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Gregoretti, solo la Lega Nord vota il processo a Matteo Salvini

redazione web

Gregoretti, solo la Lega Nord vota il processo a Matteo Salvini

lunedì 20 Gennaio 2020

Via libera da quel che rimaneva della Giunta delle immunità del Senato - maggioranza ed esponenti del gruppo misto hanno disertato la riunione - all'autorizzazione a procedere per sequestro di persona chiesta dal Tribunale dei Ministri di Catania

La Lega Nord processa Salvini: via libera di quel che rimaneva della Giunta delle immunità del Senato – maggioranza ed esponenti del gruppo misto hanno disertato la riunione – all’autorizzazione a procedere per il capo della Lega Nord accusato dal Tribunale dei Ministri di Catania di sequestro di persona per circa centocinquanta persone, migranti e marinai della Guardia costiera a bordo del pattugliatore Gregoretti la scorsa estate.

La conclusione di una vicenda paradossale

La vicenda è, per molti versi, paradossale: la Giunta ha respinto la proposta del presidente Gasparri di negare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno con i voti dei cinque senatori della Lega.

A favore della proposta del Presidente hanno votato i quattro membri di Forza Italia e l’esponente di FdI. Ma poiché il regolamento del Senato prevede che in caso di parità prevalgano i no, la proposta di salvare Salvini è stata bocciata. Proprio dai suoi compagni di partito.

Anche perché la maggioranza ha disertato la riunione della Giunta, come logica conseguenza delle polemiche dei giorni scorsi prima nei confronti di Maurizio Gasparri, poi della presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Quest’ultima, irritualmente, invece di astenersi aveva votato perché su Salvini la Giunta si pronunciasse oggi, dando la possibilità a Salvini, secondo la maggioranza di “fare il martire” a pochi giorni dalle elezioni regionali.

Coloro che non hanno strumenti per distinguere le fake news

La destra conta sul fatto che chi non ha gli strumenti per distinguere le fake news, non comprenda che a votare contro Salvini è stato, su sua richiesta, il suo stesso partito.

Un paradosso, appunto. Ma preparato ormai da giorni, come potrete scoprire leggendo il nostro articolo di apertura di oggi.

Anche in Aula la Lega Nord annuncia che voterà per il processo

Dopo la votazione della Giunta delle immunità del Senato, si esprimerà l’Aula che darà il voto definitivo. La data del voto (prevista verso metà febbraio) verrà decisa dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.

I senatori della Lega hanno annunciato che voteranno per l’autorizzazione a procedere per Salvini anche nell’aula del Senato.

Salvini vuole “una difesa collettiva con mille avvocati”

E dopo la richiesta di un tribunale capace di ospitare i “milioni di italiani” a suo dire disposti a farsi processare con lui, l’ex ministro dell’Interno scivolato su una richiesta di “pieni poteri” ne ha sparato un’altra.

“Apriremo – ha detto – un indirizzo email per tutti gli avvocati che vorranno partecipare alla difesa in questo processo. Magari ci sarà una difesa collettiva con cinquecento o mille avvocati”.

Faraone, “Salvini un giullare che pensa di essere circondato da fessi”

“Un giullare che pensa di essere circondato da fessi” aveva definito ieri Salvini il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.

“Salvini è passato dal sovranismo al vittimismo, ma è solo tattica – è stato il commento del ministro Luigi Di Maio a margine del Consiglio Esteri Ue -. Il nostro obiettivo come parlamento deve essere di lavorare per i cittadini, la magistratura si occuperà della questione Gregoretti. Ciascuno si prenda le sue responsabilità”.

E la Lega Nord se l’è presa decidendo, da sola, di chiedere il processo per il proprio capo.

Una vicenda estremamente contraddittoria

E’ dunque quanto mai contraddittoria l’intera storia dell’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per la vicenda della nave Gregoretti, prima con pareri diversi tra le procure coinvolte e poi con uno “scambio di ruoli” tra maggioranza e opposizione nel votare contro l’ex ministro dell’Interno.

Questi rischia pene che vanno dai sei mesi ai 15 anni, a seconda dell’interpretazione che il Giudice darebbe in caso di condanna nell’eventuale processo, oltre che la decadenza da parlamentare in base alla legge Severino.

La vicenda giudiziaria della Gregoretti

La nave della Guardia Costiera Gregoretti fu bloccata da Salvini per sei giorni: a Catania, il 26 luglio scorso, e poi dal 28 al 31 luglio nel porto di Augusta, dove si era recata su indicazione del Comando generale della Capitaneria di Porto.

Già allora ci fu una diversa valutazione tra Procura di Catania, che il trenta luglio fece effettuare una ispezione sanitaria sulla nave, e quella di Siracusa, che il 31 sollecitò lo sbarco dei naufraghi.

Anche a sbarco avvenuto, la magistratura ha considerato in modo diverso i fatti. La Procura di Catania aprì subito un’indagine per sequestro di persona, chiedendo però a settembre l’archiviazione “per manifesta infondatezza della notizia di reato”.

Il Tribunale dei Ministri della città etnea – organo autonomo e diverso dalla Procura, che invece, come per il caso Diciotti, aveva confermato la richiesta di archiviazione – dopo ulteriori indagini, il 28 novembre, aveva chiesto l’autorizzazione a procedere per Salvini per il “reato di sequestro di persona, aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché di avere commesso il fatto in danno di soggetti minori di età”.

Lo scontro in Giunta per le autorizzazioni a procedere

La richiesta di poter processare Salvini è giunta in Senato il 18 dicembre scorso, e il tre gennaio è iniziato l’esame in Giunta per le autorizzazioni a procedere, nello stesso giorno in cui il leader della Lega ha presentato la propria memoria.

Secondo il Regolamento del Senato entro un mese la Giunta è tenuta a pronunciarsi, ma la data inizialmente fissata – il 20 gennaio – è stata rimessa in discussione vista la pausa dei lavori di Palazzo Madama per le Regionali.

Salvini tendeva a “fare il martire”

La maggioranza, favorevole all’autorizzazione al processo, poiché Salvini tendeva a “fare il martire” utilizzando la richiesta di autorizzazione a procedere nella sua propaganda per le elezioni regionali, ha cercato di evitare il voto in Giunta.

Così, temendo che la maggioranza potesse non esprimersi – e anzi, sfidandola a farlo – lo stesso Salvini è stato alla fine costretto a chiedere alla Lega Nord di pronunciarsi per il suo processo.

E così la proposta del relatore, il presidente Maurizio Gasparri, volta a negare l’autorizzazione a procedere, è infine stata respinta grazie ai voti dei senatori del Carroccio.

Che cosa avverrà adesso

Tutti si chiedono cosa avverrà adesso.

Entro i prossimi 30 giorni, in Aula potrebbe dunque arrivare il sì al processo anche se, sempre secondo il Regolamento di Palazzo Madama, l’Assemblea prende semplicemente atto delle decisioni della Giunta.

A meno che venti senatori non presentino una mozione di segno opposto, che a quel punto dovrebbe essere votata.

Si profila insomma, dopo quello che ha visto protagonisti Gasparri e la Casellati, un altro scontro sull’interpretazione dei regolamenti del Senato.

E la destra farà di tutto, al di là delle dichiarazioni di Salvini, per evitare il processo al leader della Lega Nord.

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