Mattarella: “Se non sorvegliata e accudita la Democrazia muore” - QdS

Mattarella: “Se non sorvegliata e accudita la Democrazia muore”

Raffaella Pessina

Mattarella: “Se non sorvegliata e accudita la Democrazia muore”

sabato 17 Dicembre 2022

Gli auguri al corpo diplomatico, Mattarella cita il premio Nobel Ebadi. Il riferimento all’Ucraina e alla “pace giusta”: “Comunità si impegni”

ROMA – Solidarietà, responsabilità e interdipendenza tra i popoli. Questi sono stati i punti cardine del discorso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia dello scambio di auguri con il Corpo Diplomatico in Italia. Cerimonia alla quale il capo dello Stato ha partecipato a distanza dopo aver contratto il Covid. Mattarella, collegato in video con il salone del Quirinale dove si trovavano i diplomatici, ha voluto sottolineare l’importanza di proteggere la democrazia, in tempi difficili come questi ed ha citato le parole di Shirin Ebadi, prima donna musulmana premio Nobel per la pace: “La democrazia: se non viene sorvegliata dalla gente, muore”.

“Oggi la comunità internazionale, noi tutti, dobbiamo prenderci cura della democrazia, difenderne con vigore quei valori e ideali che sono la condizione indispensabile perché tutti possano godere dei diritti umani fondamentali – ha detto Mattarella -. La comunità internazionale dispone degli strumenti per assolvere questo compito, ed è necessario che i Governi ripongano fiducia in quelle organizzazioni, a cominciare dalle Nazioni Unite, che nacquero proprio per rispondere all’esigenza di tutelare pace e democrazia”.

Per Mattarella “serve una governance globale e un rilancio urgente di un multilateralismo efficace che contribuisca allo sviluppo di un ordine mondiale, imperniato sulle Nazioni Unite e portatore di pace e giustizia, basato su istituzioni rappresentative, democratiche, trasparenti, responsabili ed efficienti”.

Nel suo discorso ha toccato tutti i nervi scoperti che affliggono non solo l’Italia, ma tutta la comunità internazionale: dalla guerra in Ucraina e le sue crudeltà, alle emergenze legate al fenomeno dell’immigrazione, alla necessità delle nazioni di non cedere alla tentazione di rendersi autosufficienti rischiando di chiudersi in se stesse nelle proprie economie come possibile reazione al momento di crisi. “L’interdipendenza, la storia ce lo insegna, è un fattore prezioso di pace e di stabilità; e di benessere”, ha ricordato il capo dello Stato, che si è voluto soffermare anche su quello che deve essere il primo obiettivo della comunità internazionale: la tutela dei diritti dei migranti. “Se ricordassimo che, dietro i numeri che freddamente vengono enunciati nelle statistiche sui migranti, ci sono bambini, donne, famiglie, sarebbe più semplice credo farci guidare soprattutto dal principio di realtà e di solidarietà nell’individuare soluzioni in grado di governare, collettivamente il fenomeno dell’immigrazione”.

Non poteva Mattarella non fare un cenno alle crudeltà della guerra in Ucraina e non solo: “In un mondo sempre più interconnesso, le sofferenze inflitte dalla guerra non stanno colpendo solo l’Ucraina. In ogni angolo del mondo cittadini di Paesi diversi e lontani tra loro, soffrono per le ripercussioni del brutale attacco russo. Mai avremmo pensato che un Paese come la Russia, a noi così vicino per cultura e storia, potesse arrivare al punto di attaccare le infrastrutture civili dell’Ucraina al fine crudele di privare la popolazione di luce, acqua e riscaldamento per tutto il lungo e rigido inverno di quei luoghi – ha aggiunto il capo dello Stato -. Anche i Balcani, ha ricordato il capo dello Stato, è stata “una regione fortemente colpita dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Condividiamo con questa regione le stesse sfide, dalla crisi energetica a quella migratoria”.

Infine ha lanciato un monito all’Ue: “Deve rimanere al passo con i tempi. I grandi cambiamenti e le sfide di questi ultimi anni impongono a tutti noi un’assunzione di responsabilità. Nel riformare se stessa l’Unione non deve correre il rischio di guardare solo all’interno dei propri confini, ma deve continuare a mantenere viva la vocazione al dialogo e alla solidarietà, alla cooperazione con gli altri Paesi: l’Unione europea può e deve porsi come partner affidabile e fornitore di sicurezza responsabile a livello globale”.

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