L’aurora di bianco vestita - QdS

L’aurora di bianco vestita

Pino Grimaldi

L’aurora di bianco vestita

venerdì 06 Agosto 2021

E’ quella che è sorta martedì 3 scorso con l’inizio del “semestre bianco” tempo antecedente alla fine del mandato del Presidente della Repubblica che viene privato (sic!) della prerogativa che ha di sciogliere le Camere.
Questo tout court perché nulla è detto su cosa possa fare un povero inquilino del Quirinale in caso di guerra, disastri naturali, pandemie e similari, a dimostrazione che il Costituente si preoccupò sì del Capo dello Stato, ma solo ad usum Delphini.

Meglio fece – con tutto rispetto- Ruggiero Leoncavallo nel 1904. La sua “Mattinata” stupenda melodia cantata per primo da Enrico Caruso e poi cavallo di battaglia di tutti i tenori – Boccelli per ultimo – nei primi due versi recita” l’aurora di bianco vestita/già l’uscio dischiude al gran sol” quasi profetizzando ciò che sarebbe accaduto a partire dal primo semestre bianco della presidenza Einaudi ad oggi: con tanti ad intravedere “l’uscio dischiuso” per la propria elezione o rielezione.

A proposito della quale tutti i passati Presidenti, tranne Segni dimessosi per malattia e Leone ingiustamente infangato per il caso Lockheed, hanno in cor loro – ma non solo – sperato nella rielezione avendone ira tremenda come accadde a Pertini che si era convinto d’essere rieletto.
E’ accaduto a Napolitano, ma solo per due anni di mandato creando nugoli di domande costituzionali senza risposte. Ma, a detta chiara, forte e precisa dell’attuale Presidente non dovrebbe accadere entro il 3 Febbraio 2022. Pur osservandosi che rieleggere Mattarella risolverebbe una enormità di problemi: governo Draghi per un altro anno e mezzo (elezioni politiche primavera 2023) a mettere al sicuro il Paese con la migliore collocazione possibile dei 225 miliardi del RP/EU.

Un piano di tal fatta sarebbe elettoralmente e politicamente un terno al lotto per 5Stelle e PD ed un colpo al cuore per la destra. E dati i numero in parlamento e la certezza che almeno i tre quarti di deputati e senatori non torneranno a frequentare i saloni – lasciamo perdere le Aule – di Palazzo Madama e Montecitorio ,la rielezione di Mattarella – detto terra, terra – consentirebbe loro di finire la Legislatura con annessi e connessi che umanamente si possono capire (non accettare!”).

Vi sarebbe il tempo per una legge elettorale. L’attuale non può gestire l’elezione di 400 deputati al posto di 630 e 200 senatori al posto degli attuali 315 (gli “a vita” rimarranno, decadono?) .
E non sarà facile perché i classici, maggioritario e proporzionale con premi medaglie e similari configgono con gli interessi delle due parti maggiori: Pd con la sinistra peduncolata a dritta e manca e gli stellati sinistra anarcoide, sono per il proporzionale non avendo che poche personalità elettoralmente rappresentative e poi molti senza ne arte ne parte e la destra per l’opposta ragione preferisce il maggioritario.
Saranno i nostri scout (leader non ve ne sono o quasi) della politica capaci di tutto questo?

L’aurora passerà; ma le chiavi dell’uscio a chi sa leggere e scrivere .
Toto modo.

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