Fondi in arrivo per coprire il minor gettito dovuto all’abrogazione dell’accise sull’energia elettrica: sorridono Comuni e province
Fondi in arrivo per i Comuni, per le Città metropolitane e per i Liberi consorzi comunali (Lcc), a coprire il minor gettito dovuto all’abrogazione dell’accise sull’energia elettrica. Cifre importanti, considerato che 50 milioni di euro andranno agli enti ai area vasta, mentre altri 67 milioni andranno ai singoli Comuni. In particolare, quasi 12 milioni di euro andranno alla Città metropolitana di Palermo, 11 milioni a quella di Catania e 7 milioni a quella di Messina. Si passa quindi al Libero consorzio comunale di Siracusa, che riceverà circa 4,5 milioni di euro, seguito da quello di Ragusa, con 4,2 milioni, e quello di Trapani, a poco meno di 4 milioni di euro. In coda, il Lcc di Agrigento, a 3,8 milioni di euro, Caltanissetta, a 2,3 milioni e Enna, a 1,4 milioni di euro. Tra i Comuni, 7,5 milioni di euro andranno a Palermo e quasi 7 milioni andranno a Catania. La cifra successiva scende di parecchio: Messina riceverà “soltanto” 2,4 milioni di euro.
I Comuni al di sopra di un milione di euro
Poco sopra il milione di euro, soltanto Siracusa, Trapani, Gela, Marsala e Carini. Gli importi sono commisurati alla popolazione dei singoli Comuni, e scendono fino ai 1.500 euro circa di Roccafiorita in provincia di Messina, ultimo ente locale in elenco in ordine al contributo da ricevere. In totale, ai Comuni del territorio agrigentino andranno 5,6 milioni di euro, a quelli di Caltanissetta 3,7 milioni, a quelli di Enna 1,6 milioni di euro. Quindi, i Comuni catanesi, con un totale di 16,7 milioni di euro, quelli di Messina, a 7,5 milioni, i ragusani a 3,8 milioni di euro. In ultimo, i Comuni palermitani, con 16 milioni di euro, quelli di Siracusa, con 5,2 milioni, e i trapanesi a 6,7 milioni di euro. La distribuzione dei fondi nasce dall’applicazione del decreto legge n.16 del 2 marzo 2012, che abroga l’addizionale all’accisa sull’energia elettrica per i Comuni e le Province, prevedendo però che tale minor gettito nelle casse degli enti coinvolti non vadano perse, ma vengano reintegrate dalle rispettive Regioni a statuto speciale. Queste, infatti, possono utilizzare per coprire la spesa le risorse recuperate grazie al minor concorso nella finanza pubblica.
Cosa sono le accise
Il decreto segue la comunicazione effettuata dall’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli, riguardo al gettito delle accise sull’energia elettrica spettante alla stessa Regione per l’anno precedente, come deciso dalla nuova procedura imposta a partire dal 2021. Le accise sono una tassa che lo Stato pone sulla fabbricazione o sulla vendita di prodotti di consumo. Vengono poste su un numero ristretto di categorie di prodotti, e, a differenza dell’Iva, non vengono poste in percentuale rispetto al prezzo di vendita del bene. Si tratta di una tassa molto importante. Le accise, infatti, offrono allo Stato un importante vantaggio rispetto alle altre imposte, perché garantiscono un gettito immediato, sicuro e costante per le casse erariali. Infatti, la quantità dei carburanti, dell’energia elettrica e dei tabacchi consumati a livello nazionale in genere non cambia granché anche all’aumentare di questa tassa.
Solo su alcuni beni
Le accise attualmente in vigore si applicano solo su alcuni beni, quali i carburanti, dalla benzina al gasolio, dal gpl al gas metano; le bevande alcooliche, come liquori, grappe e brandy; le sigarette e i fiammiferi, l’energia elettrica e gli oli lubrificanti. Le prime accise sono state introdotte per finanziare le spese relativi a particolari momenti di crisi, da terremoti a catastrofi naturali, fino al finanziamento di missioni Onu.
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