Influenza australiana, boom contagi: sintomi e come curarla - QdS

Influenza australiana, boom contagi: sintomi e come curarla

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Influenza australiana, boom contagi: sintomi e come curarla

Redazione  |
lunedì 05 Dicembre 2022

Il picco invernale dell'influenza quest'anno è previsto in anticipo, tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio

L’influenza australiana 2022 è arrivata in Italia ed il numero dei casi infatti è cresciuto sensibilmente negli ultimi giorni. Ma quali sono i sintomi? E come va curata? “Stiamo registrando una grande richiesta di assistenza da parte dei pazienti: ne abbiamo tantissimi ammalati a causa dei virus influenzali, in particolare i più giovani. Quella dell’epidemia stagionale, quest’anno, è una curva molto concentrata: in una settimana si ammalano tante persone quante prima” del Covid “se ne ammalavano in 2”, ha riferito all’Adnkronos Salute Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), in merito al grande aumento dei casi d’influenza.

Picco tra fine dicembre e inizio gennaio

Il picco invernale, ricorda Cricelli, “quest’anno è previsto in anticipo, tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, e questo è evidente proprio perché si stanno ammalando tante persone tutte insieme”. La rapida diffusione del virus è legata al fatto che “ci sono meno protezioni, non si usa più la mascherina né altre precauzioni. Ci stiamo avvicinando alle feste natalizie, la gente circola molto. Quello che vogliamo ricordare, soprattutto ad anziani e fragili, è che l’influenza si prende nei luoghi affollati. E se ci si vuole proteggere, il suggerimento è usare la mascherina nei posti molto frequentati“, spiega Cricelli.

Sintomi influenza e come curarla

“L’influenza arriva con i soliti sintomi: una grande febbre con i brividi, dolori articolari, spossatezza. Dura qualche giorno, non c’è da allarmarsi, a meno che non si sia di fronte a una persona vulnerabile, anziana o con sintomi particolari. In questo ultimi casi il medico deve intervenire tempestivamente. Altrimenti si usano i normali farmaci sintomatici e, soprattutto, niente antibiotici”, ha sottolineato Cricelli.

Prevenzione fondamentale

“Ciò a cui bisognerebbe prestare attenzione è fondamentalmente la prevenzione”, ha ricordato l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata.. E cioè “evitare che le persone adulte o i fratellini più grandi, se influenzati, possano stare a diretto contatto con i bambini piccoli; evitare il fumo passivo certamente in grado di peggiorare le malattie respiratorie in età pediatrica; continuare, ove possibile, ad allattare al seno, considerando questo come l’unico meccanismo protettivo diretto di cui l’uomo può disporre contro le infezioni virali”. “Se tutto questo dovesse non essere sufficiente ad evitare che il bambino venga coinvolto da una forma importante di influenza quello a cui le mamme dovrebbero prestare grande attenzione è il controllo dell’alimentazione del piccolo paziente, perché il primo segno di una evoluzione sfavorevole della malattia virale è la riduzione della nutrizione“, ha aggiunto.

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