La Ong afferma che documenterà una "operazione di cattura e deportazione verso porti libici di due imbarcazioni con 180 persone a bordo" e chiedono di "Fare chiarezza sulle responsabilità italiane ed europee"
“Tra il pomeriggio e la serata di ieri si sono visti all’opera i micidiali effetti prodotti nel Mediterraneo Centrale dall’ultima trasformazione della missione EunavforMed Sophia: aerei militari europei (sicuramente delle Forze Aeree di Malta, ma sulla zona volavano anche aeroplani italiani) hanno collaborato dall’alto, fornendo indicazioni alla motovedetta libica di una delle milizie di Misurata (la cosiddetta “Guardia Costiera”), a una operazione di cattura e deportazione verso porti libici di due imbarcazioni rispettivamente con circa ottanta e cento persone a bordo, che stavano proprio cercando di fuggire da quel contesto di violenza e guerra per cercare rifugio in Europa”.
E’ la ricostruzione riportata sui social da Mediterranea saving humans sull’operazione della guardia costiera libica su due imbarcazioni di migranti.
“A qualche decina di miglia di distanza con la nave Mare Jonio, nonostante avessimo offerto la nostra disponibilità a intervenire e a prestare assistenza, abbiamo assistito a una gravissima violazione dei diritti umani fondamentali e delle Convenzioni internazionali che li proteggono, con il respingimento collettivo di oltre 180 profughi verso un Paese non sicuro”, prosegue il post su facebook.
“Dal porto di Lampedusa – annuncia la Ong -, dove effettueremo uno scalo per il maltempo in arrivo, produrremo nelle prossime ore una dettagliata ricostruzione dei fatti avvenuti per iniziare a fare chiarezza sulle responsabilità italiane ed europee. Restiamo a disposizione di chiunque voglia la verità sui crimini contro l’umanità che si stanno compiendo nel nostro mare”.
“Non è questa – conclude Mediterranea – l’Europa dei diritti, delle libertà e della democrazia, che sogniamo e per cui ci continueremo a battere, in mare e sulla terraferma”.