Il curioso caso di Jaguar, che dimentica la propria storia - QdS

Il curioso caso di Jaguar, che dimentica la propria storia

redazione

Il curioso caso di Jaguar, che dimentica la propria storia

Chiara Vilardo  |
venerdì 09 Febbraio 2024

La XJ6 della Fondazione Tregua da un anno in attesa di una riparazione che l’officina ufficiale non sembra voler fare

CATANIA – Un marchio automobilistico di grande prestigio che sembra però poco interessato a tutelare la propria storia e la propria identità. Si potrebbe riassumere in questa breve frase la vicenda che ha riguardato la mancata riparazione di un’automobile storica del marchio Jaguar, datata 1996.

Si tratta, nello specifico, della Jaguar XJ6 della Fondazione Etica e Valori Marilù Tregua, ente costituito proprio allo scopo di preservare e promuovere il patrimonio culturale e storico, con particolare attenzione per quello automobilistico di pregio, con l’obiettivo di consentire al pubblico di apprezzare il valore intrinseco di marchi iconici, come appunto Jaguar.

Delusione e insoddisfazione, purtroppo, hanno caratterizzato in questa occasione l’operato, o forse sarebbe più corretto scrivere il mancato operato, del servizio assistenza clienti di Jaguar Italia. L’auto ha infatti accusato un guasto, ragione per cui è stata affidata per la riparazione, il 13 marzo 2023, all’officina ufficiale Jaguar Italia di Misterbianco (Catania). A distanza di ormai quasi un anno, l’automobile non è mai stata riparata e l’officina non ha mai fornito un preventivo in merito. Unica notizia ricevuta dal servizio clienti di Jaguar Italia è stata quella di ritirare il veicolo “perché impossibilitati a configurarlo per vetustà dello stesso”. Insomma, a un’inerzia durata un anno si è aggiunta la beffa finale.

La mancata riparazione, e quindi riconsegna dell’auto, ha privato la Fondazione dell’esposizione della stessa presso il Museo delle auto storiche, luogo dove si trovano in mostra le automobili dal valore storico di proprietà. Il mezzo in questione è peraltro considerato tra i più importanti tra quelli esposti. Come hanno spiegato dalla Fondazione, l’omessa riparazione di Jaguar XJ6, oltre ad arrecare un grave danno alla stessa e al suo Museo, rappresenta purtroppo un fatto che compromette anche la fiducia nella qualità dei servizi resi da Jaguar Italia e all’immagine della stessa casa automobilistica.

In merito, si è tentato di contattare proprio Jaguar Italia, nella persona del presidente Marco Santucci, e Asi (Automotoclub storico italiano) con il presidente Alberto Scuro, per esporre loro il problema riscontrato, considerando anche che il Museo della Fondazione è riconosciuto dall’Asi stesso, presente all’inaugurazione dello scorso dicembre. Tutti hanno preferito non entrare nel merito della questione, esprimendo rammarico per quanto accaduto ma senza fornire ulteriori pareri sul tema.

A sbottonarsi un po’ di più è stato Massimo Porta, presidente del Jaguar Club Italia. Nonostante, infatti, il club sia una Onlus del tutto indipendente da Jaguar Italia, Porta ha fornito una possibile spiegazione rispetto alla mancata riparazione dell’automobile, nonché dei consigli operativi su come procedere. Dal primo punto di vista, ha chiarito innanzitutto la natura del problema, trattandosi di un guasto che riguarderebbe software elettronici installati durante la gestione Ford e che Jaguar non supporta più da anni. Dunque, non sarebbe possibile materialmente risolvere il guasto. In questo caso, però, ci si chiede come mai si siano dovuti attendere un anno prima di avere una risposta negativa sulla riparazione…

Occorre tra l’altro ricordare che l’Asi ha promosso il riconoscimento della storicità dell’auto all’Agenzia parigina dell’Unesco. Ciò perché essa rappresenta un valore nella cultura e nella socialità delle persone.

In questo quadro, come sottolineato dalla Fondazione Tregua, risulta incomprensibile da parte di Jaguar la mancata disponibilità a riparare l’auto, tenuto conto che la fabbrica è in possesso di tutti i progetti necessari per approntare le soluzioni utili a un intervento risolutivo.

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: come può un marchio prestigioso come Jaguar lasciare “morire” una sua automobile storica? È di certo spiacevole che un episodio del genere possa mettere in cattiva luce il buon nome di Jaguar, anche in considerazione del danno materiale e immateriale che questa vicenda ha causato alla Fondazione Tregua e ai cittadini interessati a visitare il Museo delle auto storiche. La speranza è che questo accadimento possa quantomeno servire da monito per prossime eventuali questioni di questo genere. Ne va del buon nome di Jaguar e della soddisfazione dei suoi clienti.

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