Minori e diritti, le reti regionali fanno squadra: nasce il Codice etico alla salute e ai servizi sanitari - QdS

Minori e diritti, le reti regionali fanno squadra: nasce il Codice etico alla salute e ai servizi sanitari

redazione

Minori e diritti, le reti regionali fanno squadra: nasce il Codice etico alla salute e ai servizi sanitari

giovedì 01 Ottobre 2020

L’Unicef: “Un tassello importante per tutelare tutti i bambini e gli adolescenti che vivono nel nostro Paese”
Più attenzione alle fasce vulnerabili: stranieri non accompagnati, rifugiati e appartenenti a minoranze

BARI – È stato redatto, il Codice etico del Diritto della persona di minore età alla salute e ai servizi sanitari, realizzato dalla rete dei Garanti regionali dell’Infanzia e delle Province autonome di Trento e Bolzano.

“Come Unicef Italia – ha commentato il presidente, Francesco Samengo durante la sessione conclusiva dei lavori presso la sede del Consiglio regionale della Puglia – , non faremo mancare il nostro sostegno alla promozione di questo nuovo Codice etico del Diritto della persona di minore età alla salute e ai servizi sanitari; per questo ringrazio il Garante dei diritti del minore della Puglia Ludovico Abbaticchio e la rete dei Garanti regionali dell’Infanzia e dell’adolescenza e delle Province autonome di Trento e Bolzano per aver portato avanti il processo di attualizzazione della Carta dei diritti dei bambini in ospedale. Processo a cui come Unicef Italia abbiamo contribuito sin dalle primissime fasi della sua promozione. Ci auguriamo che questo Codice diventi un altro tassello verso la piena realizzazione dei diritti dei bambini e dei ragazzi che vivono nel nostro Paese. La presenza della Sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, che ringrazio – da anni impegnata sul tema della tutela dei diritti dei minorenni – è importante e significativa”.

“L’evolversi della società – ha aggiunto – pone sfide sempre nuove ai diritti dei bambini e dei ragazzi, compresi quelli che vivono nel nostro Paese. È necessario, dunque, che gli strumenti posti a loro tutela siano capaci di interpretare i nuovi tempi e proporre soluzioni innovative. Moltissimi sono i punti di intersezione tra i diritti enunciati dal presente Codice e il lavoro portato avanti dall’Unicef a tutela della salute di bambini e ragazzi. Vorrei sottolinearne due: per garantire il miglior inizio di vita possibile e in salute a ogni bambino e diffondere la cultura dell’allattamento, come Unicef Italia promuoviamo il programma “Insieme per l’allattamento”. Ad oggi fanno parte della Rete Unicef in Italia 30 Ospedali e 7 Comunità riconosciuti dall’Unicef come Amici dei bambini, 4 Corsi di Laurea riconosciuti Amici dell’Allattamento e oltre 900 Baby Pit Stop – spazi dedicati a tutte le famiglie in cui poter prendersi cura dei propri bambini. Nel 2019, sono nati negli Ospedali Amici dei Bambini 33.471 bambini, il 7,7% di tutti i bambini nati in Italia. Ci auguriamo dunque che l’adozione del Codice – che all’articolo 7 richiama l’allattamento come intervento chiave per la salute post-natale di madre e bambino – possa contribuire alla sempre maggiore diffusione di questa fondamentale pratica”.

“Il periodo di confinamento vissuto la scorsa primavera, determinato dall’emergenza da Covid 19 – ha precisato – ha contribuito a portare all’attenzione generale il tema della salute mentale di bambini e adolescenti. Come Unicef Italia, in collaborazione con l’Università di Roma Tre, abbiamo condotto un’indagine sull’esperienza del confinamento domiciliare, partecipata da oltre 2.473 famiglie. I risultati di tale indagine, ci hanno permesso di formulare una proposta all’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, di cui facciamo parte, su una misura di sostegno al benessere mentale dei bambini. Per tale motivo, la presenza trasversale di questo aspetto nel presente Codice, ci sembra fondamentale”.

“Infine – ha concluso – condividiamo pienamente, il richiamo all’attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione minorile che vive in Italia, tra le quali i minorenni stranieri non accompagnati, rifugiati e appartenenti a minoranze: rafforzare i già esistenti strumenti di garanzia per un accesso ai servizi sanitari senza discriminazione alcuna, appare fondamentale affinché il diritto alla salute possa dirsi realmente esigibile e universale”.

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