Presenti anche il sindaco Roberto Lagalla e il filosofo Maurizio Ferraris: ecco i temi al centro del dibattito all'Università di Palermo.
Tecnica e tecnologia, sempre più pervasive: realtà incontestabile quanto inquietante, sebbene il confronto con il crescente sviluppo dei procedimenti tecnici e dei macchinari con cui le materie prime vengono trasformati in prodotti lavorati, data sin dalla notte dei tempi. Almeno da quelli in cui gli umani appresero a cacciare con armi manufatte e a spostarsi per mezzo della ruota. Il vero problema del tempo attuale sta nel fatto che la tecnologia è oggi alla portata di tutti ed è sempre più complicato gestirla, controllarla, indirizzarla, non esistendo un codice di norme generali per farlo. “Un’ idea di ‘governo’ della tecnica si potrà concepire a condizione di far incontrare e comunicare umanesimo e tecnologia”. Parola del filosofo teoretico Maurizio Ferraris, docente all’Università di Torino, ospite d’apertura ieri a Humanities Week, prima edizione di una tre giorni di convegni, avviata ieri al Campus di Viale delle Scienze e in prosieguo oggi e domani a Palazzo Butera.
La finalità è quella di sviluppare idee e creare nuove collaborazioni tra studiosi di tutte le aree scientifiche sui temi strategici del Programma Horizon Europe: dalle relazioni tra scienze umanistiche e i temi del benessere alle migrazioni e la cittadinanza, dalla creatività e le eredità culturali ai nuovi approcci di ricerca umanistica agevolati dai sistemi digitali dell’Ict (Information Communication Technology). Superare, quindi, il dualismo tra scienze umane e discipline scientifico-tecnologiche. E potenziare il ruolo dell’umanista all’interno dei processi tecnici. A cominciare dal ruolo dei filosofi che – ha sottolineato Ferraris, “non possono restare arenati in un ambito speculativo e autocompiacente ma interagire, diventando motore di riflessione e analisi, con tutte gli altri campi del sapere, senza distinzioni”.
Humanities Week, l’attualità al centro del dibattito all’Unipa
Questo il messaggio di base dell’evento che, dice Annamaria Bartolotta, coordinatrice scientifica e organizzativa “ha una doppia natura, scientifica e divulgativa, per stimolare il dibattito critico e promuovere il dialogo anche al di fuori del mondo accademico, mediante l’interazione con i cittadini e le istituzioni pubbliche e private: una sfida che richiede appunto metodi e competenze interdisciplinari”.
Organizzata dai dipartimenti di Scienze Umanistiche, Culture e Società e Scienze Psicologiche, Pedagogiche, Esercizio Fisico e Formazione, la Humanites Week si avvale di specifici interventi anche di altri studiosi e esponenti del mondo digitale, come quelli l’antropologo Maurizio Bettini, docente all’Università di Siena, sul tema dell’identità che si costruisce dalle società del mondo antico (in programma nella giornata dell’8 novembre sempre al Campus Unipa), del neuroscienziato Vittorio Gallese e di Massimo Chiriatti, esperto di intelligenza artificiale e responsabile per l’Italia dello sviluppo delle infrastrutture tecnologiche del gruppo Lenovo, che interverrà sul tema della cosiddetta “incoscienza artificiale”.
Grazie agli interventi di post dottorandi si parlerà anche di accesso ai servizi da parte di migranti e cittadini, di cittadinanza digitale, di uso critico di media e social media e di diseguaglianze e inclusione sociale a questi legate. Nelle tavole rotonde, alcuni gruppi di lavoro delle facoltà di medicina e architettura porteranno la testimonianza dei loro lavori che già movimentano risorse del Pnrr. Ma verranno altresì presentati progetti nuovi, da far rientrare anche nell’alveo dei finanziamenti del Fesr Sicilia, misura spalmata sui contenuti di Horizon Europe.
Tra società, scienza e discipline umanistiche
“Sbagliamo a preoccuparci del rischio del prevalere dell’intelligenza artificiale su quella naturale, incarnata nel corpo umano – ha argomentato Ferraris nel suo intervento d’apertura – L’intelligenza artificiale non potrà mai sostituirla. Di certo la tecnologia genera cambiamenti problematici, per esempio sul mondo del lavoro, che dovranno essere governati. E sull’equità sociale, dato che la forbice tra poveri e ricchi si è allargata e continua a farlo. Nel centro di ricerca torinese Scienza Nuova stiamo lavorando a un progetto di welfare digitale per riaffermare il valore dell’individuo”. Ambiti di ricerca ai quali potrebbe connettersi anche l’Università di Palermo.
Va in particolare promossa un’apertura al mondo sanitario e a quello delle amministrazioni comunali. “L’idea è quella di aprire all’esterno la ricerca universitaria, attraverso una reciproca ‘fertilizzazione’ tra area umanistica e scientifica”, ha sottolineato Massimo Midiri, rettore dell’ateneo palermitano. Nelle tavole rotonde si presenteranno anche nuove proposte progettuali, da far rientrare nell’abito dei finanziamenti del Fesr Sicilia, misura spalmata sui contenuti di Horizon Europe.
“Bisogna ripartire da un umanesimo che guardi al futuro attraverso le tante sensibilità di cui la ricerca, specialmente attraverso discipline come letteratura e filosofia, sono in grado di esprimere”- ha detto il sindao Roberto Lagalla all’inaugurazione dei convegni. Rispetto alle sempre più complesse realtà che oggi le città manifestano, urge puntare sull’incremento dei processi di inclusione sociale e guardare alle esigenze degli strati più bisognosi, perché laddove sono più bassi gli skills culturali nella popolazione, più il degrado sociale si aggrava”.