Coronavirus, ridimensionata la fornitura di olio d'oliva - QdS

Coronavirus, ridimensionata la fornitura di olio d’oliva

Adriano Agatino Zuccaro

Coronavirus, ridimensionata la fornitura di olio d’oliva

venerdì 01 Maggio 2020

Rosa Giovanna Castagna, presidente della Confederazione italiana agricoltori per la Sicilia, parla dell’ultima campagna olearia. La Sicilia nell’ultimo anno ha prodotto quasi 31.000 tonnellate di olio, confermandosi la terza regione italiana nel settore dietro a Puglia e Calabria

CATANIA – La campagna olearia 2019/2020 consente alla Sicilia di rialzare la cresta dopo il crollo risalente a due anni fa, ma all’orizzonte si profila il pericolo annesso all’emergenza Covid-19 in corso. Il sistema informativo agricolo nazionale fornisce dati aggiornati sulla campagna dell’olio attuale che doveva essere di riscatto rispetto alla precedente. La Sicilia ha prodotto 30.946 tonnellate di olio (16.446 t nella campagna precedente). Le regione leader in Italia, la Puglia, arriva a quota 193.821 t, il totale nazionale è di 334.882 t.

Rosa Giovanna Castagna

Rosa Giovanna Castagna, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori della Sicilia (Cia), traccia per il QdS un bilancio della campagna e fornisce una lettura attenta di criticità e punti di forza del comparto.

Come giudica l’ultima campagna olearia siciliana?
“La campagna olearia appena trascorsa in Sicilia registra una produzione di circa 30.000 tonnellate che rispetto alla precedente segna un +65%. Ma non bisogna dimenticare che quella di due anni fa è stata una delle annate peggiori dal punto di vista delle quantità degli ultimi 20 anni. La media produttiva per la Sicilia di norma è di 45/50 mila tonnellate. Quindi la Sicilia è una Regione che, così come l’intero Paese, non riesce a soddisfare il proprio fabbisogno alimentare (10,50 Kg pro capite) ed è costretta ad importare prodotto dall’estero per far fronte al mercato interno. In sostanza abbiamo bisogno come Paese Italia almeno 400 mila tonnellate di olio”.

Il gap siciliano con la Puglia a cosa è dovuto? Cosa bisognerebbe mettere in campo per avvicinarsi a tali standard?
“La Puglia impegnata a contrastare l’avanzata del famigerato batterio della xylella, è la prima regione olivicola Italiana ed incide per circa il 45% della produzione, al terzo posto la Sicilia con l’11% dopo la Calabria. Ogni Regione ha la propria peculiarità produttiva che la rende ricca e diversa nell’ambito del nostro riconosciuto Patrimonio Nazionale. La Sicilia, importante Regione che fonda la sua peculiarità sulla biodiversità, con 6 prodotti a DOP ed una IGP di recente costituzione è fortemente impegnata per affermare sul mercato un prodotto di grande qualità le cui caratteristiche sensoriali ed organolettiche rappresentano per i consumatori l’univocità di un territorio vocato ed eccezionale.
La frammentarietà delle aziende (in media 1,3 Ha), l’alternanza produttiva, le modificate condizioni climatiche, l’esigenza di aumentare le superfici ed utilizzare le pratiche innovative, l’importanza dello strumento associativo e la necessità di investire sulla promozione ed educazione alimentare ci porta a rivendicare un Piano Nazionale e Regionale che inserisca tra le sue priorità quella del rilancio del comparto olivicolo/oleario, difendendo l’olio extravergine di oliva 100% Italiano, prodotto simbolo dell’Italia e della dieta mediterranea nel mondo. Una moderna strategia di sviluppo a medio termine che incrementi le superfici olivicole con cultivar autoctone, riduca i costi di produzione, promuova il prodotto e l’identità territoriale, intervenga con strumenti finanziari semplici e innovativi per favorire l’inserimento delle giovani generazioni”.

L’attuale emergenza annessa al Covid-19 apre scenari futuri di difficile interpretazione. Come sta reagendo e reagirà il mondo degli agricoltori siciliani? La campagna olearia 2020/2021 potrebbe essere a rischio?
“Per quanto riguarda il difficile periodo connesso alla emergenza del Covid-19, le aziende agricole stanno rispondendo con grande spirito di sacrificio e collaborazione per garantire cibi freschi e salubri alle persone organizzando al meglio e secondo le direttive Istituzionali le pratiche produttive e commerciali. È un momento molto pesante per la salute e anche per il tessuto economico, auspichiamo venga superato nel migliore dei modi anche con gli aiuti economici previsti dalle norme che abbiamo avuto modo di sollecitare come CIA.
In merito alla campagna olearia prossima, anche se è prematuro parlarne, speriamo che rientri l’attuale preoccupazione e con la dovuta attenzione e precauzione degli operatori della filiera possa volgere per il meglio. Non bisogna dimenticare che la chiusura della ristorazione, di enoteche, agriturismi e quant’altro, oltre che le Fiere Nazionali ed Estere, ha fortemente ridimensionato la fornitura delle nostre eccellenze produttive, quindi gli oli di qualità, con una forte perdita di bilancio. Ma sono certa che anche questa dura prova tutti assieme la supereremo”.

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