Improvvisazione e raffinatezza, Hiromi: “Il Jazz come la vita, non si può pianificare né ripetere” - QdS

Improvvisazione e raffinatezza, Hiromi: “Il Jazz come la vita, non si può pianificare né ripetere”

redazione

Improvvisazione e raffinatezza, Hiromi: “Il Jazz come la vita, non si può pianificare né ripetere”

Gino Morabito  |
giovedì 05 Ottobre 2023

La pianista giapponese sarà in concerto anche in Sicilia: appuntamento il 6 novembre al Metropolitan di Catania

CATANIA – La virtuosistica capacità di intrecciare melodie intricate fondendo i generi in un abbagliante stile personale la rende impareggiabile. Hiromi Uehara, conosciuta sul palco semplicemente come Hiromi, è l’ultima di quella schiera di straordinarie eccellenze jazz in grado di segnare un cambiamento nel panorama musicale del 21° secolo.

Il debutto nel 2003

Dal suo debutto nel 2003, ha elettrizzato il pubblico e la critica a Est e a Ovest. Un’energia creativa che porta l’improvvisazione e la composizione a nuovi livelli di complessità e raffinatezza.

Pubblica “Sonicwonderland” e sbarca in Italia con il suo prestigioso tour. Il rivoluzionario talento pianistico della musicista giapponese sarà di scena per l’unica tappa siciliana al teatro Metropolitan di Catania. L’appuntamento con Hiromi’s Sonicwonder è lunedì 6 novembre alle ore 21.30. Uno spettacolo organizzato e promosso da Eventi Olimpo.

Il nuovo progetto “Sonicwonderland” arriva a due anni di distanza da “Silver lining suite”. Come ha preso forma l’idea di realizzare l’album?
“Ho incontrato Hadrien Feraud al basso nel 2016 e ho sentito da subito una chimica musicale molto speciale. Volevo suonare di più con lui, così ho avuto l’idea di fondare una nuova band. Più scrivevo, più il suono della band diventava chiaro. Avevo anche bisogno di un batterista che suonasse in modo organico e ho chiesto a Gene Coye, per di più lui è dotato di un grande senso dell’umorismo. Ma sapevo di avere ancora bisogno di un ulteriore strato di suono, che era la tromba. Allora ho cercato qualcuno con un sound molto caldo e allo stesso tempo un po’ più scuro e che suonasse con i pedali degli effetti: ho trovato Adam O’Farrill”.

Porta in tour il suo ultimo capolavoro declinato in “Hiromi’s Sonicwonder”. Che live sarà?
“Sarà uno spettacolo divertente, ad alto voltaggio energetico e con tanta improvvisazione”.

Lunedì 6 novembre al teatro Metropolitan di Catania per l’unica tappa siciliana. Cosa si aspetta dal pubblico e da sé stessa?
“Una fortissima passione verso la musica. Per di più, oltre a gustare l’ottimo cibo siciliano, amo viaggiare nelle sue città piene di meraviglie. È una regione così ricca di bellezza e con un’incredibile varietà di paesaggi, che è impossibile non amarla”.

Nel 2009 ha pubblicato “Duet” con il pianista Chick Corea, una registrazione live del loro memorabile concerto a Tokyo. Ci racconterebbe un aneddoto legato a quell’esperienza?
“Quando ci siamo incontrati, al di là dei saluti, non sapevo cosa dire. Lui mi ha sorriso indicandomi i pianoforti. Attraverso di essi abbiamo ‘parlato’, e quanto! Tutto intorno era pieno di musica e – tra noi due – un’interminabile appassionata conversazione attraverso quel linguaggio universale. Il vocabolario di Chick Corea era così vasto, che sembrava di camminare in una gigantesca biblioteca”.

Tra i suoi mentori, il bassista-arrangiatore jazz Richard Evans che, colpito dal talento della ragazza, la presentò ad un suo amico, il leggendario pianista Ahmad Jamal. Cosa ha rappresentato per lei e per la sua carriera?
“Ahmad Jamal è una persona che mi ha molto ispirato, sia musicalmente che umanamente. C’è una risposta che ha dato difronte a una domanda dei media, che tengo sempre a mente. Come un monito. Il giornalista gli chiese: ‘Qual è il miglior lavoro che ha fatto?’. E lui: ‘Il prossimo’. Ecco, questo è il tipo di atteggiamento da mantenere per tutta la vita. Ahmad Jamal ha sempre guardato avanti fino al giorno della sua morte. Era sempre alla ricerca di nuovi paesaggi sonori. Da grande vorrei essere come lui”.

Ha partecipato al disco “Jazz in the garden” del bassista Stanley Clarke, vincitore di un Grammy®. L’originale progetto è frutto di un’esplorazione continua che la contraddistingue e dell’utilizzo di una tavolozza sonora del tutto unica. Quando non sai cos’è, allora è jazz?
“È improvvisazione, la forma d’arte che non si può pianificare né ripetere. Il jazz è come la vita”.

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