La Nouvelle Vogue della sinistra - QdS

La Nouvelle Vogue della sinistra

Antonino Lo Re

La Nouvelle Vogue della sinistra

Giovanni Pizzo  |
martedì 30 Maggio 2023

Stavolta non li hanno visti arrivare sul serio. Si sono fermati ai blocchi di partenza

Stavolta non li hanno visti arrivare sul serio. Si sono fermati ai blocchi di partenza. Evidentemente gli elettori delle amministrative, quegli zotici che abitano le periferie coatte delle città italiane, non leggono Vogue. Eppure il nuovo Verbo della sinistra giallorossa era chiaro, più diritti civili e una bella rivoluzione armocromatica.

Ma niente, quegli incivili sono dei sub coscienti, non afferrano il senso del futuro targato Schlein, ed hanno continuato a votare centrodestra come alle politiche. La sinistra cambia il manico, che non è una novità, ha cambiato più segretari che ragazze Weinstein, ma perde lo stesso. Ci vorrebbe un Me too per i segretari del PD per quanto vengono molestati. L’effetto Schlein è solo nei sondaggi, ma non regge alle urne, quando invece di cose vaghe e sogni onirici devi scegliere candidati, liste, programmi. Queste ‘volgavi’ cose materiali, basiche, il pane della politica, danno un profondo fastidio ai segretari dello zoccolo duro delle primarie. Il Paese va da una parte loro dall’altra.

Il centrodestra vince quasi tutti i ballottaggi, in Toscana e nelle ex Marca rossa, Ancona. Il centrosinistra perde rovinosamente, a parte Vicenza. Ma li avran votato i gatti che hanno avuto promesso una moratoria gastronomica. È una debacle fragorosa ad un anno dalle europee. Se il PD perde quella competizione, cioè fa il risultato peggiore di sempre alle europee, già sappiamo. Cambia segretario, ormai non è una pratica politica, ma uno sport da bocciofila.

Una riflessione a parte si può fare in Sicilia. A parte a Catania, dove la Corazzata Potemkin intorno a Trantino vince nella città di destra, presa in giro da Brancati, gli elettori premiano, come avevamo previsto, i civici. Tutti e tre i Sindaci civici uscenti di Siracusa, Trapani e Ragusa, o vanno al ballottaggio o vincono a primo turno, come Cassì a Ragusa e Tranchida a Trapani.

Ma anche a Catania se guardiamo bene il risultato non vince la destra. Senza Lombardo, il quale prende un terzo dei voti di coalizione,  che definire di destra è come dire che gli asini volano, Trantino non vinceva. Se poi gli sottraiamo Cuffaro, a cui la parola destra sta stretta come la cruna dell’ago della parabola, praticamente il centrodestra non andava da nessuna parte. Vincono i partiti locali di gran lunga, lo è in fondo pure quello di Sammartino. Se il centrosinistra voleva vincere a Catania doveva andare in ginocchio da De Luca e candidarlo. Lui intanto si incorona Sindaco per la quarta città siciliana, la Taormina di White Lotus, record assoluto. Il Sindaco di Sicilia è lui.

Così è se vi pare.

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