È presente un notevole divario tra colf e badanti: la prima categoria, infatti, conta per il 64,5% del totale delle assunzioni.
L’età media in Sicilia avanza, molte famiglie anche giovani necessitano di aiuto nella gestione del lavoro domestico, ed è così che il settore dei lavoratori come colf e badanti continua a prosperare. Lo dicono i dati raccolti nel quinto rapporto annuale sul lavoro domestico, pubblicato in questi giorni dall’osservatorio Domina.
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Lavoratori domestici in Sicilia: i dati
Nel 2022, ultimo anno censito sulla base anche dei dati Inps, i lavoratori domestici regolarmente assunti nella sola Sicilia sono stati 35.601. È presente un notevole divario tra colf e badanti: la prima categoria infatti conta per il 64,5% del totale delle assunzioni. L’età media del lavoratore domestico è 47,7 anni e, per quanto riguarda le settimane lavorate, si registra una prevalenza di chi non ha completato l’anno lavorativo, come avviene nel 55,3% dei casi. Il datore di lavoro ha mediamente 66,2 anni ed è nel 60,2% dei casi una donna.
Una spesa da 250 milioni di euro
Per la retribuzione dei lavoratori domestici in Sicilia, nel 2022 sono stati spesi complessivamente circa 242 milioni di euro tra stipendio, contributi e Tfr. A livello provinciale, la distribuzione è piuttosto polarizzata per i collaboratori familiari, che nel 40,8% dei casi si localizzano nella provincia di Palermo, mentre per le persone che fanno da badanti la suddivisione risulta più omogenea, anche se la prima provincia è ancora Palermo con il 28,7%.
Sempre Palermo registra l’incidenza maggiore per i domestici: 7,8 colf ogni 1.000 abitanti, contro la media regionale a 4,8, mentre per i lavoratori come badanti il primato spetta a Messina, che arriva a 6,2 ogni 100 anziani, contro una media regionale del 3,9. In Sicilia la nazionalità più numerosa è quella italiana, che rappresenta il 46,7% del totale, seguita da quella asiatica, individuata nel 24,7% dei casi. Gli italiani, infatti, sono 16.635, e rappresentano il 6,1% sul totale nazionale.
Lavoratori domestici italiani: primo posto in Sardegna
A livello regionale, il maggior numero di lavoratori domestici di nazionalità italiana si concentra in Sardegna (39.429), seguita da Lombardia (33.957) e Lazio (24.243). In Sardegna, ben l’82,2% dei lavoratori domestici ha cittadinanza italiana, mentre in Lombardia (19,4%) e Lazio (19,7%) la percentuale è molto minore.
A livello nazionale i domestici italiani rappresentano il 30% del totale e, man mano che ci si sposta a Nord, l’incidenza è sempre meno intensa. A seguito della pandemia, in tutte le regioni si è registrato un aumento dei lavoratori domestici italiani, ma questa tendenza si ribalta tra il 2021 e il 2022, dove si segnala una riduzione nazionale del 6,6%. In Sicilia si segue lo stesso trend: se tra 2019 e 2021 la crescita è stata del 21,3%, tra 2021 e 2022 la riduzione è arrivata all’11,5%.
Numeri in aumento
Le regioni si dividono tra quelle ad elevata presenza di badanti come il Friuli Venezia Giulia in cui il 75% dei lavoratori domestici si occupa di assistenza o il Trentino Alto Adige (70,8%) e la Sardegna (69,8%), a differenza di regioni in cui la presenza di badanti è molto bassa, ad esempio nel Lazio, in cui l’incidenza di questi lavoratori non arriva al 30%. I numeri dei collaboratori domestici sono destinati a salire. Secondo le proiezioni Istat nel 2050 in Sicilia vi saranno 561mila anziani ultra-ottantenni, con una variazione 2023/2050 del 74,7%; dall’altra parte si prevedono 476mila bambini fino a i 14 anni. La componente anziana sarà quindi più numerosa di quella infantile; di conseguenza, il numero di badanti è destinato ad aumentare.