Istat, autunno difficile per la Sicilia: l'isola è in permacrisi?

L’autunno difficile per il commercio in Sicilia: l’isola è in “permacrisi”?

Daniele D'Alessandro

L’autunno difficile per il commercio in Sicilia: l’isola è in “permacrisi”?

Antonio Giordano  |
sabato 04 Novembre 2023

I dati Istat sulle previsioni di vendita per i prossimi mesi non promettono nulla di buono per il commercio in Sicilia

Non si prospetta un autunno facile per il commercio in Sicilia. Nelle stime preliminari Istat per la Sicilia nel mese di novembre, per le vendite al dettaglio si parla del -0,2% in valore e del -0,3% in volume rispetto al mese precedente, quindi ottobre 2023. Su base annua, sempre per la Sicilia, si prevede, a novembre, un +2,1% in valore e un -3,8% in volume. Sono questi i dati di partenza dai quali partirà l’analisi di Confcommercio Sicilia nella due giorni organizzata al Verdura Resort di Sciacca (lunedì e martedì). L’associazione parla di un quadro complicato e di uno stato di “permacrisi”, di crisi permanente dopo il Covid, l’aumento del costo delle materie prime, l’inflazione e adesso le crisi legate alla situazione internazionale.

I consumi in calo in Sicilia

A ottobre, sempre in Sicilia, rispetto al mese precedente di settembre, sono risultate in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari (-0,2% in valore e -0,7% in volume) che quelle dei beni non alimentari (rispettivamente -0,3% e -0,4%). A livello tendenziale, i beni alimentari sono cresciuti del 4,9% in valore e sono diminuiti del 3,8% in volume, mentre i non alimentari registrano una variazione negativa sia in valore (-0,3%) sia in volume (-4,4%). Da qui la preoccupazione che, al di là del periodo delle festività natalizie, sino alla fine dell’anno il segno “-” possa essere il leit motiv sia della grande distribuzione quanto delle vendite al dettaglio, alla luce di una sempre più persistente contrazione dei consumi. L’elaborazione è dei dati dal centro studi Confcommercio.

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Un confronto necessario

La prossima settimana tutte le articolazioni della confederazione del commercio si confronteranno per tracciare un punto sul lavoro che è stato fatto ma anche su quello che c’è da fre. “Insieme alla permacrisi, viviamo un altro fenomeno nuovo: c’è chi l’ha chiamata de-globalizzazione, chi l’ha chiamata ri-globalizzazione, chi nuova globalizzazione”, spiega chiarisce il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, “di sicuro, siamo all’alba di una nuova geografia mondiale della politica e dei mercati, dove globale e locale si incrociano e si ricompongono in maniera inedita. E, in questo contesto, la Sicilia deve essere chiamata a ritagliarsi il proprio ruolo, deve riuscire a farsi spazio. Ma questo non potrà accadere se non andremo incontro a una stagione nuova da attuare per il mondo delle imprese, da un lato, e per quello delle istituzioni dall’altro, che spesso viaggiano su binari paralleli, senza mai incontrarsi”. Per questo Manenti parla di “necessità” di un incontro-confronto, “senza cui progettare il futuro, proprio perché ci stiamo confrontando con situazioni critiche, non è possibile”.

Le preoccupazioni generalizzate per la tenuta dei consumi

Ma a temere per la tenuta dei consumi sono anche gli analisti della grande distribuzione organizzata che vedono come l’inflazione stia erodendo la capacità di acquisto delle famiglie italiane e a conferma di questo trend al ribasso ci sono anche di dati elaborati dall’osservatorio Jakala-Confimprese. Secondo i dati relativi a settembre la Sicilia ha subito un calo di vendite nel settore ristorazione, abbigliamento-accessori e altro retail del -2,8% (nonostante il boom turistico). Un dato che presenta una marcata volatilità nei dati relativi alle città di provincia. A cominciare da Palermo a +4,3%, in pieno recupero rispetto al negativo di agosto, seguita da Messina a +3,2%. Tutte le altre province registrano flessioni importanti, soprattutto Siracusa -8,7% e Ragusa -7%. Trapani chiude a -6,1%. Caltanissetta presenta perdite più contenute -2,6%.

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