Messina, il destino del Centro servizi di Provinciale - QdS

Messina, il destino del Centro servizi di Provinciale

Lina Bruno

Messina, il destino del Centro servizi di Provinciale

martedì 22 Settembre 2020

Molto frequentato fino a dicembre del 2018, da allora i locali sono vuoti e abbandonati. I rappresentanti della III Municipalità hanno chiesto al Comune di recuperare la struttura

MESSINA – Un bene confiscato alla mafia inutilizzato. Succede spesso e non stranisce, in questo caso però l’immobile assegnato al Comune aveva trovato una sua funzione. Fino a dicembre 2018, infatti, era un Centro servizi molto frequentato dai cittadini della III Municipalità. A distanza di 21 mesi la saracinesca rimane abbassata e i circa ventimila utenti che lo avevano come riferimento costretti a recarsi per richiedere documenti e certificati nella sede di Camaro superiore, distante e poco servita dai mezzi pubblici.

Una sconfitta per l’intera comunità secondo Alessandro Geraci, vice presidente della III Circoscrizione, perché il fine della confisca e la successiva assegnazione di un bene è sanare, almeno in parte, una ferita procurata al territorio dalla criminalità organizzata. “L’Amministrazione in carica – spiega Geraci – ha deciso di lasciare la sola sede di Camaro a servire l’intera Municipalità, un’area molto estesa che conta 58 mila abitanti. I locali non sono grandissimi, ma restano accoglienti, con arredi e strumenti informatici praticamente nuovi. Un vero e proprio spreco, aggravato dal fatto che un immobile confiscato alla mafia dovrebbe rappresentare un simbolo di riscatto ed essere fruibile dalla cittadinanza”.

L’esponente del M5s, anche da presidente di Commissione nella Circoscrizione, dopo aver documentato insieme ad alcuni colleghi la situazione del Centro, ha sollecitato l’Amministrazione affinché possa dare una nuova vita all’immobile di Provinciale.

La motivazione che stava alla base della delibera era la necessità per il Comune di risparmiare sulla gestione e il personale. Con lo stesso provvedimento, infatti, è stata chiusa anche la sede di via Cile della V Municipalità. “La situazione – sottolinea Geraci – in quel caso era diversa, perché c’era un affitto da pagare, qui invece la sede è del Comune. Se poi andiamo a vedere i dati dei servizi erogati nel periodo precedente il 2018 vediamo che ci sono anni in cui i numeri sono superiori a quelli registrati nella sede di Camaro. Questa è un’area molto frequentata, servita da autobus e tram al contrario dell’attuale che si trova fuori mano, vicina allo svincolo autostradale”.

“Sempre in quella delibera – aggiunge – si parlava dell’intenzione dell’Amministrazione di esternalizzare i servizi ai Caf, idea non realistica, bloccata dall’assessorato regionale agli Enti locali”.

La sede di Camaro ha difficoltà a rispondere alle esigenze dell’utenza, che per avere il rilascio della carta di identità è costretta ad andare a Palazzo Zanca o in altre Circoscrizioni; qui non è stato trasferito il personale che lavorava a Provinciale, distribuito invece in altri uffici e c’è carenza di strumenti informatici.

“Sembra che l’Amministrazione – afferma il consigliere di Circoscrizione – volesse dare in uso l’immobile a una delle partecipate, Messina social city o Messina Servizi. Auspichiamo che si pensi comunque a un suo utilizzo, si potrebbe fare anche un Centro anziani o darlo ad Associazioni per svolgere attività sociali ma che resti chiuso è un paradosso”.

La III è una Circoscrizione complessa, basti pensare che il 70% degli ambiti di risanamento si trovano qui, da Camaro San Paolo a Bisconte a Fondo Fucile; ci sono quartieri con notevoli disagi socio ambientalie a un chilometro dal cuore della città, con il degrado dietro la piazza principale.

“De Luca – conclude Geraci – partì con l’intenzione di abolire le Circoscrizioni, tanto che ancora lottiamo per avere il decentramento amministrativo che non sia solo sulla carta; si volevano svuotare di potere le Municipalità e accentrare, per dare tutto a Caf e patronati. Messina ha una particolare conformazione: è lunga 56 chilometri con villaggi collinari e costieri. È necessario avere un decentramento anche decisionale, con un budget a disposizione e dei tecnici per superare lo stallo delle nostre richieste a Palazzo Zanca. Speriamo in un’interlocuzione con l’assessore Minutoli, il quarto a cui è stata finora assegnata la delega al Decentramento”.

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