Le salme verranno riconsegnate alle famiglie solo al termine degli esami medico legali.
Si svolgeranno questa settimana le autopsie sui corpi dei due coniugi protagonisti dell’omicidio-suicidio a Palermo, trovati morti nella giornata di sabato. Pietro Delia, commercialista di 66 anni e Laura Lupo, 62 anni, agente della polizia municipale abitavano al terzo piano di uno stabile di via Notarbartolo a Palermo.
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Fino al completamento delle analisi medico legali le vittime non potranno essere riconsegnate alle famiglie per permettere lo svolgimento delle esequie. Non vi è stata la conferma, ma probabilmente le famiglie pensano di tenere funerali separati, visto il tragico epilogo della loro storia.
La ricostruzione dell’omicidio-suicidio a Palermo
In attesa delle autopsie, l’ipotesi dell’omicidio suicidio sembra ormai la pista principale degli agenti di Palermo. La donna, fra le sei e mezza e le sette del mattino di sabato 4 maggio, avrebbe impugnato la pistola di ordinanza e avrebbe sparato contro il marito. Un raptus: quattro colpi al torace e all’addome. Una volta resasi conti di averlo ucciso, la donna avrebbe rivolto contro di sé l’arma ferendosi mortalmente. L’autopsia dovrà fare chiarezza sulle modalità di morte della donna, visto che non si è ancora certi se le ferite riportate dalla vigilessa fossero due o una.
I vigili del fuoco, chiamati dai vicini di casa e dalla figlia, hanno scoperto i cadaveri dei due coniugi. La figlia, infatti, aveva un appuntamento con il padre per andare allo studio e non riusciva a rintracciare i genitori.
L’ipotesi della gelosia
Sembra che dietro l’omicidio-suicidio a Palermo si stia facendo strada l’ipotesi della gelosia. La coppia si era separata ed era rimasta distante per oltre tre anni, ma circa un anno e mezzo fa i due erano tornati insieme e la situazione sembrava tranquilla. Molti conoscenti, però, raccontano di tensioni fra i due: la donna, infatti, sembra temesse un tradimento.