Il Papa e la Bellezza “Non è un anestetico” - QdS

Il Papa e la Bellezza “Non è un anestetico”

Carlo Alberto Tregua

Il Papa e la Bellezza “Non è un anestetico”

giovedì 29 Giugno 2023

Vaticano, Legge Fondamentale

Jorge Mario Bergoglio ci ha abituati alla trattazione di temi che normalmente la Chiesa ometteva. Uno di questi, ultimamente emerso dai suoi discorsi, è la Bellezza. Spiega Francesco che essa: “Non è un anestetico”, vale a dire che non deve essere utilizzata per assopirsi, piuttosto per vedere meglio le tante cose belle che ci sono nell’Universo, non solo quelle materiali, ma tutte quelle altre che si possono gustare con il cervello, come le letture.

La lode alla Bellezza è un aspetto non usuale della Chiesa di Roma perché potrebbe essere confusa con un inno ai sensi, che invece la religione cattolica intende controllare, per evitare che essi prevalgano sui modi di sentire.
Ma, se nel nostro Universo esiste la Bellezza, essa è stata creata, probabilmente, dal supremo Architetto. Se essa è stata creata vuol dire che è godibile e quindi le persone umane non fanno nessun peccato a goderne.
La Bellezza non è nelle cose obiettivamente belle, anche perché l’obiettività non esiste, come scriveremo dopo.

La figura della donna era rappresentata con dimensioni robuste ai tempi dei Greci, lo dimostrano le statue che ci sono state tramandate. Al contrario, in questo secolo i canoni di bellezza si riferiscono piuttosto alla magrezza come qualità da valorizzare. I gusti cambiano e vale sempre l’antico detto popolare non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace. Ciò non toglie che vi siano canoni obiettivi che indicano la Bellezza, distinguendola nettamente dalla Bruttezza.

Cosicché, ognuno di noi deve valutare con la propria testa (e non con quella degli altri) cosa si intende per Bellezza, per cui si deve affidare al proprio senso di valutazione, che va affinato ed educato attraverso la lettura costante, lunga cinquanta secoli (non solamente venti).
Per esempio, vi sono persone che amano il cibo, al di là del suo gusto, di come viene presentato o anche cucinato, e questo stimola la gola, la quale è, in qualche misura, nemica della nostra salute perché ci fa mangiare più di quanto sia necessario alla nostra sopravvivenza e ci fa bere prodotti poco utili alla nostra salute.

La Bellezza, indicata da Papa Francesco, ci fa per un momento deviare la nostra attenzione sulle regole che governano il più piccolo Stato del mondo, che è lo Stato della Città del Vaticano. Esso occupa una superficie di 0,44 chilometri quadrati e conta meno di 850 abitanti.
In contrasto alla sua minuscola dimensione fisica, esso è considerato da più parti come lo Stato più ricco del mondo, tenuto conto dei possedimenti di vario genere che appunto risiedono in tutte le parti del globo.

Inoltre, è uno Stato che non ha nessun problema democratico (non sappiamo se sia bene o male) perché governato dalla Legge Fondamentale, entrata in vigore il 7 giugno di quest’anno, che abroga le leggi dell’11 febbraio 1929 e del 2000.
Spulciare questa legge di appena 24 articoli è illuminante perché fa capire in modo chiaro e inequivocabile come funziona questo minuscolo Stato.
Vi diamo un conto estremamente succinto perché è bene distinguere l’aspetto politico da quello religioso.

A fronte del minuscolo numero di abitanti prima citato, da più parti viene stimato che la popolazione cattolica nel mondo superi il miliardo ed è fra quelle più diffuse nel globo terracqueo. I propri nunzi apostolici si trovano in 183 Paesi del mondo: essi hanno funzione di ambasciatori, che hanno relazioni con i capi di Stato dei Paesi ove risiedono.

L’articolo 1 della Legge Fondamentale recita: “Il Sommo Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ha la pienezza della potestà di governo, che comprende il potere legislativo, esecutivo e giudiziario”. Dunque, egli emette decreti, magari previa consultazione con gli altri vertici della Curia, ma ai quali nessuno può opporre alcunché. Tali decreti entrano in vigore nella data prevista dagli stessi.
Quando il Papa muore, dice l’articolo 3: “Durante il periodo di Sede Vacante, il Collegio dei Cardinali assicura la continuità delle funzioni dello Stato e ne esercita i poteri”.
Non vogliamo tediarvi con altre indicazioni perché chi voglia potrà leggersi l’intero testo nell’apposito sito.

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