L’opera lirica incontra il cinema in “Casta Diva Story” di Giulia Drogo - QdS

L’opera lirica incontra il cinema in “Casta Diva Story” di Giulia Drogo

redazione

L’opera lirica incontra il cinema in “Casta Diva Story” di Giulia Drogo

giovedì 19 Ottobre 2023

La scenografa racconta il suo concerto/spettacolo al QdS

CATANIA – Si è svolto nella suggestiva cornice del cortile di Palazzo Platamone, il concerto/spettacolo “Casta Diva Story” su musiche di Christian Paterniti, direttore Nazareno De Benedetto, con l’orchestra da camera del Conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina nell’ambito della terza edizione del “Bellini International Context 2023”. Ad impreziosire ed accompagnare l’omaggio musicale alla celebre cavatina di Vincenzo Bellini, la lettura visual firmata da Giulia Drogo, scenografa e architetto, divisa tra Milano e la Sicilia, da anni impegnata in un percorso artistico che fonde insieme linguaggi e forme artistiche diverse tra loro. Incontriamo Giulia prima dell’inizio delle prove della prossima produzione del Teatro Biondo di Palermo, “96 ore”, per la quale firma costumi e scene in vista del debutto a fine novembre.
“Casta Diva Story” è l’occasione per parlare del suo lavoro che, in questo caso con l’assistenza di Michela Michela Mantegazza e Chiara Di Gennaro alle videoproiezioni, ha riunito insieme cinema e opera lirica attraverso un’esperienza immersiva e visiva offerta al numeroso pubblico presente quella sera.

“Nel cuore di ‘Casta Diva Story’, c’è l’aria iconica ‘Casta Diva’ di Bellini”, racconta la scenografa, “che è stata utilizzata in oltre venti film diversi tra loro per genere, lingua e ambientazione. Ne ho scelto cinque che hanno catturato la mia attenzione ed ho rielaborato un personale sviluppo visivo che ha accompagnato il concerto offrendo agli spettatori un vero e proprio viaggio tra cinema, musica e opera lirica”.

Su quali opere in particolare hai focalizzato la tua attenzione?
“Opera di Dario Argento, dove una donna in fuga dalle proprie paure si concede una tregua ascoltando le note di Casta Diva, poi The Iron Lady, con protagonista una straordinaria Meryl Streep nei panni di Margaret Thatcher, passando per due film diversi come 2046 di Wong Kar-wai e Sogno di una notte di mezza estate, fino al sentimentale I Ponti di Madison Country firmato da Clint Eastwood. Emozioni diverse, esplorate da diversi registi, che ci hanno accompagnato tra inganni, ricordi, sogni e passioni nel segno di Casta Diva”.

Sembra che ci sia una profonda connessione emotiva tra la musica e i personaggi dei film.
“I film che ho scelto mettono in scena donne differenti, riunite nel mio lavoro visivo come cinque punte di una stessa stella, ognuna con la sua unicità. Un quadro emozionale ricco e inaspettato all’interno di un gioco di specchi che per me ha reso questo progetto coinvolgente e significativo”.

Come hai trasformato questo progetto in una realtà virtuale?
“All’inizio, insieme alle mie assistenti, avevamo pensato ad un allestimento dal vivo, ma a causa di vincoli di budget e logistica, abbiamo optato per un lavoro virtuale sfruttando tutte le potenzialità della scenografia virtuale: dall’ideazione alla creazione di storyboard, dalla modellazione 3D, alle animazioni. Non si tratta solo di pura illustrazione, ma sono sempre bozzetti di progetti realizzabili, fisici, concreti. Potremmo, in pratica, passare ai disegni esecutivi e alla realizzazione in laboratorio e alla messa in scena. Mi piace sottolinearlo per ricordare come la mia matrice di scenografa, anche quando parliamo di videoproiezioni, non venga annullata, ma al contrario potenziata dalle nuove possibilità digitali”.

Qual è il tuo obiettivo principale quando crei opere come “Casta Diva Story”?
“C’è sempre la scenografia come punto di partenza, strumento per raccontare storie che abbiano un impatto sociale, che tengano conto della complessità della società in cui viviamo e cerchino di mostrarla per trovare possibilità di miglioramento e di cambiamento favorevole per tutti. La mia formazione di scenografa mi permette poi di unire diverse competenze per creare opere uniche che possano ispirare e coinvolgere il pubblico, trasformando concetti e visioni in realtà tangibili attraverso l’arte visiva”.

Quali sono i piani futuri per “Casta Diva Story”? Hai intenzione di portarlo in altre località o di espanderlo in nuovi modi?
“Di sicuro è un progetto che per sua natura è spendibile in diversi contesti e sono grata al Conservatorio di Messina ed al festival per avermi offerto questa opportunità, in particolare per la presenza di un compositore che stimo come Christian Paterniti. La sua musica è stata fonte di ispirazione e confesso di essere sua ammiratrice. Mi auguro che, anche in forma diversa, “Casta Diva Story” possa tornare a illuminare e accompagnare la sua musica in altri contesti ugualmente belli e importanti”.

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