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Il valore del lavoro come fondamento di pace per una crescita umana e sociale dei giovani

redazione

Il valore del lavoro come fondamento di pace per una crescita umana e sociale dei giovani

mercoledì 26 Aprile 2023

Prosegue il percorso di collaborazione tra De Felice Giuffrida-Olivetti e associazione Bandiera della Pace

Una collaborazione che va avanti dal 2015 e che si rafforza, anno dopo anno, nel segno di un comune sistema valoriale ed etico per promuovere e favorire tali principi tra i giovani. È forse questo il significato più profondo del progetto che coinvolge l’istituto De Felice Giuffrida–Olivetti di Catania e l’associazione Bandiera della Pace. Un progetto che si concretizza attraverso un insieme di iniziative su varie tematiche d’attualità, coinvolgendo in prima persona studenti e studentesse, permettendo loro di intraprendere un percorso di crescita umana e sociale.

Tema del progetto portato avanti nel corso di quest’anno scolastico è stato quello del lavoro come fondamento di pace. Due concetti fondamentali, che possono essere considerati come “lenti” attraverso le quali i giovani dell’Istituto si sono approcciati al mondo che li circonda, sia nelle realtà più vicine che in quelle più lontane. Parlare di pace, quando spirano minacciosi e terribili venti di guerra, e parlare di lavoro in una fase storica in cui questo fondamentale diritto per l’uomo è sempre più minacciato e svilito. Una breve analisi che può far cogliere l’importanza di questa collaborazione, della comunione d’intenti che unisce l’Istituto De Felice Giuffrida–Olivetti e l’associazione Bandiera della Pace.

Ma, ancor più significative, sono le parole della dirigente scolastica della scuola, la professoressa Anna De Francesco, che ha ricordato con orgoglio e soddisfazione il significato profondo di tale iniziativa nel corso dell’evento conclusivo ospitato nella splendida cornice dell’Istituto Ardizzone Gioeni di Catania: “Quando ho assunto la carica di preside il progetto era già stato avviato dai miei predecessori e ho aderito con entusiasmo. Lo scopo è educare i giovani alla bellezza, all’impegno civile alla concretizzazione dei valori morali”.

Quest’anno – ha aggiunto – il tema è il lavoro che, oltre a nobilitare l’uomo ed essere cardine del primo articolo della Costituzione, è considerato come elemento di libertà. Perché l’indipendenza e l’essere impegnati in qualcosa aiuta l’essere umano a sentirsi parte integrante di un più grande disegno, quello della comunità, della socialità di una nazione e del mondo”.

La missione educativa del De Felice Giuffrida–Olivetti, d’altra parte, è fortemente orientata sul mondo del lavoro. “Come scuola – ha spiegato ancora De Francesco – ci impegniamo molto sull’orientamento in uscita. Quindi consideriamo gli stage, l’apprendistato di primo livello, i Pcto come fondamentali elementi formativi. Senza dimenticare i contatti con le agenzie di formazione, i progetti ministeriali, la collaborazione con Confindustria e con importanti realtà del turismo. Il nostro impegno è quello di creare una continuità tra scuola e lavoro, vogliamo dire ai nostri ragazzi che, con le competenze e la consapevolezza, nella nostra società si può crescere e lavorare”.

Un percorso virtuoso, quello che ha impegnato studenti e studentesse del De Felice Giuffrida–Olivetti durante quest’anno scolastico, attraverso l’approfondimento e lo studio di importanti tematiche e la realizzazione di vari elaborati. A raccontare nel dettaglio l’iniziativa stessa e il ruolo attivo dei ragazzi è stata la professoressa Agata Spina, responsabile del progetto per l’Istituto catanese: “Sono state coinvolte nelle ore curriculari otto classi, dalla prima alla quinta. È sempre interessante proporre un progetto che abbia come oggetto l’educazione alla pace. I ragazzi sono sensibili e rispondono alle attività che noi svolgiamo in classe, la manifestazione finale è l’espressione esterna, ma il lavoro in classe è quello fondamentale. Perché l’educazione mira proprio a sviluppare il senso etico della collettività, della cittadinanza attiva”.

Ricordando ancora una volta l’importanza di un’iniziativa riguardante il lavoro in una scuola a indirizzo economico, Spina ha spiegato: “L’associazione Bandiera della pace ha voluto far riflettere i ragazzi su altri aspetti del lavoro oltre quello primario della sussistenza. Cioè la capacità di sviluppare talenti e l’autorealizzazione. Ma anche il lavoro per il bene comune della collettività o il lavoro come creatività. In un tempo in cui lavoro rappresenta un tema complesso e difficile, abbiamo voluto fornire ai ragazzi un’altra chiave di lettura, quella di scegliere un’occupazione anche sulla base del proprio talento”.

