall’allora presidente della Regione, Rosario Crocetta, le province siciliane stavano per tornare in vita.

Cancellate in diretta tv dall’allora presidente della Regione, Rosario Crocetta, le province siciliane stavano per tornare in vita ma si sono scontrate con almeno tredici franchi tiratori che le hanno impallinate al momento del voto in Assemblea. Il voto segreto ha fatto la sua parte, certo, e il risultato (40 voti contro 25) è chiaro. Tanto che il presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno appena visto il risultato sul display di Sala d’Ercole non ha potuto fare a meno di commentare con un chiarissimo “imbarazzante” che non è sfuggito ai microfoni. Per due volte in due settimane il governo è andato sotto in Assemblea: era accaduto con la legge sugli “impresentabili”, è accaduto nuovamente con il ddl sulle province. Segno di qualcosa che non va all’interno della maggioranza.

Incontri tra istituzioni

Il governatore Renato Schifani si trova ad affrontare politicamente una crisi parlamentare. Ha incontrato il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno per “un solido rapporto tra le due istituzioni, a differenza di quanto è accaduto, spesso, nel passato più o meno recente”. E “a proposito del voto sulle Province si è convenuto sul fatto che la mancanza dei voti necessari per l’approvazione del disegno di legge fosse imputabile a più forze politiche e non a un solo gruppo parlamentare”. Esprimendo il proprio rammarico “per il fatto che i deputati che hanno votato contro il ddl non abbiano manifestato il loro intendimento prima del voto d’aula, fornendo invece ampie rassicurazioni al presidente della Regione, poi smentite dai fatti”, per Schifani e Galvagno “incidenti di questo tipo non sono più accettabili, a maggior ragione su temi che rappresentano i pilastri del programma di governo”. Ma anche avvisando gli alleati: “nel caso in cui fatti del genere dovessero ripetersi, verranno assunte decisioni politicamente importanti”.

“Stucchevole sagra delle ipocrisie”

Della questione Schifani ne ha parlato anche con il leader della Dc Totò Cuffaro, salito a Palazzo per analizzare la situazione politica ma anche con il leader dell’Mpa, Raffaele Lombardo. Ancora in programma l’incontro con il nuovo responsabile della Lega in Sicilia, Marco Durigon. Il centrodestra però appare diviso a tale punto che, al momento, si esclude un rimpasto di governo anche se si rischia di trasmettere tutte queste tensioni all’interno dell’Aula dove adesso è attesa la norma che dovrebbe condonare alcune abitazioni costruite a poca distanza dal mare. Lo stesso Cuffaro era stato duro verso i soci del centrodestra: “È in atto una stucchevole sagra delle ipocrisie. Troppe ridicole dichiarazioni verginelle di rappresentanti della maggioranza che lamentano la mancata approvazione della legge sulle Province. ‘Excusatio non petita accusatio manifesta’. Chiedendo poi a Schifani di riproporre il disegno di legge per votare, sfumato l’election day di giugno, entro fine anno. Ma questo si potrà fare a partire dalla prossima sessione parlamentare, a marzo. Una cosa però certa è che la Dc (a differenza di Fratelli d’Italia) non vuole saperne di elezioni di secondo livello senza che ci sia la nuova legge.

“FdI ha lealmente sostenuto riforma”

“Fratelli d’Italia ha lealmente sostenuto questa riforma”, dicono i due coordinatori meloniani in Sicilia, Salvo Pogliese e Giampiero Cannella, “auspichiamo che il Parlamento possa legiferare nel più breve tempo possibile per immaginare la prima data utile, successiva alle europee, per far tornare i siciliani a scegliere i propri rappresentanti nelle Province ma, nelle more, occorre mettere subito fine all’esperienza commissariale e attuare la legge in vigore che prevede le elezioni di secondo livello negli Enti provinciali”. Intanto, sul fronte opposto, è partita la corsa per la leadership dell’ipotetica alleanza che i gruppi parlamentari di Pd, M5s e Sud chiama Nord stanno tentando di portare fuori dal Palazzo in vista delle regionali del 2027. Al leader di ScN Cateno De Luca, sconfitto da Schifani un anno e mezzo fa, si aggiunge Nuccio Di Paola, alla guida del M5s in Sicilia.

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