Le estati torride e la temperatura marina sempre più calda sono da intendersi come una tanica di carburante (polveriera) pronta a esplodere se innescata da correnti più fresche. Come sta avvenenendo.
Dopo la minaccia del Medicane Apollo (poi non concretizzatasi
pienamente) di due settimane fa su Siracusa e Catania, il ciclone nel trapanese
di ieri, quello nel ragusano di questa mattina.
La Sicilia sembra sempre più una regione tropicale, con temperature elevatissime d’estate ed autunni piovosi con rovesci improvvisi e violenti e uragani.
Quattro morti nel mese di novembre
Nel solo mese di novembre il maltempo ha fatto 4 vittime (due a Scordia, una a Gravina di Catania, una, questa mattina a Modica).
La Sicilia deve dunque abituarsi a questi eventi estremi e di conseguenza trovare le giuste contromisure per tempo.
Il nuovo clima della Sicilia spiegato dal meteorologo
Il meteorologo Andrea Bonina di 3bmeteo ce lo ha detto chiaramente: “L’estate siciliana, culminata con il record di +48.8°C a Floridia dell’11 agosto, – ci dice Bonina – ha risentito fortemente di una marcata ingerenza dell’anticiclone subtropicale sul Mediterraneo. La stagione estiva ha inoltre lasciato in eredità temperature superficiali dei mari ben superiori alla norma, a tratti anche di oltre 3-4°C”. “Un mare particolarmente caldo da solo non è sufficiente ad innescare fenomeni violenti o di stampo alluvionale. – continua Bonina – Va inteso, piuttosto, come un grande serbatoio di energia potenziale: il suo ‘contributo’ sulla stagione autunnale è fortemente dipendente dalle dinamiche meteorologiche che vanno ad instaurarsi a scala sinottica.
Semplificando il concetto, il surplus termico della superficie marittima è da intendersi come una tanica di carburante (o una polveriera), il cui innesco necessita di un fattore scatenante, di una scintilla. Il ‘trigger’ tipico dei fenomeni più intensi che interessano la Sicilia è rappresentato dall’ingresso dei primi impulsi di aria fredda sul bacino del Mediterraneo nel corso dell’autunno.
Il contrasto tra masse d’aria dalle caratteristiche differenti (calde e secche quelle in afflusso dal Nord Africa, più fredde e umide quelle di derivazione atlantica o scandinava) e l’estrema complessità orografica del nostro territorio concorrono alla formazione di centri di bassa pressione in grado di apportare fenomeni temporaleschi di rilevante entità.
In questo contesto, il mare più caldo della norma può esacerbare ulteriormente l’intensità delle precipitazioni e favorire la genesi di nubifragi a scala locale; le acque marine (ancora prossime ai 22-23°C in superficie) possono inoltre contribuire all’intensificazione e al sostentamento dei vortici depressionari in formazione tra le Baleari, il Canale di Sicilia e lo Ionio”.