Anche i decessi rosa in aumento: nell’Isola sono stati 7 contro i 5 registrati nel 2020. Sicurezza: strada causa più incidenti tra donne impegnate in conciliazione casa-lavoro
ROMA – Gli infortuni sul lavoro femminili denunciati in Sicilia sono stati 8.017 nel 2021 (dato provvisorio): contro i 7.668 del 2020 (+ 4,5%). Nel 2019 le denunce erano state 9.817 (- 18,3%).
Gli infortuni mortali femminili denunciati in Sicilia nel 2021 (dato provvisorio) sono stati 5 contro i 7 casi del 2020.
Sono questi alcuni dei dati che, alla vigilia della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, la Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail ha reso noto analizzando i dati mensili del periodo gennaio-dicembre 2020-2021, rilevati al 31 dicembre di ciascun anno, e quelli annuali del quinquennio 2016-2020, rilevati al 31 ottobre 2021.
Nel quinquennio 2016-2020 emerge una riduzione complessiva del 10,8% delle denunce di infortunio presentate all’Inail, dalle 640.989 del 2016 alle 572.018 del 2020. Se tra gli uomini si è registrata una diminuzione del 20,3%, da 410.725 a 327.307 casi, le denunce di infortunio delle lavoratrici sono invece aumentate del 6,3%, dalle 230.264 del 2016 alle 244.711 del 2020.
Negli anni ante pandemia 2016-2019, in particolare, l’incidenza dei casi occorsi alle donne sul totale degli infortuni è rimasta pressoché costante e pari mediamente al 36%, mentre nel 2020, complice anche il più elevato numero di contagi Covid-19 delle donne rispetto agli uomini, è risultata in aumento di sette punti percentuali (43%).
A livello territoriale, rileva l’Inail, i decessi risultano in aumento in tutte le aree geografiche del Paese e in particolare al Nord, dai 51 casi mortali del 2019 ai 106 del 2020, mentre al Meridione si è passati da 30 a 52 decessi e al Centro da 20 a 30.
Nel 2020 gli infortuni non mortali femminili si concentrano per i due terzi al Nord (66,5%), seguito dal Centro (17,7%) e dal Mezzogiorno (15,8%). Per i casi mortali le percentuali si attestano al 56,4% per il Nord, al 16,0% per il Centro e al 27,6% per il Mezzogiorno.
L’aumento delle denunce femminili del 5,9% registrato nel 2020 rispetto all’anno precedente è la sintesi di un incremento del 16,9% al Nord e di diminuzioni al Mezzogiorno e al Centro, rispettivamente del 12,9% e dell’8,8%.
I primi dati, ancora provvisori, sulle denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail nel corso del 2021, pubblicati alla fine di gennaio 2022 nella sezione Open data del portale dell’Istituto, emerge complessivamente un lieve aumento (+0,2%) rispetto al 2020, da 554.340 a 555.236 casi. Il lieve aumento dello 0,2% su base annua è legato esclusivamente alla componente maschile, che registra una crescita del 10,6% (da 320.609 a 354.679 denunce), mentre quella femminile presenta un decremento del 14,2% (da 233.731 a 200.557).
Concentrando l’attenzione sui dati annuali più consolidati, aggiornati al 31 ottobre 2021, nel quinquennio 2016-2020 i decessi denunciati tra le lavoratrici sono stati 75 in più, dai 113 del 2016 ai 188 del 2020, pari a un incremento percentuale del 66,4%, quasi il doppio rispetto alla crescita del 36,2% registrata nello stesso arco di tempo tra i lavoratori, con 386 casi mortali in più.
Nel 2021, invece, i casi di infortunio mortali denunciati all’Inail sono stati nel complesso 1.221, 49 in meno rispetto alle 1.270 dell’anno precedente (-3,9%). Questo calo riguarda sia la componente maschile, i cui decessi denunciati sono stati 37 in meno, da 1.132 a 1.095, sia quella femminile, che ha fatto registrare 12 casi mortali in meno, da 138 a 126.
Il confronto tra il 2020 e il 2021, sottolinea l’Inail, richiede cautela in quanto i dati delle denunce mortali, più di quelli relativi alle denunce complessive, risentono di una maggiore provvisorietà, anche in conseguenza della pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare tempestivamente alcune ‘tardive’ denunce mortali da contagio. Per un confronto più corretto e puntuale, anche in ottica di genere, si dovrà quindi fare riferimento alla Relazione annuale dell’Istituto di metà anno, in occasione della quale saranno diffusi gli Open data annuali anche del biennio 2020-2021, più consolidati rispetto a quelli mensili, con l’aggiornamento al 30 aprile 2022.