Lavoratori siciliani in malattia, aumentati del 20% i certificati medici

Il boom dei lavoratori siciliani in malattia, aumentati del 20% i certificati medici

Antonino Lo Re

Il boom dei lavoratori siciliani in malattia, aumentati del 20% i certificati medici

Michele Giuliano  |
sabato 22 Luglio 2023

Gli aumenti sono ascrivibili sia al settore pubblico che al settore privato: i dati Inps

La seconda parte del 2022 ha segnato un netto aumento dei certificati medici presentati dai lavoratori siciliani rispetto all’anno precedente. C’è da dire che segue un po’ l’andamento medio nazionale. I dati dell’Inps dicono che i certificati presentati tra giugno e dicembre 2022 sono stati 987.002, contro gli 809.215 dello stesso periodo nel 2021; le giornate richieste sono passate da poco più di 4 milioni a poco meno di 4 milioni e mezzo. I beneficiari totali sono stati 499.650 nel 2022, contro i 403.693 del 2021. Gli aumenti sono ascrivibili sia al settore pubblico che al settore privato, mentre in termini di giornate il dato va analizzato in maniera distinta, perché l’aumento è da attribuire per intero al settore pubblico, mentre nel privato è stato segnata una leggera diminuzione. In entrambi i compartimenti è aumentato il numero dei beneficiari.

Certificati di malattia, il trend nazionale

L’aumento registrato in Sicilia segue come dicevamo il trend nazionale: nel secondo semestre dell’anno 2022 sono arrivati complessivamente in Italia 16,4 milioni di certificati, di cui il 77,9% dal settore privato, con un incremento complessivo rispetto allo stesso periodo del 2021 pari a +29,9%. I certificati di malattia del terzo trimestre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, registrano un incremento del 41,4%, essendo passati da 4,7 milioni del 2021 a 6,7 milioni nel 2022. Per quanto riguarda il quarto trimestre dei due anni a confronto, il numero dei certificati passa da 7,9 milioni del 2021 a 9,7 milioni del 2022, con un incremento più contenuto (+23%). Per comparto territoriale, l’incremento dei certificati nel 2022 rispetto al 2021 nel terzo trimestre è maggiore al sud (+47,8%), seguito dal centro (+45,8%), mentre la percentuale minore si registra al nord (+37%).

Più certificati dalle donne

La distinzione per genere vede prevalere le donne (+47,5%) rispetto agli uomini (+36,4%). In merito alla classe di età la percentuale più elevata è quella dei lavoratori ultracinquantenni (+48,2%), mentre più attenuata è la distanza tra la fascia di età 0-49 (+38,6%) e fino a 29 anni (+33,3%). Per quanto riguarda invece il quarto trimestre, l’incremento è uniformemente distribuito da un punto di vista geografico, con maggiore equilibrio tra nord (+24,8%) e centro (+25%) rispetto al sud (+17,2%). La distinzione di genere registra un maggior incremento relativo alle donne (+24,1%) rispetto agli uomini (+21,9%); mentre per le fasce di età prevale l’incremento degli ultracinquantenni (+28,4%). La gestione delle visite fiscali è stata cambiata a partire dall’1 settembre 2017, quando le funzioni di controllo sono state raggruppate in capo al “Polo unico per le visite fiscali”, ovvero la struttura Inps competente per le visite mediche di controllo dei dipendenti sia pubblici che privati.

Le visite di controllo

I controlli sullo stato di malattia dei dipendenti possono avvenire solo attraverso strutture sanitarie pubbliche, quali l’Inps e l’Asl. Le visite di controllo vengono gestite da un unico soggetto, sia per i datori di lavoro privati che per gli enti pubblici: per l’appunto il cosiddetto “Polo unico per le visite fiscali”. Ne fanno parte le amministrazioni dello Stato, le scuole di ogni ordine e grado; le Regioni, le Province e i Comuni. Ancora, le istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le camere di commercio, il servizio sanitario nazionale. Si aggiungono i magistrati, il personale della carriera prefettizia e diplomatica, gli avvocati e i procuratori dello Stato, i docenti e ricercatori universitari, il personale delle forze armate, dei corpi armati dello Stato, e il corpo nazionale dei vigili del fuoco. Sono esclusi i dipendenti degli organi costituzionali, enti morali, aziende speciali ed enti pubblici economici, il personale della Provincia autonoma di Trento e gli altri enti ad ordinamento provinciale soggetti a specifiche norme locali.

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