Mancata proroga per 56 sanitari di Villa Sofia-Cervello

Mancata proroga per 56 sanitari di Villa Sofia-Cervello: nuova protesta a Palermo

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Mancata proroga per 56 sanitari di Villa Sofia-Cervello: nuova protesta a Palermo

Sonia Sabatino  |
giovedì 02 Marzo 2023

Tornano in piazza i lavoratori che hanno prestato servizio nell'azienda ospedaliera. "Disparità di trattamento". Incontreranno l'assessore

Nuova manifestazione del sindacato Fials sotto la finestra dell’assessore alla Salute, Giovanna Volo, per i sanitari di “Villa Sofia – Cervello” esclusi dalla proroga. La circolare firmata all’ultimo momento dalla Volo ha sollevato polemiche e lamentele anche da parte degli alleati del governo regionale, perché in questo modo è stato deciso di demandare nuovamente alle strutture sanitarie (esattamente come il suo predecessore Ruggero Razza) l’onere di prorogare e stabilizzare i precari assunti durante l’emergenza Covid, in base alla propria disponibilità economica e della pianta organica.

La manifestazione davanti l’assessorato

Questa decisione, infatti, non soltanto crea disparità tra sanitari, tecnici e amministrativi che a parità di titoli subiscono trattamenti diversi in base alla struttura sanitaria in cui lavorano, ma anche tra professionisti della stessa azienda ospedaliera come è successo agli Oss di “Villa Sofia-Cervello”, 56 dei quali in questo momento stanno manifestando sotto l’assessorato alla Salute sostenuti dai sindacati Fials e Nursind, mentre altri 60 sono stati prorogati. «Alle 15 sarò ricevuto, insieme a Giovanni Cucchiara e Anotonino Ruvolo, dall’assessore per discutere di questa vicenda paradossale, perché questi lavoratori sono necessari in ospedale – precisa Giuseppe Forte, Commissario Straordinario della Fials in Sicilia -. Inoltre, “Villa Sofia – Cervello” ha prorogato i contratti agli amministrativi, ma ha lasciato fuori dei sanitari»

I 56 Oss di Villa Sofia- Cervello

I primi a scendere in piazza sono dunque i 56 Oss dell’ospedale Villa Sofia-Cervello che non saranno prorogati e, quindi, neanche stabilizzati. Ma come sono state scelte le figure da prorogare? Perché, ad esempio, alcuni Oss sono stati prorogati ed alti no? «Perché i 60 Oss prorogati avevano già dei contratti a tempo determinato, gli altri 56 invece erano dei Co.co.co. assunti in soprannumero durante l’emergenza Covid, per cui non trovano posto nella dotazione organica. Per reclutare questi 56 Oss erano state congelate altrettante masse finanziarie che servivano per assumere gli infermieri, infatti, fino ad ora non è stato possibile assorbire gli infermieri – ha spiegato Giuseppe Bonsignore, segretario regionale del sindacato Cimo – Tutto ciò, però, non è dipeso dalla volontà dell’azienda, la quale infatti aveva presentato originariamente una dotazione organica che prevedeva gli Oss in numero sufficiente ma è stata contestata da Mario La Rocca, ex dirigente generale della Pianificazione Strategica dell’assessorato, che ha chiesto di tagliare fino a 130 posti per gli Oss. Questo perché il decreto assessoriale vigente non ha previsto la figura degli Oss nelle rianimazioni e nei pronto soccorso che sono invece i reparti in cui sono maggiormente necessari, quindi dovrebbe essere modificato il decreto di assegnazione del personale comprendendo un numero maggiore di Oss, in quanto è una figura indispensabile per una corretta assistenza al malato».

La mancata proroga dei tecnici

Finora il problema delle proroghe si è posto maggiormente per gli amministrativi e per i tecnici, che non erano contemplati nella Legge 234/21, ma anche i sanitari hanno problemi a farsi stabilizzare, nonostante le promesse fatte dal governo nazionale nel momento in cui dilagava la pandemia. Perché in generale, in materia sanitaria, è la Regione che attua le direttive statali, per cui ognuno fa da sé, con differenze anche sostanziali tra le varie regioni d’Italia. Con la Legge di Bilancio 2022 è stato stabilito che possono essere assunti tutti sanitari che siano astati reclutati durante l’emergenza Covid, purché abbiano raggiunto i 18 mesi di servizio presso un’azienda sanitari pubblica. Succede che l’ex assessore alla Sanità, Ruggero Razza invita i direttori generali siciliani a prorogare e stabilizzare in autonomia, in base al proprio fabbisogno. Ma anche in base alla propria disponibilità economica perché intanto erano finiti i fondi Covid arrivati dallo Stato e la Regione Siciliana non aveva altro denaro da investire. Qui nascono quindi le prime disparità anche tra sanitari, infatti, tanto per fare un esempio, alcuni sono stati reclutati dopo aver espletato un concorso pubblico, altri sono entrati con il semplice click day, ma sono stati stabilizzati in base al fabbisogno dell’azienda e non secondo le procedure standard. Con il decreto “Milleproproghe” si colma il gap e si autorizzano le regioni a stabilizzare gli amministrativi che occupano un posto vacante in pianta organica. Il legislatore nazionale, però, non menziona i tecnici, che seppur abbiano svolto il proprio lavoro fianco a fianco con sanitari e amministrativi, restano al momento fuori.

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