L’attuale Amministrazione è riuscita ad avviare e reperire le risorse per quel progetto di risanamento ambientale e sociale atteso da circa cento anni. Per la città è una svolta storica
MESSINA – Una parte di città degradata comincia a cambiare volto, segnando un nuovo passo sulla strada del Risanamento. Il cantiere di Fondo Fucile, preso in consegna dalla ditta per la demolizione delle baracche e la bonifica dall’amianto è un fatto e la presenza del sindaco Cateno De Luca, del commissario di governo, il prefetto Cosima Di Stani, dell’assessore Salvatore Mondello e del presidente di ArisMe Marcello Scurria, lo ha reso emblematico di un processo virtuoso avviato nel 2018. Un percorso iniziato con il lavoro dell’Amministrazione, le ordinanze provocatorie del primo cittadino, proseguito con il provvedimento nazionale sposato in modo trasversale dal Parlamento e dal Governo con la ministra Mara Carfagna, concretizzato adesso con le risorse messe a disposizione del commissario pari a 100 milioni di euro.
Tra le determine già firmate ci sono i bandi per oltre 32 milioni di euro per la realizzazione di 172 alloggi e per le demolizioni, smaltimento e riqualificazioni ambientali. È stato De Luca, simbolicamente, a dare il primo colpo a una casupola della baraccopoli di Fondo Fucile, la più grande tra quelle degli ambiti di risanamento, per sottolineare il suo ruolo dopo l’impegno preso all’inizio del mandato. Le ultime baracche qui sono state liberate a luglio, quando sono stati consegnati i rimanenti 24 alloggi alle famiglie che erano ancora in attesa.
Nel frattempo si era creata una discarica, con cumuli di rifiuti di ogni genere, ripulita nei giorni scorsi da MessinaServizi. Le opere di demolizione e bonifica dureranno alcuni mesi, una volta completato l’intervento l’area sarà pronta a una rinascita con la realizzazione delle opere previste dal Programma ministeriale Qualità dell’abitare. Con il finanziamento di circa 140 milioni di euro ottenuto dal Comune si potrà realizzare anche a Fondo Fucile, oltre che a Bisconte e Rione Taormina, un complesso con edifici a sei piani, aree attrezzate a verde, un asilo nido e un centro di aggregazione.
Nei mesi scorsi sono state ultimate le demolizioni di Annunziata e Fondo Saccà, ne restano altre da fare e ci sono ancora molte famiglie che aspettano un’abitazione ma la strada è tracciata. “Si realizza – ha dichiarato l’assessore Mondello – uno dei progetti più ambiziosi di questa Giunta. Avere liberato dal degrado e dalla strumentalizzazione del bisogno tante famiglie, avere dato speranza in un futuro normale, avere progettato la riqualificazione di aree che saranno restituite alla città completamente risanate e rinnovate, attrezzate e pronte alla fruizione, resta una delle più grandi soddisfazioni”.
“È stato premiato il lavoro di squadra – ha aggiunto – che ha avuto come denominatore unico la determinazione e la voglia di riscatto per Messina, che ha così potuto iniziare a cancellare una vergogna che è evidentemente passata sotto silenzio per troppi anni. I tuguri che si è iniziato a demolire a Fondo Fucile appartenevano a 124 famiglie, a cui è stata restituita la dignità con la consegna di un alloggio decoroso da cui ripartire”.
Soddisfatto anche il sindaco dimissionario De Luca per essere riuscito – innescando un meccanismo che ha coinvolto più livelli istituzionali – lì dove altri, in tutti questi decenni, hanno fallito. “Tanti illustri personaggi – ha affermato – hanno fatto passerella in questo luogo. Il primo fu Rino Nicolosi nel 1990, quando poi varò la Legge 10 su input di Nino Galipò. E ancora Prodi, Cuffaro, Lombardo sino al nostro arrivo che dopo cento anni abbiamo fatto conoscere la vergogna delle baracche messinesi a livello nazionale, grazie a quelle ordinanze stravaganti che hanno rappresentato l’ultimo grido di dolore ed esempio del sapere amministrare con lungimiranza e spregiudicatezza”.
“Voglio poi ricordare – ha detto ancora il sindaco – tutto il lavoro propedeutico che spesso si è scontrato con procedure farraginose, ma ormai il cronoprogramma è fissato e prevede entro due anni l’assegnazione di una casa dignitosa a tutte le famiglie. Auspichiamo che Fondo Fucile diventi un centro di aggregazione quale elemento rappresentativo della lotta e del contrasto alla marginalità sociale per cancellare piuttosto ciò che ha testimoniato per lunghi anni: l’esempio del fallimento della politica”.