Lavoro, Bankitalia "Sale l'occupazione in tutte le regioni, partecipazione femminile resta bassa" - QdS

Lavoro, Bankitalia “Sale l’occupazione in tutte le regioni, partecipazione femminile resta bassa”

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Lavoro, Bankitalia “Sale l’occupazione in tutte le regioni, partecipazione femminile resta bassa”

redazione  |
giovedì 03 Novembre 2022

Nel 2021 e nella prima metà del 2022 l’occupazione è cresciuta in tutte le macroaree regionali con l’espansione del lavoro dipendente

Nel 2021 e nella prima metà del 2022 l’occupazione è cresciuta in tutte le macroaree regionali d’Italia, grazie all’espansione del lavoro dipendente. Nei mesi estivi le posizioni lavorative hanno registrato una frenata soprattutto nel Mezzogiorno, anche in seguito al forte rallentamento del comparto edile. E’ quanto emerge dal report della Banca d’Italia “Economia delle regioni italiane. Dinamiche recenti e aspetti strutturali”.

La partecipazione femminile al mercato del lavoro resta bassa

Inoltre, scrivono da via Nazionale, la partecipazione femminile al mercato del lavoro resta bassa, in particolare nel Mezzogiorno. Il divario di genere si accentua tra i genitori di bambini in età prescolare, risentendo di una ripartizione disuguale degli oneri di cura della famiglia. Nelle province dove la disponibilità di servizi di assistenza alla prima infanzia è maggiore si osserva anche un più elevato tasso di attività delle madri di bambini piccoli.

Inflazione è fortemente salita in Italia

L’inflazione è fortemente salita in Italia, risentendo principalmente del rincaro dei beni energetici. L’eterogeneità territoriale negli andamenti dell’inflazione si è accentuata nel 2022, con una perdita di potere d’acquisto più marcata nel Nord Est e nelle Isole. E’ quanto emerge dal report della Banca d’Italia ‘Economia delle regioni italiane. Dinamiche recenti e aspetti strutturali’, riferito ai primi sei mesi dell’anno.

Nel primo semestre i rincari dei beni energetici hanno colpito famiglie meno abbienti

Nel dettaglio, sul fronte delle imprese i rincari di energia e materie prime hanno determinato un significativo aumento dei costi di produzione. Circa la metà delle aziende industriali del Nord vi ha fatto fronte aumentando i prezzi di vendita; le imprese dei servizi hanno più spesso rinegoziato i contratti di fornitura, ridotto i livelli di attività e compresso i margini. Guardando alle famiglie, invece, nel primo semestre di quest’anno i rincari dei beni energetici hanno colpito soprattutto le famiglie meno abbienti. La povertà energetica, significativamente più alta nel Sud e nelle Isole, tenderebbe ad aggravarsi.

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