Il sole fa male in Sicilia - QdS

Il sole fa male in Sicilia

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Il sole fa male in Sicilia

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 05 Aprile 2023

Sembra che tutto, invece di andare avanti, faccia passi del gambero indietro, come Sisifo la Sicilia fa una fatica immensa per portare i suoi pesi in cima.

Ma cosa sta succedendo da Voi in Sicilia?

Ciascuno di noi ha un figlio, un fratello, un nipote emigrato. Soprattutto negli ultimi dieci anni decine di migliaia di giovani sono partiti svuotando città e paesi. Ma mentre sono affaccendati in altre priorità, che in altri mondi sono prevalenti, ogni tanto danno uno sguardo alle notizie sul web che riguardano la terra da cui sono partiti. E quando chiamano per chiedere notizie sulla salute delle persone più anziane lasciate qui, la seconda domanda è “cosa sta succedendo in Sicilia?”.

Mettiamole in ordine. All’inizio dell’autunno è stato votato un nuovo Governo in Sicilia, da allora le principali notizie sono le seguenti: dopo lunghi, lunghissimi anni di gestazione sembrava che si facessero due termovalorizzatori per eliminare una delle piaghe dell’isola, la munnizza, risultato procedura sospesa dal nuovo Governo. La Sicilia dopo il Covid sembrava potesse rilanciarsi sul turismo ed è subito scandalo con sequestro carte da parte della GdF per il capitolo Cannes.

La piaga della scarsa trasparenza è endemica, viene arrestato l’assessore alla legalità e trasparenza di Pachino mentre intasca una mazzetta, ci sarebbe da ridere se non facesse piangere. Il PNRR, il piano energetico nazionale, perfino quello locale e la zia Concettina tracciano una rotta chiara, lo sviluppo delle energie alternative, e la Regione ne dichiara la sospensione autorizzativa.

I concorsi sono in alto mare e l’unica preoccupazione è stabilizzare precari amici di amici di amici. Però la prima priorità che sta cuore a tutti i siciliani, in casa e all’estero, è rifare le Province. Cosa sta succedendo? Perché tutta questa confusione, queste contraddizioni, queste marcie indietro. Se ci fosse un Gran Premio della Retromarcia vinceremmo ogni anno.

Un ragazzo che è partito cercando, non trovandone in Sicilia, opportunità a Londra o a Metz, a Francoforte o in Olanda, sentendo queste notizie di immobilismo e continuità negativa in Sicilia, può mai prendere la decisione di tornare?

Sembra che tutto, invece di andare avanti, faccia passi del gambero indietro, come Sisifo la Sicilia fa una fatica immensa per portare i suoi pesi in cima, e poi tutto rotola sempre indietro, un passo più indietro.

Ma perché siamo così improvvisati, incongrui, fuori dal tempo e dallo spazio che nel frattempo è cambiato, si è vieppiù interconnesso. Noi siciliani sembriamo volere essere mondo a parte, contrari alla pentola a pressione nell’era della carne sintetica. Se lo facessimo per un’ideologia, per quanto antistorica, glocalista, fiera ed orgogliosa, rivendicando indipendenza vera e reale ci sarebbe almeno un senso. Se avessimo l’Alta Corte di Giustizia per arbitrare i rapporti tra la Sicilia e lo Stato potremmo avventurarci in ipotesi di trattative e di indipendenza giuridico amministrativa. Ma con la Corte Costituzionale, nominata dal nostro spesso contendente, è pressoché impossibile.

Ma la motivazione per cui resistiamo al cambiamento è sempre la “cutra”. La verità è che il sistema isolano, fatto dalla congiunzione di politica e burocrazia, sta perdendo da tempo immemore il suo potere centralistico di intermediazione. Le decisioni passano da altri tavoli, nazionali o esteri, e non contiamo più nulla.

E allora che facciamo? Non cogliamo e non facciamo cogliere, proverbio antico di una pratica vecchia. Soltanto che questo potere ormai lo agitiamo sterilmente, perché poi non resistiamo, e facciamo retromarce e magre figure. Perché il mondo va avanti senza di noi, che pensiamo di poter contare qualcosa quando la verità è molto amara. L’unico vero potere sarebbe quello di riuscire a trattenere i nostri figli, non le autorizzazioni che neghiamo. E su quello il potere risulta più impotente del Bell’Antonio di Brancati.

Cosa succede in Sicilia ci chiedono i nostri ragazzi, niente diciamo, ci stiamo solo suicidando, ma con calma.

Così è se vi pare.

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