In Sicilia lavoratori introvabili, buco nero commercio e servizi - QdS

Il lavoro c’è, mancano i lavoratori: in Sicilia “introvabili” nel commercio e nei servizi

Michele Giuliano

Il lavoro c’è, mancano i lavoratori: in Sicilia “introvabili” nel commercio e nei servizi

venerdì 07 Aprile 2023

Mancano anche operai specializzati e conduttori di impianti, i più richiesti quelli con diploma professionale. Unioncamere: il 35,1% delle aziende in questi settori hanno più difficoltà a trovare

La contraddizione della disoccupazione in Sicilia: numeri altissimi di persone che non riescono a trovare un lavoro e, contemporaneamente, quasi la metà delle richieste di profili professionali rimangono inevase.

È un dato che si ripete nel tempo, che necessita di una riflessione profonda, una riorganizzazione della formazione sul territorio, perché si possa reperire con più facilità il personale necessario per le imprese. I numeri vengono dall’indagine di Unioncamere, in collaborazione con Anpal, che elaborano i dati raccolti attraverso il sistema informativo Excelsior.

All’indagine hanno partecipato quasi 116.000 imprese, campione rappresentativo delle imprese con dipendenti al 2021 dei diversi settori industriali e dei servizi, e le rilevazioni sono particolarmente interessanti perché il Sistema Excelsior è inserito nel Programma statistico nazionale, per cui prevede l’obbligo di risposta.

Lavoro, i dati in Sicilia

A marzo, in Sicilia, erano state previste 21.930 entrate nel mondo del lavoro: 4.180 riguardano la categoria dirigenti, professioni con elevata specializzazione e tecnici, il 19,1% del totale; 7.690 riguardano i ruoli di impiegati, professioni commerciali e nei servizi (35,1%). Ancora, 7.270 sono gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (33,1%), mentre 2.790 sono le assunzioni nelle professioni non qualificate, per il 12,7% del totale.

Numeri interessanti, se non fosse che il 42,5% di queste posizioni sono di difficile reperimento: nel 25,9% dei casi, per totale mancanza di candidati, nel 14,2%, per preparazione inadeguata. Nella categoria che registra il maggior numero di entrate, quella relativa al commercio e ai servizi, il 36,2% delle posizioni rimarrà scoperto. Anche gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine sembrano essere un bene prezioso: le difficoltà a trovare le persone giuste salgono al 50,1%.

Tanti posti vacanti nell’Isola

In tutte le categorie i numeri si mantengono alti: i dirigenti, le professioni con elevata specializzazione e i tecnici mancano nel 44,3% dei casi; paradossalmente neanche le professioni non qualificate si trovano con facilità, anzi.

Il 37,5% dei posti rimangono vuoti, nel 31,2% dei casi per mancanza di candidati. Per titolo di studio, le entrate previste sono distribuite variamente: il 33,8% delle richieste non richiede alcun titolo di studio, il 16,2% solo una qualifica o un diploma professionale. Nel 34,4% dei casi è richiesto il diploma di scuola media superiore, nello 0,4% un diploma Its, e nel 15,3% delle richieste, il titolo universitario.

Lavoro, aumento della domanda tra i giovani

A livello nazionale, sono oltre 417 mila i contratti programmati dalle imprese nel mese di marzo e sono circa 1,3 milioni quelli previsti per il trimestre marzo-maggio, con un incremento della domanda di lavoro pari a quasi 59mila unità rispetto a marzo 2022 (+16,3%) e 143mila unità sul corrispondente trimestre 2022 (+12,6%). L’aumento riguarda principalmente la domanda di giovani che passa da 101mila entrate programmate di marzo 2022 alle 132mila entrate previste per il mese in corso, e quella dei lavoratori immigrati, attestandosi a quasi 79mila entrate, contro le poco più di 60mila a marzo 2022.

Logistica, servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone, industrie metallurgiche, industrie del legno-arredo e costruzioni sono i settori in cui la necessità di lavoratori immigrati superiora il 20% degli ingressi programmati. Nella penisola, a incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono i settori legno-arredo (59,2%), costruzioni (58,5%), metallurgia (58,3%), tessile e abbigliamento-moda (58%).

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