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Le nuove priorità regionali

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Le nuove priorità regionali

Giovanni Pizzo  |
lunedì 10 Ottobre 2022

Sono importanti, per la politica, gli assessorati considerati i luoghi del potere. Ecco le scelte che dovrà fare il nuovo Governo regionale.

La nascita del Governo regionale si arrovella di scelte. Soprattutto per quegli assessorati che la politica considera fondamentali luoghi del potere, fonte di voti e di consenso, i cosiddetti assessorati di prima fascia. Sanità, Agricoltura, Infrastrutture. Sono importanti anche perché hanno una ramificazione territoriale, tra ospedali, ispettorati agrari e geni civili. Poi certo ci sono gli assessorati di seconda fascia pure importanti per la politica. L’Economia, dove ci sono il bilancio e le partecipazioni, e il Lavoro.

Soltanto che questa classificazione è ormai vecchia, ed ancora figlia del secolo scorso. Dove la Sicilia aveva un peso legislativo diverso, ed un bilancio che gli consentiva scelte autonome. Le priorità oggi, soprattutto per l’Isola, sono altre. Innanzitutto spendere i soldi del PNRR, molti dei quali sulla transizione ecologica. E poi attrarre investimenti, visti i pochissimi capitali pubblici e privati di cui l’isola dispone.

Pertanto gli assessorati più importanti oggi sono gli assessorati cosiddetti del “no” o del nulla. Quelli che bloccano gli investimenti con logiche prestabilite, o solo con una burocrazia inefficiente.

In quest’ottica gli assessorati fondamentali, per la crescita e lo sviluppo dell’isola, sono gli assessorati a Energia e Rifiuti, all’Ambiente e Territorio, ai Beni Culturali. Questi ultimi sia per la parte relativa alla valorizzazione insufficiente dell’enorme patrimonio, sia a quella paesaggistica, non dotata di sufficiente analisi tecnica complessiva.

Continuare a parlare di Sanità, quando abbiamo visto lo scarso peso di autonomia delle scelte durante la pandemia, o di Agricoltura che è ormai sganciata dalla politica, sia per i fondi europei predefiniti in altre sedi, sia per le dinamiche dei produttori, è antistorico e figlio di logiche vecchie è inutili. Logiche spartitorie in mondi che non hanno più niente da implementare e quindi spartire.

I cittadini siciliani chiedono energia a basso costo, e nel caso degli agricoltori farsi, senza perdita di tempo, un fotovoltaico che aiuti ed integri l’azienda agricola. Chiedono che le tasse sui rifiuti non aumentino, e per questo bisogna fare subito, ieri e non domani, i nuovi impianti. Chiedono che i loro investimenti non vengano bloccati da logiche di conservazione senza valorizzazione. Chiedono che le autorizzazioni ambientali siano delle vie, e non dei muri di gomma.

Chi si occuperà di questi temi farà il bene dei cittadini siciliani, ed avrà visibilità politica, che è oggi il valore primario anche per vincere le elezioni. Chi si vorrà occupare solo di precari, forestali, stabilizzazioni promesse e quasi mai mantenute, non farà il bene dell’isola, e spesso non prenderà nemmeno i voti che spera.

Così è se vi pare.

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