Il movimenti dei trattori siciliani non vuole essere accomunato agli altri italiani ed europei e non vuole la mediazione della Coldiretti. Uno dei promotori al QdS: "Siamo disposti a tutto".
La protesta “dei trattori” che interessa Italia, Francia e Germania, e che ha raggiunto anche Bruxelles durante il Consiglio europeo straordinario di ieri, non è la stessa, ed anche quella siciliana ha motivi e obiettivi diversi da quella del resto dello stivale. Una situazione che potrebbe facilmente confondere l’opinione pubblica in virtù di una visione semplicistica con la quale si accomuna l’intero comparto agricolo, più o meno simultaneamente levatosi in protesta in Europa, con il contrasto della politica comunitaria su specifiche materie.
Per meglio inquadrare le differenze, in primo luogo bisogna fare un ineludibile distinguo tra gli imprenditori agricoli che con i loro trattori manifestano in giro per la Sicilia e la Coldiretti che rappresenta il comparto anche a Bruxelles. Al riguardo risulta quantomeno efficace la massima coniata da uno dei primi promotori della protesta siciliana: Noi siamo quelli che stavamo cercando.
Il Movimento dei Trattori “non tratta con mediatori”
La massima appena citata è stata coniata da Franco Calderone, 67 anni, agricoltore e produttore vinicolo, biologico dal 1992, con azienda a Marineo, in provincia di Palermo. Già promotore del Movimento dei Forconi fino alla rapida scissione con il co-fondatore Mariano Ferro e oggi tra i promotori originari del movimento dei trattori siciliani, Calderone spiega che questa volta gli imprenditori agricoli non accetteranno propri rappresentanti da inviare a tavoli in stanze chiuse e non consentiranno a confederazioni di categoria di rappresentarli.
Il Quotidiano di Sicilia lo ha raggiunto per raccogliere con la massima chiarezza il focus della protesta siciliana. “Dopo quarant’anni di rivolgerci alla politica, ai partiti, ai deputati, e dopo esserci rivolti al nostro sindacato di rappresentanza, ci siamo accorti – afferma Calderone – che alla fine di questa ricerca troviamo noi”. L’imprenditore agricolo di Marineo sostiene che tra gli agricoltori che protestano in Sicilia come a Bruxelles non ci sono “cappellini gialli della Coldiretti”.
La rottura con Coldiretti
Cosa vuole il Movimento dei trattori è semplice ma non facile. Lo Stato, secondo Franco Calderone, si deve sedere a discutere direttamente con gli agricoltori e non è ammessa la mediazione della Coldiretti né del suo presidente Ettore Prandini. “L’ho detto l’altro giorno a Prandini – dice Calderone riferendosi ad un incontro indiretto in un programma televisivo – Gli ho detto: guardate che siete voi gli artefici di tutto; ora siete là, in studio a discutere, ma la Coldiretti quando ha mai difeso gli agricoltori? Ma lei cosa ne sa di cosa c’è nei campi? Lei cosa ne sa dei costi?”. Franco Calderone infine lo dice chiaramente nel corso della nostra intervista: “Questo è un attacco diretto a Coldiretti, perché ci siamo stufati!”.
Dietro l’attacco alla più grossa organizzazione degli imprenditori agricoli nazionale ed europea, che conta circa un milione di associati, c’è rabbia, un forte malessere, un malcontento che va oltre la sola questione degli utili d’impresa. “Ma se oggi c’è questo malessere – afferma l’agricoltore – non ti viene in mente che tu non hai saputo portare avanti le istanze di quel comparto che ritieni di rappresentare?”
I trattori non si arrendono: le date della protesta
Franco Calderone spiega al Quotidiano di Sicilia perché le imprese siciliane hanno il cappio al collo, come il prodotto di qualità siciliano viene reso non competitivo a vantaggio del grano che arriva dal Canada e di altri prodotti di importazione, della perdita economica che anno dopo anno subiscono gli agricoltori siciliani e perfino dell’emigrazione dei giovani laureati siciliani che ogni anno lasciano l’isola. Quello che dipinge il viticultore è un quadro impietoso ma veritiero, che motiva la spinta con cui insieme ad altri imprenditori agricoli intendono portare avanti a oltranza la protesta: “L’agricoltore sta lasciando il suo lavoro e se ne sta andando a protestare perdendo altri soldi: questo deve dare la dimensione della crisi gravissima che sta attraversando l’agricoltura; questo è un punto di non ritorno, quindi noi siamo costretti a scendere in strada”.
“Io lavorando in campagna regimento le acque, non ci sono le frane, non ci sono gli incendi”, ci spiega Franco Calderone de “Movimento dei Trattori”, definendo così anche la pubblica utilità del lavoro dell’agricoltore, oltre al contributo alla salute con prodotti genuini della terra. Chiaramente, come spiega l’imprenditore agricolo, se viene disincentivata l’agricoltura e si abbandonano i terreni, nessuno si occupa di quegli ettari di terra per il rischio incendi e il dissesto idrogeologico. Ma per Calderone comunque una utilità, o un vantaggio economico, per qualcuno l’abbandono dei terreni la offre: ampie aree di terra abbandonata e svenduta a speculatori che la acquisteranno a bassissimo costo, costruzioni di impianti fotovoltaici co-finanziati con fondi pubblici, maggiori vantaggi dalle delocalizzazioni in nord Africa.
“Giovanni Falcone docet!” , chiosa Calderone riferendosi alla logica del seguire il denaro per trovare gli interessi: “I soldi li ha la mafia, e oggi chi ha possibilità di acquistare è solo la mafia”. Il movimento dei Trattori sarà a Termini Imerese il 3 febbraio e il prossimo venerdì a Bolognetta.
Movimento dei Trattori: “Disposti a tutto”
Quali sono gli obiettivi che il movimento dei trattori intende raggiungere è presto detto e non sono centesimi in più su un prodotto o sgravi fiscali su qualcosa ma l’insieme delle politiche corrette nei confronti di una categoria che ha deciso di difendersi da sola, senza rappresentanti esterni, e che sottolinea di non avere nulla in comune con i trattori del resto d’Italia. I trattori siciliani vogliono il giusto agio per il lavoro che svolgono, invece della perdita costante anno dopo anno e la svendita dei propri prodotti sottocosto prima e delle loro terre dopo, quando la crisi li ha ormai soffocati. Per questo Franco Calderone, parlando anche in nome dei colleghi, afferma: “Siamo disposti ad arrivare ovunque! Noi non ci fermiamo“.
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L’incontro con l’assessore Sammartino
La determinazione dell’imprenditore manifesta l’intenzione del movimento dei trattori di arrivare anche “fino al punto di non ritorno“, come definito dallo stesso. Calderone ha infine anche risposto attraverso il Quotidiano di Sicilia all’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino, che recentemente ha annunciato che incontrerà “presto i loro rappresentanti per raccogliere proposte”: “Sammartino riceva chi vuole, ma devono venire nelle piazze, dobbiamo discutere nell’agorà”.
Ma sull’ipotesi che l’assessore possa discutere con Coldiretti, il movimento, per voce di Calderone spazza via ogni dubbio su come verrebbe accolta la notizia: “Se si va a sedere con la Coldiretti noi entreremo a palazzo d’Orléans, questa cosa ancora non l’ha capita”. Nel frattempo, da altre voci raccolte, pare che quel “Noi siamo quelli che stavamo cercando” potrebbe anche tradursi in una mutazione, da movimento a partito. Perché, come dice Calderone, gli agricoltori si stanno difendendo.
Foto di repertorio da Pixabay