Messina, sistema scolastico tra dispersione, lavoro e sicurezza - QdS

Messina, sistema scolastico tra dispersione, lavoro e sicurezza

Lina Bruno

Messina, sistema scolastico tra dispersione, lavoro e sicurezza

sabato 15 Aprile 2023

Intervista esclusiva con il provveditore agli studi Stello Vadalà, che illustra le principali attività portate avanti per favorire un’istruzione dinamica e che non lasci indietro nessuno

MESSINA – È una scuola dinamica, attenta a chi resta indietro e pronta a cogliere i cambiamenti quella che emerge dalla narrazione del professore Stello Vadalà, provveditore agli studi di Messina da poco più di un anno.

Una provincia complessa con la sua popolazione scolastica di oltre 75 mila alunni, dall’infanzia alle superiori, oltre novemila docenti e tante peculiarità territoriali da tradurre in opportunità lavorative attraverso l’educazione all’auto imprenditorialità. I dati sulle iscrizioni per il prossimo anno scolastico dicono che ci sono 220 alunni in meno nella secondaria primo grado, con diminuzioni anche per gli istituti superiori. “Il decremento delle nascite – spiega Vadalà – si comincia a notare, soprattutto nell’infanzia. Un problema con cui la scuola nei prossimi anni dovrà fare i conti”.

Attenzione alla dispersione scolastica

Attenzione particolare viene data al fenomeno della dispersione scolastica, che ha diverse implicazioni socio ambientali e per questo richiede impegno e coinvolgimento di più istituzioni. E gli organi scolastici fanno la loro parte. Vadalà evidenzia: “Sono a capo di un ufficio territoriale, derivazione dell’Usr Sicilia diretto da Giuseppe Pierro. Quello che Messina sta facendo è sulla base delle sue direttive per cui sulla dispersione va messo il massimo impegno, con il massimo della regolarità”.

In provincia di Messina ci sono quattro Osservatori sulla dispersione scolastica, coordinati ciascuno da un dirigente e con operatori psicopedagogici territoriali (Opt) che lavorano sulla prevenzione e intervengono sulle situazioni a rischio. “Da quando mi sono insediato – sottolinea il provveditore – riunisco operatori e dirigenti scolastici ogni due mesi. Mettiamo in raffronto il dato rilevato con il periodo precedente. Nel corso di queste riunioni individuiamo il singolo per renderci conto se è stato recuperato o è andato completamente in dispersione, dopo 15 giorni di assenza continuativa inviamo la segnalazione alle Forze dell’ordine e al Comune, che avviano l’iter”.

Tante le sfumature della dispersione scolastica

La dispersione si declina in tante sfumature e il monitoraggio rileva chi è in istruzione familiare, chi non ha mai frequentato (evasori), chi ha abbandonato dopo un periodo e chi ha una frequenza irregolare. Questi ultimi, in buona parte alunni delle superiori, hanno un impatto maggiore, oltre il 2%, sui tassi di dispersione. “I dati – spiega Vadalà – sono in deciso e assoluto decremento, ma per noi anche se fosse solo uno sarebbe ugualmente rilevante. Se pur a macchia di leopardo tutta la provincia è interessata dal fenomeno, specie nelle aree a rischio con scuole ‘di frontiera’. Ci sono dirigenti in queste scuole animati da grande passione, tanto che nonostante l’onere del lavoro restano e la continuità e la loro conoscenza del contesto ci dà la possibilità di lavorare con serenità”.

Gli interventi sono individualizzati anche con una progettazione sostenuta da finanziamenti ministeriali ad hoc che lavorano sulla motivazione con attività collaterali. Tra l’Ufficio territoriale scolastico e il Comune di Messina, per esempio, c’è un protocollo di intesa firmato a febbraio per azioni comuni contro la dispersione scolastica: “Il protocollo serve per mettere insieme le nostre forze. Prendiamo parte a molte iniziative del Comune e delle partecipate, ma anche di tutte le altre istituzioni. Non vogliamo essere l’unica agenzia formativa, ci interessa che tutti possano realizzare modi diversi di fare scuola”.

E una scuola che prepara al lavoro è sicuramente più attrattiva: “Quando ero preside al Maiorana di Milazzo – ricorda il provveditore agli studi – avevo instaurato rapporti con 162 aziende, in Italia e all’estero, che hanno dato lavoro a giovani diplomati selezionati in base al rendimento. Molti dei miei colleghi fanno lo stesso, soprattutto negli istituti tecnici. È inutile nasconderlo: il lavoro qui non c’è, per quanto la scuola possa impegnarsi; allora promuoviamo l’auto imprenditorialità, educhiamo i nostri ragazzi a essere imprenditore di se stessi. Il nostro è un territorio a vocazione turistica, non abbiamo grande offerta e allora devono essere i ragazzi a offrire qualcosa di innovativo, di creativo, che possa essere per loro opportunità di lavoro e per il territorio opportunità di crescita”.

In ultimo, Vadalà sottolinea i passi avanti fatti sul fronte della riqualificazione delle strutture scolastiche: “Il sindaco Basile e l’assessore Mondello stanno lavorando molto e bene, hanno una chiara visione delle varie situazioni . Si sta lavorando sulla sicurezza dei plessi. È vero che per tanti anni sono stati abbandonati e c’è bisogno di immediato riscontro e questo lo possiamo avere grazie al Pnrr, che anche i dirigenti scolastici devono bene attenzionare e molti lo stanno già facendo”.

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