Maternità e lavoro, l’odioso aut-aut imposto alle donne - QdS

Maternità e lavoro, l’odioso aut-aut imposto alle donne

Maternità e lavoro, l’odioso aut-aut imposto alle donne

sabato 06 Gennaio 2024

Donatella Possemato (Impresa per la Vita): “Natalità? Una questione anche e soprattutto culturale”

ROMA – “La premier Meloni, nel suo intervento di fine anno e inizio 2024, ha trattato temi molto importanti, tra i quali anche quello di poter coniugare maternità e lavoro senza scegliere l’uno o l’altro. La natalità in Italia è ai minimi storici. Sono sempre meno, dunque, le donne che decidono di affrontare una gravidanza, vedendo nella maternità più un ostacolo che un’opportunità. Questa diminuzione è dovuta solo in parte alla spontanea rinuncia ad avere figli da parte delle coppie. Le cause sono da ricercare nella mancanza di servizi a sostegno della famiglia e, soprattutto, nell’assenza di reali possibilità di conciliare maternità e lavoro”.
Lo dichiara Donatella Possemato, presidente associazione ‘Impresa per la Vita’.

“Occorre tutelare – avverte – il mondo dei servizi assistenziali sanitari che ruotano intorno alla salute e alla prevenzione per la donna e per la maternità: i Centri Nascita, che stanno scomparendo e hanno il più alto rischio clinico, per i quali esistono i più bassi Drg, ovvero i compensi del valore economico prefissato per le prestazioni sanitarie per il ricovero e il parto, che sono diversi a seconda della regione in cui si nasce: è inaccettabile che all’evento nascita venga riconosciuto un valore diverso tra Nord, Centro e Sud. Promuovere un bollino rosa per le aziende che sostengono la natalità, prevedendo nelle loro sedi e organizzazioni del lavoro uno spazio bebè, nel quale accogliere i bambini con l’assistenza di personale specializzato ed la mamma per allattare suo figlio”.

E prosegue: “Far ripartire la natalità è una questione anche e soprattutto culturale, per cui bisogna partire dai giovani che saranno i futuri genitori: proporre loro modelli positivi della famiglia e della genitorialità, educarli al sano istinto alla procreazione, che è innato nell’uomo e nella donna. Lavorare sui canali d’informazione ai giovani come i social media per trasmettere loro una rivalutazione dell’immagine genitoriale, dei figli e della famiglia. A breve comunicherò l’istituzione di una Task Force nazionale con l’obiettivo di elaborare proposte concrete e mettere a disposizione servizi e strumenti per affrontare questa criticità”.

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