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La magia dell’opera dei Pupi a Catania dei fratelli Napoli

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La magia dell’opera dei Pupi a Catania dei fratelli Napoli

Antonio Licitra  |
domenica 20 Febbraio 2022

Da ieri e fino ad oggi al Piccolo Teatro della Città di Via Ciccaglione, va in scena lo spettacolo “La tragedia di Macbeth” di William Shakespeare e portata sul palco dai pupi della marionettistica

Da ieri e fino ad oggi al Piccolo Teatro della Città di Via Ciccaglione, va in scena lo spettacolo “La tragedia di Macbeth” di William Shakespeare e portata sul palco dai pupi della marionettistica dei Fratelli Napoli.

In esclusiva per il Quotidiano di Sicilia, i cugini Fiorenzo ed Alessandro Napoli hanno raccontato lo spettacolo e la tradizione della scuola dei pupi catanese.

“La tragedia di Macbeth, adattata dal professore Alessandro Napoli, è uno spettacolo un po’ diverso da quelli che portiamo generalmente in scena. In questo caso, l’epica lascia il tempo e lo spazio ad un testo di William Shakespeare”  – dichiara Fiorenzo Napoli.

Gli fa eco il professore Alessandro Napoli, che ne ha curato l’adattamento.

“Shakespeare viene riscoperto dall’ottocento romantico. I pupi nel loro codice di rappresentazione hanno molti ingredienti teatrali che furono cari all’ottocento romantico. Nel nostro lavoro di traduzione, riduzione ed adattamento abbiamo voluto sposare la fiorita parola di Shakespeare con i nostri codici di rappresentazione. Siamo forti di questa scelta perché nella tragedia ci sono elementi che troviamo anche nell’opera dei pupi con gli assassini e l’eroe vincitore che ristabilisce la giustizia come fanno i nostri paladini.”

Cosa è U Parraturi e come si realizza un pupo?

“Nell’opera dei pupi, in ambito di scuola catanese, troviamo “U parraturi” ed “A parratrici” che, invece, non è presente in quella palermitana e quella acese. U scannappoggiu, invece è il ponte di animazione sul quale salgono i manianti da ritta ed i mananti da manca. I primi tengono tutti i pupi onesti, leali e giusti. Invece, i manianti da manca animano i personaggi sinitri, infami e traditori.

Un pupo si realizza con l’occhio attento e la curiosità che si ha da bambini. Io sono nato in una famiglia di pupari. La nostra era una casa-bottega dove ho cresciuto anche i miei figli e dove adesso giocano i miei nipoti. Siamo una famiglia che ama questo mestiere ed ognuno di noi ha un ruolo specifico.”

Quali sono i progetti futuri?

“Nell’immediato realizzeremo una commemorazione di Nino Amico che è stato un personaggio fondamentale per la tradizione dell’opera dei pupi che realizzeremo al Museo Internazionale dell’Opera dei Pupi e successivamente abbiamo una collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, già avviata negli anni precedenti, dove porteremo in scena diversi spettacoli. Continueremo, inoltre, con i laboratori nelle scuole e continueremo a produrre spettacoli al Piccolo Teatro della Città. Infine, dovremmo andare anche in Ungheria per il Festival del Sacro, presentando lo Spettacolo su Sant’Agata. Uno spettacolo del quale siamo particolarmente orgogliosi.”

Dove è possibile visionare i vostri pupi? Ed inoltre, esiste un corso per chi volesse diventare puparo?

“La famiglia opera giornalmente nella nostra casa-bottega in Via Reitano 55 a Catania. Lì dentro queste creature fatte di legno e metallo prendono forma e diventano armonia, diventando straordinari incantatori.

Spesso è capitato di realizzare alcuni corsi in bottega ed inoltre realizziamo da esperti esterni alcuni corsi  e laboratori PON negli istituti scolastici“.

Antonio Licitra

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