Israele in rivolta dopo la riforma della giustizia, ecco perché - QdS

La pena di morte per i terroristi e le proteste: Israele nel caos – VIDEO

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La pena di morte per i terroristi e le proteste: Israele nel caos – VIDEO

Redazione  |
mercoledì 01 Marzo 2023

La riforma della giustizia e il Paese in rivolta: ecco cosa sta accadendo a Israele.

Israele è nel caos: a Tel Aviv sono in corso proteste, rivolte e scontri con la polizia in vista dell’approvazione della nuova riforma sulla giustizia che sta facendo discutere il mondo e che “riaccende” (ammesso che si sia mai spenta) la questione palestinese.

Sarebbero già (almeno) 23 gli arresti e anche Amnesty International è intervenuta sulla questione, condannando le violenze della polizia contro i manifestanti.

Rivolta, questione palestinese e proteste a Israele

La tensione a Israele è sempre più alta. Migliaia di persone sono scese in piazza, bloccando strade, autostrade e perfino i treni. La polizia non ha fatto attendere la propria reazione, iniziando a utilizzare idranti e granate assordanti contro i manifestanti.

“Dobbiamo mostrare tolleranza zero nei confronti degli anarchici che attaccano gli ufficiali di polizia, rompono le barriere delle forze dell’ordine e portano l’anarchia nel Paese”. Questo è il commento del ministro per la Sicurezza Nazionale di Israele, Ben Gvir, di fronte alle rivolte che si stanno diffondendo a macchia d’olio.

In mattinata, i protestanti avrebbero bloccato la route 1 fra Gerusalemme e Tel Aviv, bloccando anche le stazioni ferroviarie e le principali arterie della città. Perfino nelle scuole non c’è pace: contro la riforma della giustizia, infatti, sembra stiano protestando anche studenti e genitori. “Israele non diventerà una dittatura”, si legge nel comunicato del Comitato organizzatore della protesta.

Terrorismo e la riforma di Israele sulla pena di morte

Al contrario di quanto si possa pensare, a protestare non sono soltanto i palestinesi e gli oppositori del Governo. Anche diversi “comuni” cittadini israeliani si sarebbero schierati contro la riforma.

Una riforma giudiziaria che prevede la pena di morte per le persone accusate di terrorismo. Nel testo sarebbe previsto anche che rientri nella definizione di “terrorista” chiunque abbia “intenzionalmente o meno la morte di un cittadino israeliano per motivi razziali o di odio e con l’obiettivo di danneggiare lo Stato di Israele e la rinascita del popolo ebraico nella propria patria”. E i riferimenti ai “soli” palestinesi sembrano evidenti.

La condanna di Amnesty

Sulle proteste vicino all’Azrieli Center, le cui cruente immagini sono state diffuse sul web, e a Tel Aviv si è espresso anche Amnesty International, condannando le violenze.

“La libertà di protesta è un diritto fondamentale ancorato sia nel diritto israeliano che in quello internazionale e condanniamo ogni violenza contro i protestanti”, si legge in una nota di Amnesty Israel.

“Le immagini da Azrieli sono difficili da guardare e purtroppo le abbiamo viste diverse volte nei vari episodi di protesta in giro per il Paese e in altri territori in cui le violazioni di diritti umani raggiungono livelli da record. Non c’è motivo di usare la violenza contro i protestanti e, secondo noi, la polizia avrebbe dovuto reagire diversamente alle proteste”.

Il messaggio si conclude con un appello alle autorità: “Chiediamo alle autorità di Israele – in particolare il Governo, la polizia e gli altri Enti e Corpi coinvolti nel mantenimento dell’ordine pubblico – di rispettare il diritto a protestare. Sopprimere le proteste per ragioni politiche, specialmente utilizzando violenze non necessarie, è contrario al diritto internazionale e ai più basilari diritti umani”.

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