L’Italia figura al 23esimo posto (su 27 totali) per uso della moneta digitale nella classifica della Bce. Banca d’Italia, in Sicilia su 14 transazioni a settimana, solo due effettuate con carta di credito
ROMA – Nel 2018, secondo la Banca d’Italia, gli acquisti senza contante effettuati in Sicilia hanno raggiunto i 150 miliardi di euro. Di questi, 200 milioni sono stati effettuati con carte di credito. Dunque si conferma nella nostra Isola la tendenza ad utilizzare la moneta elettronica solo in modo marginale.
A livello nazionale, invece, secondo i dati dell’Osservatorio mobile payment del Politecnico di Milano, si registra un trend diverso, ovvero una crescita su base annua del 9% dei pagamenti effettuati con carta di credito o debito. Questa modalità di acquisto ha riguardato, nel 2018, il 37% del totale dei pagamenti effettuati dalle famiglie italiane, per un giro d’affari complessivo di 240 miliardi di euro.
Con la manovra economica 2020, anche il Conte bis si sta interessando ai pagamenti digitali, che vengono visti come il principale mezzo di lotta all’evasione fiscale. Il tentativo, da parte del Governo, sarebbe quello di disincentivare l’uso del denaro contante, metodo ancora preferito da gran parte degli italiani e, soprattutto dai siciliani. Infatti, sempre secondo la Banca d’Italia, nell’Isola, in media, vengono effettuate 14 transazioni a settimana e tra queste, solo due con carte di credito o di debito. La diffidenza dei cittadini italiani verso la moneta elettronica, è stata sottolineata anche dalla Banca centrale europea, che ha posizionato l’Italia al 23esimo posto (su 27 in Europa) con una media di circa 65 pagamenti all’anno a testa.
Si tratta di un trend confermato anche dall’osservatorio Experian che ha analizzato l’andamento annuale dell’emissione di nuove carte in Italia. Lo studio, basato sui dati disponibili nel sistema di informazioni creditizie gestito da Experian, che raccoglie oltre 80 milioni di posizioni creditizie, ha preso in considerazione i dati relativi all’erogazione di carte di credito o debito, in Italia, durante il primo semestre 2018 e il primo semestre 2019. Le analisi realizzate su Ascend, l’innovativa piattaforma integrata di big data e analytics recentemente lanciata da Experian, ha evidenziato dati negativi in cinque fasce di età rispetto alle sei analizzate. Nel primo semestre 2019, rispetto al primo del 2018, è stata registrata, infatti, una diminuzione dell’erogazione di carte, nel dettaglio: -19,61% per i Senior (fino ai nati nel 1945); -15,65% per i Baby Boomer ( i nati fra il 1945 e il 1960); -15,11% per la Generazione X (1960-1980); -8,39% per la Generazione Y (1981-1995). L’unico dato positivo evidenziato riguarda la Generazione Z (dal 1995) che segna un +15,60%. Tuttavia, le carte erogate in questa fascia d’età rappresentano solo l’1,04% del totale.
Un trend negativo netto, è stato registrato, invece, per quanto riguarda l’erogazione a livello regionale delle carte di credito. In particolare, il Friuli-Venezia Giulia riporta un -15,68% mentre la Regione che soffre meno questa generale contrazione è la Calabria (-0,41%). La Lombardia rimane la Regione con il più alto numero di carte erogate, nonostante il calo del 12,55% che ha subito nel periodo analizzato. Anche il limite di credito medio delle carte ha subito una flessione. Infatti, il valore medio nel primo semestre 2019 è di 1.934 euro rispetto a 2.032 euro nello stesso periodo del 2018. Ovvero ha subito una diminuizione del 5%.
“Nonostante il dato molto positivo registrato dalla Generazione Z – ha commentato Carlo Gabardo, Head of analytics di Experian – si evidenzia un trend fortemente negativo per quanto concerne l’erogazione delle carte in Italia, esteso in tutte le regioni del paese. In altre parole – continua – le nostre statistiche per ora, almeno per quanto riguarda la titolarità di nuove carte, non mostrano alcun miglioramento nell’adozione della moneta elettronica. Chiaramente tutto questo andrà rivisto in caso di effettiva adozione dei provvedimenti normativi di incentivazione all’uso della moneta elettronica”.