E infine la considerazione più importante: “Il messaggio progetto è passato, me ne rendo conto ogni qualvolta nascano spontaneamente riflessioni, connessioni, scelte sul piano orientativo. Ma anche quando i ragazzi tirano fuori da sé stessi delle convinzioni o quando si percepisce che hanno modificato un loro pensiero, nato magari da condizionamento familiare o sociale. La capacità di elaborare qualcosa di personale e di creativo è un segnale di successo. Il progetto mira proprio a seminare i valori etici, che sono valori universali. Sicuramente poi la vita darà ai ragazzi la possibilità di farne tesoro e di spenderli nel loro futuro”.

Altro attore di questo importante progetto, come detto, è l’associazione Bandiera della Pace, nata nel 1995 e da allora attiva in numerose iniziative di carattere sociale, seguendo gli insegnamenti e l’esempio di Nicholas Roerich. Uomo di cultura russo, vissuto tra il XIX ed il XX secolo, noto per il suo impegno a favore della pace e a tutela dell’arte e della cultura. Tra le sue realizzazioni più importanti l’intesa, che non a caso prende il nome di Patto Roerich, siglata il 15 aprile 1935 alla Casa Bianca tra gli Stati Uniti e venti nazioni dell’America Latina. Un patto che, come spiegato dal vice presidente nazionale dell’associazione, Alfio Parisi, “anticipando la missione dell’Unesco mira alla salvaguardia di tutto ciò che è opera d’arte. Pinacoteche, musei, luoghi che contengono bellezza devono essere salvaguardati nei periodi di conflitto e promossi in quelli di pace”.

Da questo sostrato valoriale e culturale è nata la collaborazione con il De Felice Giuffrida–Olivetti. “Quello del lavoro come strumento di pace – ha aggiunto ancora Parisi – è un concetto fondamentale su cui riflettere e il modo migliore di farlo è coinvolgere le coscienze dei giovani, che sono sempre molto sensibili rispetto a questi temi. Una riflessione che riguarda anche il valore fondamentale del lavoro, ovvero la possibilità di di costruire qualcosa anche per i fratelli che ci stanno intorno. Penso, per esempio, alla costruzione di un museo o di una cattedrale, di qualcosa che contiene bellezza”.

Ragionare sul significato e sul valore della Pace, soprattutto oggi e specialmente con le nuove generazioni perché “promuovere la Pace nelle coscienze dei ragazzi è il primo passo per costruire una società migliore”.

Principi che stanno alla base dell’iniziativa e che hanno guidato anche l’interessante manifestazione finale, un momento di riflessione e di confronto, utile anche per esternare e presentare traguardi raggiunti in questi mesi di impegno e di lavoro. Ad animare il partecipato incontro, oltre alla dirigente scolastica Anna De Francesco, la docente responsabile Agata Spina con collegi e colleghe che l’hanno coadiuvata nel percorso e il vice presidente dell’associazione Bandiera della pace Alfio Parisi, anche numerose personalità di spicco nel mondo del lavoro, della solidarietà dell’associazionismo. Hanno dato, infatti, il loro contributo all’incontro Gaetano Azzolina (capo squadra esperto dei Vigili del fuoco), Marta Privitera (presidente Unitalsi sottosezione di Catania), Alessandro Fagnano (responsabile per la Comunicazione e per la promozione del comitato Sicilia per l’Unicef) e Fra’ Massimo Corallo (parroco della Parrocchia Santa Maria di Gesù). Un progetto, dunque, che si regge su solide basi e che guarda con decisione, speranza e fiducia al futuro, perché trae la sua forza da quei ragazzi e quelle ragazze impegnatisi in prima persona per la sua realizzazione.

Ragazzi e ragazze che saranno i cittadini del domani e che, sulla scorta di quanto interiorizzato grazie a questo percorso potranno costruire, “mattoncino dopo mattoncino” una nuova idea, un nuovo modello di società. Il cambiamento, è inevitabile che sia così, parte proprio dalle nuove generazioni ed è proprio “formandole” ed “educandole” al bello che la speranza rimarrà viva. Perché, si sa, è la bellezza che salverà il mondo.

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