L'economista Onado: “Recessione già in atto, senza garanzie chissà quante imprese avrebbero chiuso” - QdS

L’economista Onado: “Recessione già in atto, senza garanzie chissà quante imprese avrebbero chiuso”

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L’economista Onado: “Recessione già in atto, senza garanzie chissà quante imprese avrebbero chiuso”

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sabato 05 Novembre 2022

Recessione già in atto in Italia. Lo pensa Marco Onado, uno dei maggiori esperti italiani di diritto bancario. L'intervista al QdS.

“In Italia la recessione è già in atto”. Sono le parole di Marco Onado, uno dei maggiori esperti italiani di diritto bancario, che interviene in esclusiva per il Quotidiano di Sicilia sul poco realistico recupero delle garanzie statali sui finanziamenti erogati alle imprese durante il Covid e sulla loro gestione affidata dal governo Draghi alla partecipata del Mef Amco con il decreto Aiuti bis. Parole che rendono chiara la difficile realtà in cui le imprese si devono muovere per saldare i loro debiti.

Professore, è d’accordo con Tremonti o le imprese riusciranno a restituire quei prestiti e riusciremo ad evitare un pesante scostamento?

“La risposta mi sembra abbastanza ovvia. Non credo che si possa identificare un rischio specifico per questi crediti e quindi il problema va ricondotto alla solvibilità generale delle imprese che in questo momento però non stanno attraversando un bel momento. La recessione ormai è in atto e la guerra sta facendo pagare il suo prezzo. D’altra parte, non credo che ci siano alternative. A partire dall’idea che queste garanzie siano state fondamentali per mantenere in vita l’attività produttiva nel momento del Covid: se non ci fossero state chissà quante avrebbero chiuso. Non è che ci fosse un’alternativa. Quindi la garanzia statale è stata una decisione coerente. Poi è arrivata la guerra e io sono abbastanza polemico su questo punto perché sta portando l’Europa in recessione, che in Italia è già in atto. Ricordo sempre che siamo passati dall’anno in cui avevamo il tasso di crescita più alto della nostra e più alto d’Europa, a quello in cui siamo tornati ad essere il fanalino di coda”.

In questo contesto, la “mossa” di Draghi di affidare ad Amco la gestione dei crediti è stata corretta o era più opportuno intraprendere un’altra strada?

“Questi sono aspetti tecnici che non controllo. Non so se sia una scelta corretta o no però è stata una decisione istituzionalmente coerente”.

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