Mi è sembrato di vedere un gatto

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Mi è sembrato di vedere un gatto

Giovanni Pizzo  |
lunedì 18 Aprile 2022

E se il "felino" evocato da qualcuno fosse Emiliano Abramo, leader della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia e autore dell’unica legge votata all’unanimità all'Ars?

E se Musumeci invece di minacciare a vuoto, come ha fatto finora, facesse sul serio? Se guardando i disastrati conti senza copertura e con disavanzo crescente anticipasse la data del voto a Luglio? Così cercherebbe di fregare Miccichè, che non ha oggi un candidato, e pure il centrosinistra ancora al palo delle primarie.

A meno che non spunti un gatto dallo scatto felino che si freghi il piatto. Mia nonna me lo diceva sempre: chi serba, serba al gatto. Ma c’è un gatto che possa convincere un fronte necessariamente trasversale? Che possa dire parole di pace ed unità in un fronte siciliano così rissoso?

Uno ci sarebbe, che potrebbe essere scelto da tutti in tempo di guerra e soprattutto di povertà. Perché l’isola con il 18%, che diventa 40 per i giovani, di disoccupazione, con l’altissimo numero di sfratti ed esecuzioni immobiliari, con un quarto della popolazione nella soglia di povertà, ha come priorità più la sopravvivenza che il digitale.

Non è che il “Gatto” evocato da qualcuno potrebbe essere Emiliano Abramo, il leader della Comunità di Sant’Egidio nell’isola ed autore dell’unica legge, quella appunto sulla povertà, votata all’unanimità dall’Ars? Abramo, che ha un cognome evocativo, ha molti estimatori, sia a destra che a sinistra, dello scenario politico siciliano, ma soprattutto può parlare senza remore e sottintesi alla spenta e poco speranzosa comunità siciliana. Possiede cultura e la giusta agenda telefonica, dal Vaticano a Bruxelles. È giovane, e questo ci serve per mantenere il patto tra le generazioni, ed attrezzato intellettualmente, insegna storia contemporanea, può parlare a cuori e coscienze. Ma ha anche la stima di chi decide la partita, da Lombardo a Miccichè, da Barbagallo agli ex di Sicilia Futura, e sono certo che piacerebbe pure a Renzi e Cuffaro. Non ha nemici, non ne potrebbe avere essendo uomo di pace, cosa importante in una sfida che potrebbe diventare al vetriolo.

Ovviamente non è Draghi, per fortuna dico io, non essendo un banchiere, ma d’altra parte di banche in Sicilia non ne abbiamo più. Di poveri si, e tanti, e lui li conosce perché la carità fa parte del suo karma, conosce inoltre bene il concetto di integrazione. La Sicilia è prigioniera soprattutto di miserie intellettuali, ed ha bisogno di essere liberata, ricondotta ad una terra promessa e mai mantenuta. Chi meglio di un Abramo?

Così è se vi pare.

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