Bottaro-Attanasio e S. Panagia: la mappa della mafia a Siracusa

Dalla pace alla spartizione del territorio, ecco la nuova mappa del potere mafioso a Siracusa

Antonino Lo Re

Dalla pace alla spartizione del territorio, ecco la nuova mappa del potere mafioso a Siracusa

Simone Olivelli  |
martedì 05 Marzo 2024

L'inchiesta della Polizia di Stato ha fatto luce sull'attuale contesto criminale e sulla pericolosità degli indagati

“Se non diamo un segno che qualcuno si fa male, non ci stanno credendo. Ci vogliono mandare tutti al carcere, invece gli spariamo noialtri”. I ripetuti riferimenti al possibile uso delle armi, di cui sarebbero stati ampiamente in possesso, sta alla base del fermo disposto stamani dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania nei confronti di Giuseppe Guarino, Corrado Piazzese, Luigi Scollo e Steven Curcio. Gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia e hanno colpito il clan Bottaro-Attanasio che a Siracusa storicamente si spartisce il territorio con il gruppo di Santa Panagia, a sua volta legato alle famiglie Nardo-Aparo-Trigila, ramificazioni della famiglia di Cosa nostra etnea Santapaola-Ercolano.

L’inchiesta – coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Fabrizio Aliotta – ha fatto luce sull’attuale contesto criminale e sulla pericolosità degli indagati. Violenza che a più riprese è stata manifestata non soltanto con le parole, come nel caso degli spari esplosi a gennaio scorso contro l’abitazione di un uomo accusato di non avere saldato un debito. È il denaro, ancora una volta, a muovere i rapporti all’interno della criminalità organizzata, indirizzando gli affari ma anche mettendo a rischio i legami. Soldi che vengono tirati su con lo spaccio di droga, ma che nelle bische clandestine hanno un altro canale di approvvigionamento. Seppure non altrettanto affidabile: se la ludopatia infatti garantisce la presenza di clienti, la solvibilità delle vittime può rivelarsi un problema.

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La spartizione dei profitti

Al primo piano di una delle palazzine che a Siracusa, una dopo l’altra, costeggiano via Luigi Cassia, nel quartiere Santa Lucia, meglio conosciuto come Borgata, ogni anno a Natale ci si ricorda di come i tempi delle faide tra i Bottaro-Attanasio e il clan di Santa Panagia appartengano al passato. A dimostrarlo è la bisca clandestina che, stando a recenti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, viene organizzata con il coinvolgimento di entrambe le compagini criminali. Ogni cosca incasserebbe il 40 per cento dei proventi, lasciando il restante 20 alla padrona di casa.

A detta dei partecipanti e dello stesso Guarino, ritenuto il reggente dei Bottaro-Attanasio, la donna non sarebbe stata sempre in grado di gestire le attività della bisca, incidendo in negativo sulle sorti finanziarie dei giocatori, per una criticabile gestione dei fidi da concedere in occasione delle perdite ma anche per una volubile disponibilità a consentire il gioco tramite prestiti. “Questa sta chiamando a tutti. Lo sai cosa ha detto alle persone? ‘Anche se ci fa dare i soldi alla casa, non è un problema: dovete venire a giocare’. Ma come devono giocare queste persone che sono scoppie?”, racconta uno degli uomini vicini a Guarino, parlando della proprietaria. Lo stesso, però, in un’altra circostanza aveva lamentato l’atteggiamento eccessivamente restrittivo della donna, colpevole di avergli impedito di rientrare da una precedente perdita.

Decine di migliaia di euro e spedizioni punitive

A risaltare sono gli importi messi sul tavolo da gioco. “Vedete che ho uscito 70mila euro in cinque giorni”. La frase è pronunciata sempre dallo stesso uomo per ribadire la propria affidabilità di debitore. Il problema del mancato recupero delle somme spettanti agli organizzatori, però, con il passare del tempo si sarebbe trasformato in un nervo scoperto al punto tale da portare Guarino a immaginare una risposta eclatante da parte del clan. “Guarino – si legge nel decreto di fermo – discuteva con Piazzese del fatto che, nella cassa della bisca, mancava una ingente somma di denaro che dalle complessive intercettazioni si comprendeva ammontare a più di 30mila euro”. La cifra autorizzava l’aggressione fisica dei morosi: “Io la penso in quella maniera: appena che… bum bum! Punirne uno per educarne cento”, sono le parole di Guarino. Qualche settimana prima, gli investigatori avevano seguito a distanza una conversazione simile: “In data 10 dicembre – hanno annotato gli agenti –  Guarino disponeva l’esecuzione di una spedizione punitiva nei confronti dei giocatori insolventi”. Il capo, in quella circostanza, snocciolò una lunga serie di nomi di cui fanno parte non solo i tre fermati di oggi. A riprova di come l’inchiesto potrebbe avere ulteriori sviluppi.

Cambi di casacca e tatuaggi rimossi

La pace tra i clan Bottaro-Attanasio e di Santa Panagia trova conferma nelle parole di Luca Costanzo. L’uomo, a fine 2022, si trovava in procinto di prendere le redini del secondo gruppo quando venne gambizzato. Costanzo oggi è un collaboratore di giustizia e ai magistrati ha parlato di un presunto progetto di unione tra i due clan. “In attesa della fusione, oramai da tempo a Siracusa i gruppi operano in pace suddividendosi gli affari del territorio – si legge in un verbale redatto un mese fa –. E addirittura per la risoluzione dei problemi è come se ci fosse già un gruppo unico, anche se la cassa non è comune e i vertici sono articolati diversamente. Intendo riferirmi al fatto che, essendo necessario individuare chi comanda rispetto al controllo mafioso del territorio, quando accadeva un problema, anche nell’ambito di interessi del gruppo Attanasio, quando io ero libero venivano da me per risolverlo”.

Il clan Bottaro-Attanasio sembrerebbe possedere comunque maggiore appeal, anche perché fino a oggi meno colpito dagli arresti. Per questo motivo, molti giovani orbitanti attorno al gruppo di Santa Panagia avrebbero di recente mostrato la volontà di passare da quella che un tempo si sarebbe potuta definire l’altra parte della barricata. È quanto per esempio accaduto, a fine 2023, a un giovane a cui Guarino avrebbe aperto le porte dei Bottaro-Attanasio, a patto però di farsi rimuovere un tatuaggio con la scritta “Luca”. Un omaggio a Costanzo, rivale oggi più di ieri, ma non per i legami con Santa Panagia bensì perché collaboratore di giustizia.

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